L’esercizio di dipingere le parole
Attraverso l'immagine dell'artista Stefania Morgante, che appare nella copertina del libro Verso dove, il contenuto stesso del volume va oltre i pensieri riportati nel testo. È come se il pensiero espresso a parole si prolungasse attraverso l'immagine. È la potenza dell'arte che sa scavare nel profondo di ciascuno di noi fino ad esprimere l'indicibile, il non detto, andando oltre il testo
Prima di tutto esprimo all’artista Stefania Morgante il mio grazie sincero per la copertina al mio libro, Verso dove, edito da Olio Officina.
L’ho trovata non solo bella, ma geniale. Geniale nella sua bellezza, perché ha saputo esprimere non solo alcune intuizioni che ho cercato di raccontare nel mio libro, ma perché ha trasmesso e originato intuizioni nuove e interessanti che sono oltre a quanto ho scritto.
Qualche giorno fa abbiamo discusso dei temi del libro e in quell’occasione l’immagine – e le parole di Stefania Morgante che la commentavano – sono state richiamate in più interventi, e tutti ne hanno evidenziato la ricchezza espressiva. Vi hanno intravisto tante e diverse persone: un angelo, un uomo o una donna con caratteristiche plurali, eppure complementari.
Il bello dell’immagine è apparso a tutti in questo suo essere di nessuno e di tutti. Esseri viventi dentro la nostra storia ed esseri che devono continuare ad essere anche dopo la nostra storia, perché – così qualcuno ha sottolineato – le persone e gli angeli non sono legati al fluire del tempo, forse sono eterni, eterni come Dio. L’immagine di Stefania Morgante, costruita da un insieme di parole, è sembrata a molti non solo un’ottima interpretazione degli argomenti trattati nel libro, ma un indirizzo di un oltre ancora nascosto dalle nostre parole.
Come giustamente precisa l’artista nella sua preziosa nota: “L’esercizio di dipingere le parole, ha dato una disciplina a tutta la pittura. Ho scoperto quanto possano essere simili le parole e quanto il linguaggio unisca oltre le diversità. L’identità di ciascuno si forma nella relazione con l’altro, o nella mancanza di relazione”.
E le parole stanno ad indicare le moltiformi differenze di cultura e di fede, che l’artista propone in una armonia consolante e ricca di futuro.
Auguro all’artista di continuare ad annunciare la ricchezza delle nostre diversità.
Grazie, Stefania!
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In apertura, Stefania Morgante, “Il territorio del mio pensiero”, acrilico e pennarello su tela, 100×70 cm
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