Più che sogni, progetti da realizzare
Siamo uno dei più grandi Paesi esportatori di olio nel mondo. E’ da questo che bisognerebbe partire per valorizzare gli extra vergini. Lo sostiene Cristina Santagata, imprenditrice olearia ligure. L’Italia – confida – non è in pericolo. Ciò che non si salverà più, è la grandezza industriale perduta
Cristina Santatagata è una nota e stimata imprenditrice olearia ligure, sempre in viaggio, a portare il valore e i valori degli oli da olive nel mondo.
I tratti migliori della personalità. Credo di essere una persona tenace e costante, che cerca di non perdere l’entusiasmo anche nei momenti difficili.
Le virtù coltivate abitualmente. Non coltivo virtù, cerco di far bene il mio lavoro.
I limiti, le pecche maggiori, gli impulsi più incontrollati del carattere. Sono incredibilmente testarda e a volte permalosa, lo ammetto.
I vizi ai quali non si intende rinunciare o, pur volendo, si non riesce a rinunciare. Non rinuncio facilmente al sole, al mare, alla buona cucina e a ciò che fa di Genova una città che vizia in tal senso al buon gusto.
Un ricordo dell’infanzia. Per me l’infanzia è la famiglia, mia madre, mio padre e mio fratello. I ricordi più belli, io e mio fratello, diversi ma complementari, uniti allora come oggi.
Da quanto, e perché, si occupa di olio. Da quando sono nata. La Santagata è un’azienda con più di cento anni di attività. Si occupavano di olio mio padre e prima di lui mio nonno e prima ancora altre due generazioni. Ho avuto certo esperienze di lavoro all’estero in altri settori. Poi, insieme a mio fratello ho assunto la direzione della società in un momento difficile come quello che viviamo.
Se crede davvero nel proprio lavoro. Se vi è ancora un sano senso di entusiasmo e passione, o se vi qualcosa che turba e impensierisce. Non penso si possa dirigere un’azienda senza credere in quel che si fa. Questo naturalmente non mette a riparo da preoccupazioni e turbamenti che sono continui. La gratificazione maggiore in fondo, oltre ai risultati, è adoperarsi per veder crescere una realtà come la Santagata che, da tradizionale piccola impresa italiana, arriva oggi a vendere in tutto il mondo.
Il comparto olio di oliva non naviga in buon acque. L’extra vergine è di fatto un prodotto commodity. Se sia possibile reagire allo stato di immobilismo e incertezza attuali. Se esistono soluzioni per cambiare il corso degli eventi. Che l’extra vergine non sia più riconosciuto come tale è sicuramente deleterio e non ho soluzioni miracolo. Dico solo che il mercato attuale vive una fase di mutazione globale di fronte alla quale il valore italiano delle piccole aziende va supportato e protetto a livello nazionale come avviene in altri paesi d’Europa.
A proposito di extra ergine di oliva. Al primo posto: qualità o origine? La qualità, certamente, che bisogna salvaguardare perché è ciò che ci distingue anche se diventa sempre più difficile.
L’olio da olive è un prodotto agricolo. L’agricoltura è confinata in un ambito di marginalità. Se sia possibile intravedere una possibile occasione di riscatto per tale prodotto. Siamo uno dei più grandi esportatori di olio nel mondo e da questo dato bisognerebbe partire per valorizzare il prodotto come avviene già in ambito alimentare per altri generi alimentari. Con i nostri 538 cultivar abbiamo una ricchezza unica al mondo che dovremmo avere la forza di promuovere nell’interesse comune del comparto agricolo e industriale.
Se si crede nei sogni, qual è allora quello che non ancora realizzato e che con ostinazione e instancabile coraggio si insiste nel coltivare. Più che sogni ho progetti che intendo realizzare e non ne parlo per scaramanzia.
Se si crede sia possibile realizzare il sogno. O se sia una pura utopia che va comunque coltivata pur di sopravvivere alle proprie aspirazioni. Non aspiro a sopravvivere ma a raggiungere degli obiettivi, quindi si, credo fermamente nei miei progetti.
Ciascuno di noi ha uno o più miti ai quali si affida. Quale, quali. Non sono una che si affida ai miti. Trovo mitiche le persone capaci di ironia e dunque di autoironia.
I libri (o il libro) fondamentali nella propria formazione. La filosofia è parte di me, il testo che più di ogni altro ha contribuito alla mia formazione è Essere e Tempo di Martin Heidegger, un libro che è sempre con me.
Se sia possibile salvare l’Italia. Se vi è ancora spazio per la speranza. L’Italia non è in pericolo di morte o estinzione. Ciò che non si salverà più è la grandezza industriale perduta e con essa una o due generazioni (compresa la mia) costrette a far le valigie.
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