Saperi

Oliva grande

Il grande frutto, che allude a un segreto custodito e rivelato nella semplicità, oscuro e, contemporaneamente, a portata di mano, proclama, quale scelta estetica, il bisogno di astrazione. A Olio Officina Food Festival 2015, l’opera di Vitaliano Angelini

Nicola Dal Falco

Oliva grande

Vitaliano Angelini racconta quest’opera come un episodio della quotidiana esperienza nei confronti dell’Es che secondo il pensiero freudiano «rappresenta la voce della natura nell’animo dell’uomo». Una voce con cui Eros scandisce le istanze vitalistiche e Thanatos sostiene gli impulsi distruttivi e auto-distruttivi. Ma, forse, la definizione migliore è quella di Groddeck che aveva utilizzato per primo il termine, intendendo per Es, «le forze ignote e incontrollabili» con cui conviviamo e da cui «veniamo vissuti». In altre parole, l’inconscio.

L’attrito tra l’Io e l’Es provoca un senso di smarrimento che l’artista percepisce in forma fisica, non solo intuendo, ma descrivendo il vuoto sul quale camminiamo.
Un vuoto, in questo caso, seminato e subito riempito di segni fino a formare una mappa o, con un effetto quasi tridimensionale, un tessuto. La grande oliva, che allude ad un segreto custodito e rivelato nella semplicità, oscuro e, contemporaneamente, a portata di mano, proclama, quale scelta estetica, il bisogno di astrazione.

Se guardiamo attentamente, oggetti e segni si dispongono per linee diagonali e ortogonali, ripetendosi e, nella loro espressione più semplice, sembrano rigare una campagna vista a volo d’uccello.

Un ésprit che cerca di orientare le emozioni, di collocare le immagini, emerse dall’inconscio, in uno spazio “culturale”, dissodando e coltivando l’horror vacui, nato dal senso del limite e dall’irruenza dell’Es.

Valga giusto la pena di sottolineare come l’oliva, incisa orizzontalmente, si avvicini molto al profilo di un cranio, osservato dall’alto con le due ombreggiature al posto delle orbite oculari, e che ad essa corrisponda, in maniera speculare, un viso femminile, travolto da concretissima estasi.

CHI E’. Vitaliano Angelini ha studiato ad Urbino, all’Istituto Statale d’Arte – Scuola del Libro, conseguendo nel 1961 il diploma in Decorazione e Illustrazione del Libro. Ha insegnato Disegno e Storia dell’ Arte nelle Scuole Superiori italiane, nelle quali ha ricoperto anche ruoli di dirigenza. I suoi interessi spaziano dalle arti figurative, alla critica letteraria, dalla letteratura, alla filosofia, privilegiando in particolare la poesia italiana e straniera. Vive ad Urbino. Dal 1998 è Presidente dell’ Associazione degli Artisti urbinati: “Urbino Arte Cultura e Conoscenza; nello stesso anno viene chiamato a fa parte dell’Accademia Marchigiana di Scienze Lettere ed Arti. Nel 2008, è stato
nominato Accademico della insigne Accademia Raffaello di Urbino. È Presidente dell’AIU- associazione degli Incisori Urbinati. Le sue opere sono presenti in vari musei, in raccolte pubbliche e in collezioni private, tra cui il Museo di San Carles de la Rapita in Spagna, l’Università degli Studi Carlo Bo di Urbino, il Museo della Xilografia di Carpi, il Gabinetto delle Stampe antiche e moderne del Centro culturale Le Cappuccine di Bagnacavallo, in provincia di Ravenna. Ha esposto a New York, Tokio, Parigi, La Valletta , Copenaghen, Bucarest, Helsinki, Cracovia, Berlino…

Nella foto di apertura un particolare dell’opera, nel corpo del testo, l’opera integrale: Vitaliano Angelini Oliva grande, cm 212 x 112, unica matrice, 2014

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