Saperi

Le scelte di Costanza Fregoni

Oggi non è più consumatrice di extra vergine, ma di olio di vinacciolo, non per sua scelta; ma la sua predilezione di un tempo andava per gli extra vergini più “tosti”, di gran carattere, come umbri e pugliesi, anche se in casa sua prediligono i liguri. La giornalista specializzata in campo enologico, anima della rivista VQ, non sopporta in assoluto quando al ristorante l’olio viene presentato in bustina

Olio Officina

Le scelte di Costanza Fregoni

Laureata in Scienze agrarie all’Università Cattolica di Piacenza, svolge la professione di giornalista. E’ orgogliosa del fatto di aver lavorato sin dal giorno successivo alla laurea, sempre in ambiente vitivinicolo, transitando – mentre scrivevo come freelance per varie testate di settore – per un consorzio di tutela (Colli Piacentini), il credito agrario di una banca (la Popolare Commercio & Industria) e la ricerca (due anni di biotecnologie in Università Cattolica del Sacro Cuore).

Nel 2001 ha fatto della comunicazione la sua grande passione e il proprio lavoro a tempo pieno. Nel 2005, su richiesta dell’editore di allora, ho inventato la rivista tecnica di viticoltura ed enologia VQ, acquisita in seguito, nel 2006, da Tecniche Nuove, con cui tuttora collabora in qualità di caporedattore della testata.

Le sue passioni? Viaggiare studiare, scrivere, insegnare, ma anche coniugare, in tutto ciò che fa per lavoro, le due anime della sua formazione, l’area umanistica con quella tecnica.

I libri del cuore di Costanza Fregoni per questa estate 2015…

Sono tutti enologici: l’Atlante geologico dei vini d’Italia di Attilio Scienza e altri autori; Gravner, coltivare il vino, di Stefano Caffarri; e Il Soave: origine, stile e valori, a cura di Aldo Lorenzoni e del Consorzio di Tutela del Soave. Forse apparirà strano ai più, ma per me l’estate è ideale per studiare, mentre nel resto dell’anno più facilmente mi dedico a letture che nulla abbiano a che vedere con il mo lavoro.

Anche se la qualità la si produce ovunque, là dove c’è la capacità dell’uomo di osservare le buone regole, vi sono tuttavia gli extra vergini che sono i preferiti indipendentemente da tutto. Che caratteristiche hanno quelli utilizzati da te? E da quale territorio provengono?

Premesso che per motivi di salute devo ridurre al minimo indispensabile il consumo di extra vergine, quando me lo concedo tendo a prediligere oli del Centro (Umbria) e Sud Italia (Puglia), anche se in famiglia la preferenza va agli oli liguri, che più frequentemente si trovano sulla nostra tavola.
Purtroppo dal 210 ho scoperto di essere allergica all’olivo e alle olive. Sembra abbastanza assurdo, ma da quando l’ho ridimensionato, fino quasi ad azzerarlo, sostituendolo su consiglio degli allergologi con olio di vinacciolo, va meglio. Fino al 2010 sono stata comunque una grandissima consumatrice di extra vergine, con preferenze per quelli “tosti”.

Se ha un ristorante oliocentrico del cuore, qual è? Un ristorante in cui l’olio da olive viene valorizzato al meglio…

Non riesco ad associare un ristorante da me frequentato a una specifica attenzione per l’extra vergine (il che già è un fatto negativo), mentre resto sempre molto infastidita dall’arrivo in tavola di extra vergine in bustina – e non mi è accaduto solo nei fast food, dove tutto sommato lo si può anche accettare.

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