Saperi

Ricordando Tullio De Mauro

Il grande linguista, scomparso lo scorso 5 gennaio, aveva a cuore anche i temi della ruralità. Egli manifestò una sensibilità che si tradusse in prontezza e disponibilità verso gli aspetti più profondamente antropologici dell'agricoltura. Solo un uomo di grande e raffinata cultura poteva coglierne l'importanza

Alfonso Pascale

Ricordando Tullio De Mauro

Con la scomparsa di Tullio De Mauro è in lutto anche il mondo dell’agricoltura. Ricordo con commozione quando andammo a trovarlo, Pina Eramo ed io, nella sua casa di via Garigliano a Parioli, per illustrargli il progetto “Scuola in Fattoria”. Era un pomeriggio di settembre del 1999. Pina era la responsabile del progetto ed io svolgevo all’epoca la funzione di vice presidente della Confederazione Italiana Agricoltori. Il professore ci accolse con amorevolezza e ascoltò con grande interesse la nostra idea.

Con semplicità e naturalezza aderì immediatamente alla nostra richiesta di essere testimonial dell’iniziativa. Ci fece notare come, in diversi Paesi del mondo, “lo sviluppo dei modi di produzione e degli assetti sociali e lo sviluppo dei saperi e delle tecnologie” stessero “inducendo a ripensare profondamente contenuti, metodi e strutture dei sistemi formativi”. E aggiunse che in Italia, avevamo anche un obbligo formale che spingeva in tale direzione.

Si riferiva alla legge di riordino di tutti i cicli scolastici. Ci guardò negli occhi e concluse: “Il vostro progetto può essere qualcosa di più di una pur pregevole integrazione collaterale della formazione; può restituirci un rapporto vitale con le cose, l’ambiente naturale, il fare, che la vita urbanizzata e digitalizzata rischiano di compromettere in tutti i Paesi di più alto sviluppo tecnologico”.

Nella primavera del 2000, De Mauro entrò nel secondo governo Amato per assumere la guida del ministero della Pubblica Istruzione. Con l’aiuto della mia amica Lucia Corbo, che collaborava nella segreteria tecnica del dicastero di viale Trastevere, il 6 febbraio 2001 giungemmo alla firma di un protocollo d’intesa tra il ministero della Pubblica Istruzione e la Confederazione italiana agricoltori, all’epoca presieduta da Massimo Pacetti. Ma ormai eravamo già in clima elettorale e a giugno De Mauro avrebbe concluso il suo mandato.

Mi piace, in questo momento di dolore, ricordare la sensibilità che egli, con prontezza e disponibilità, manifestò per gli aspetti più profondamente antropologici dell’agricoltura. Solo un uomo di grande e raffinata cultura poteva coglierne l’importanza.

La foto di apertura è tratta dal sito internet di Tullio De Mauro

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