Quando l’olio è anche fonte di luce
Buone letture. Avete mai pensato al connubio tra luce e olio? Sono due elementi imprescindibili, dove nel volume Luce e olio tra antico e moderno se ne comprende la profondità del loro legame. Il valore dell’olio è innegabile, qualunque sia, o sia stato, il suo impiego nella storia, e in questa pubblicazione ci si trova davanti a molti lati e aspetti che, spesso, non vengono percepiti o compresi
È una pubblicazione a più voci, di cui è autore e curatore Custode Silvio Fioriello, responsabile dell’unità di ricerca dell’Università di Bari.
Tanti i coautori, quindici in tutto, dei quali segnaliamo in particolare Antonio Monte, che scrive sui trappeti ipogei in Terra d’Otranto, una vasta area a sud della Puglia che è stata capitale commerciale di punta in passato, per diversi secoli, per l’olio lampante destinato all’illuminazione o ad altri impieghi non alimentari, un olio che, non dimentichiamo, ha prodotto tanta ricchezza nel territorio e che aveva un valore indiscutibile che andava oltre l’aspetto meramente economico.
Un altro autore che segnaliamo è Salvatore Camposeo, il quale ha esaminato i percorsi agronomici ed elaiotecnici che vanno dall’XI al XXI secolo e che segnano il passaggio dall’olio “lampante” all’olio “fino”.
La luce e l’olio sono due elementi imprescindibili e con questo volume si offre una preziosa lettura in prospettiva storico-archeologica, in grado di esaminare il tema della luce in un’ottica interdisciplinare.
Al centro dell’attenzione di questa raccolta di saggi è l’olio ricavato dalle olive, ritenuto “combustibile d’elezione mediterranea nella tradizione plurimillenaria dei dispositivi per l’illuminazione artificiale”, anche se di fatto a tale operazione concorrono molti altri grassi, utilizzati allo scopo, seppure tra tutti a vincere è l’olio da olive.
Ed ecco allora le lucerne, oggetti che per secoli hanno consentito di dare luce artificiale agli ambienti in cui vivevano e operavano le varie comunità.
L’illuminazione non era soltanto una mera esigenza dettata dalla necessità di non stare al buio: “Dire luce è dire vita”, scrive nel suo saggio Carmela Minenna. “Dire luce è dire uomo.
Dire luce è dire la percezione che l’uomo ha della vita. Perché la luce è anche il filtro della conoscenza”.
Si comprende dunque bene, in quest’ordine di idee, quanto il nesso tra luce e olio sia stato alquanto profondo e abbia avuto una centralità significativa, soprattutto nel periodo tra antichità e mondo moderno.
Il libro mette in evidenza il valore dell’olio e ci apre ad aspetti che in molti di fatto ignorano, motivo per il quale ne consigliamo la lettura.
Custode Silvio Fioriello, Luce e olio tra antico e moderno, Edipuglia, Bari-Santo Spirito 2021, pp. 256 , euro 60
Questa recensione è possibile leggerla sul numero 26 del mensile Oliocentrico, la rivista edita da Olio Officina
In apertura, foto di Olio Officina©
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