Sono abituata alle sfide
Il riscatto più grande - sostiene Roberta Maccioni - è nelle nostre mani. Noi dobbiamo informare il consumatore finale, che è sempre più attento al fattore salutistico. Il mio sogno - dice - sarebbe di continuare a produrre in modo pulito, rispettando la natura, senza pastoie burocratiche

Nipote di agricoltori da diverse generazioni, Roberta Maccioni è nata a Pisa e a contraddistinguerla è un carattere solare con qualche dote artistica. Ha conseguito la laurea in biologia che l’ha portata a lavorare in ospedale per tanti anni, ma da quindici anni, per scelta volontaria è diventata agricoltrice a tempo pieno.
Sommelier professionista AIS, nonché sommelier professionista AISO da 8 anni, la sua
azienda è situata a pochi chilometri da Vinci, dove è nato il grande Leonardo, ed è costituita da 14 ettari, di cui 9 coltivati a olivi.
Le piante sono circa tre mila, espressione delle cultivar moraiolo, leccino, frantoio e pendolino. In azienda la Maccioni dispone anche di una vigna, oltre a molti alberi dalla cui frutta realizza salse e marmellate.
“Cerchiamo di lavorare mettendocela tutta”, ammette. I nostri prodotti – aggiunge – sono sani e biologici; e abbiamo avuto per il nostro impegno molti premi, tra cui il Premio Nazionale “Bandiera Verde”, del ministero delle politiche agricole, e il Premio Nazionale “De@ Terra”, sempre da parte dello stesso dicastero. Infine, il Premio Europeo per l’innovazione in agricoltura assegnatole a Bruxelles.
Quali sono i tratti migliori della mia personalità?
Sono molto positiva, cerco sempre di trovare la soluzione, anche quando sembra non esista. Sono prepositiva, creativa, altruista, e credo nell’amicizia, anche se molte volte, e’ stata una delusione.
E le virtù’ che coltiva abitualmente?
La virtù che coltivo abitualmente è la creatività. Cerco sempre di costruire con poco e trovare una soluzione valida per ogni cosa.
Quali sono i suoi limiti, le pecche maggiori, gli impulsi più incontrollati del carattere?
Sono permalosa, alle persone che ho accanto cerco di dare il meglio di me, di aiutarli di stargli vicino nei momenti difficili, quando mi sento tradita, cerco di dimenticare, ma non perdono facilmente.
I vizi invece ai quali non intende rinunciare per niente al mondo o, pur volendo, non riesce a rinunciare?
Il mio vizio più grande è di lavorare: non conosco confini, non sento sacrifici.
Un ricordo della sua infanzia che ancora le torna in mente?
I giorni passati in campagna dai miei nonni, la raccolta dell’uva, il profumo del mosto. La raccolta delle olive e il profumo del primo olio franto, è stato questo il motore che mi ha spinto verso questo mondo.
Ora si passa al lavoro. Da quanto, e perché, si occupa di olio?
Mi occupo di agricoltura da quindici anni. I miei nonni, sia paterni che materni
lavoravano la terra, loro mi hanno trasmesso questa importante eredità. La laurea che ho conseguito all’università non riguardava il mio attuale lavoro, per cui ho dovuto reinverntarmi.
Crede davvero nel suo lavoro? C’è ancora in lei un senso di sano senso di entusiasmo e passione a motivarla? O qualcosa la turba e la impensierisce?
Credo nel mio lavoro, e se così non fosse, non potrei nemmeno farlo. Non avrebbe senso lavorare senza credere in ciò che si fa. Il momento attuale è difficile, per tutti, ma per gli agricoltori, poi, penso che sia impossibile. Sono abituata alle sfide, mi torna in mente una frase sulla pazienza degli agricoltori: “tra la fatica del seminare e la fatica del mietere, passano sei mesi: o hai fede, o smetti di seminare”.
Se il comparto olio di oliva non naviga in buon acque, come è ormai evidente (avendo perso valore l’olio extra vergine di oliva, e diventando di fatto, a parte le eccezioni, un prodotto commodity), lei cosa si sente di fare per reagire allo stato di immobilismo e incertezza attuali? Ha soluzioni per cambiare il corso degli eventi?
Esistono due mercati, quello industriale e quello di qualità. Oggi purtroppo tutti tentano di confondere le due cose, invece di elevare la qualità ai massimi livelli. Tutte le manovre legislative, tendono a ostacolare i piccoli produttori; i nostri politici, non fanno leggi per tutelare i prodotti, o se le fanno sono molto ambigue. Vorrei che si facessero gli stessi controlli sia ai prodotti di qualità, sia agli altri prodotti.
A proposito di olio extra vergine di oliva, cosa mette al primo posto: la qualità o l’origine?
Metterei tutti e due al primo posto, aggiungerei la genuinità e la sicurezza alimentare.
L’olio da olive è un prodotto agricolo. Se tuttavia l’agricoltura è confinata in un ambito di marginalità, intravede una possibile occasione di riscatto per tale prodotto?
Il riscatto più grande, è nelle nostre mani. Noi dobbiamo informare il consumatore finale, che è sempre più attento al fattore salutistico, a cosa va incontro se non consuma un prodotto sano, e cercare di spiegargli quali vantaggi potrà avere nel consumare un prodotto così importante per la salute.
Se ci crede nei sogni, qual è allora quello che non ha ancora realizzato e che con ostinazione e instancabile coraggio insiste nel coltivare?
Il mio sogno sarebbe di continuare a produrre in modo pulito, rispettando la natura, senza avere l’obbligo di pagare il biologico, ed altre mille trappole e pastoie. Ci dovrebbe essere una legge che faccia pagare chi inquina, non chi è attento alla natura.
In tutta confidenza: crede sia possibile realizzare il suo sogno, o è una pura utopia che va comunque coltivata pur di sopravvivere alle proprie aspirazioni?
Ho sogni, che diventano obiettivi, cerco sempre di lottare per raggiungerli, e di solito ci riesco.
Ciascuno di noi ha uno o più miti ai quali si affida per un proprio personale punto di riferimento. Qual è o quali sono i suoi?
Non ho miti di riferimento, Guardo con ammirazione persone che lavorano con onestà e passione, e che credono in quel che fanno.
I libri (o, nel caso, il libro) che ritiene siano stati fondamentali nella sua formazione?
Per quanto riguarda il mio lavoro, c’è uno scrittore che ha una competenza massima, nel campo dell’olio, una persona solare, il nostro ambasciatore dell’olio nel mondo, ho quasi tutti i suoi libri. Uno tra i tanti è Libero olio in libero stato. Una scrittore che non ha peli sulla lingua, se ha da dire qualcosa lo dice, anzi lo scrive, non si ferma di fronte a niente, una persona veramente da ammirare: Luigi Caricato.
Ancora una domanda, e si chiude: si può salvare l’Italia? C’è ancora spazio per la speranza?
E’ difficile salvare l’Italia, purtroppo chi ci comanda, sono proprio le persone che dovrebbero tutelarci, ma non pensano minimamente ad aiutarci, anzi cercano di affondarci. Purtroppo il Made in Italy è poco credibile, e l’unica cosa sarebbe di poter prendere in mano le briglie e cercare di portare le nostre eccellenze italiane in cima al podio, al posto giusto.
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