Saperi

Sotto un’altra luce: la Puglia olivicola in un racconto a più voci

I numeri che fornisce al comparto sono fondamentali, eppure, di questa realtà, non se ne parla abbastanza. Non si parla troppo degli storici oleifici, simbolo di un luogo e di una società, così come è limitata la conoscenza dei tanti oli e varietà dalle radici pugliesi. E, come in tutte le situazioni, serve qualcuno che restituisca la giusta attenzione a quanto dimenticato o non raccontato a dovere. L’Almanacco di Olio Officina, Puglia degli olivi e dell’olio, nasce mosso da queste esigenze e accompagna il lettore in un bellissimo viaggio culturale scandito dalle tante visioni necessarie per comprendere questo mondo

Chiara Di Modugno

Sotto un’altra luce: la Puglia olivicola in un racconto a più voci

Puglia degli olivi e dell’olio, è il nono volume della collana L’Almanacco di Olio Officina, ed è un oggetto prezioso. Prezioso, sì, perché quello che vi è dietro la sua realizzazione è un lungo lavoro a più voci, che restituisce in tante chiavi quello che significa, per la Puglia, e per i pugliesi, la cultura olivicola e olearia.

Per orientarsi in questa realtà e comprendere cosa si celi dietro la regione italiana più vocata all’olivicoltura, il lettore potrà servirsi delle visioni messe a disposizione che, lette in sequenza ma anche secondo un proprio ordine, regalano una esperienza a 360° all’interno di questo mondo.

È Massimo Occhinegro, economista ed esperto di marketing internazionale, con particolare riguardo al comparto olio da olive, ad accompagnarci in quella che è La visione golosa, all’insegna della cucina domestica, quella che non delude mai.

Eppure, anche questa ha bisogno di un nuovo approccio, che guardi sempre alla tradizione, ma che sia capace di portare una ventata d’aria fresca alle ricette che si tramandano da generazioni.

C’è bisogno di raccontare una nuova idea, che si basa sulla leggerezza degli ingredienti.

In un periodo come questo, particolarmente segnato dall’attenzione verso le materie prime, la loro origine e genuinità, non si possono tralasciare elementi di questa importanza.

Per questo nell’Almanacco vengono proposte due ricette che incarnano l’anima della Puglia senza lasciare indietro quanto detto: le trofie alle triglie e le capesante gratinate, entrambe accompagnate da un filo di olio extra vergine.

A proposito, ma i meno esperti come fanno a scegliere un olio rispetto ad un altro? Quale è più adatto per il pesce e quale esalta il sapore delle verdure? Ecco che La visione commerciale ospita una ricca oleoteca, dove ogni olio pugliese viene presentato attraverso le sue caratteristiche organolettiche e, infine, consigliato con la pietanza più adatta.

Un extra vergine ottenuto con la cultivar Peranzana può essere perfetto per piatti a base di carne, mentre un altro olio, sempre ottenuto con la stessa varietà di olive, è ideale se abbinato a un secondo di pesce.

E questo è bellissimo. Intendo, avere la possibilità di scoprire così tanti particolari di uno dei prodotti principi dell’Italia.

Per questo l’Almanacco dovrebbe essere presente in tutte le librerie degli amanti del cibo, ma anche dei curiosi, o di coloro che vogliono scoprire uno dei tanti volti che questa regione possiede.

È un viaggio attraverso le radici di intere comunità che hanno saputo valorizzare l’olio fino a farlo conoscere, e richiedere, in tutto il mondo.

La visione archeologico – industriale, a cura di Antonio Monte, ricercatore del Cnr – Ispc, Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale, architetto e archeologo, è un percorso che si snoda tra scatti di trappeti e oleifici storici, accuratamente descritti, testimonianza di un lavoro che è diventato espressione e voce di un territorio.

Sono luoghi che hanno bisogno di essere mantenuti vivi perché fondamentali per far arrivare alle future generazioni, ma anche ai visitatori che in Puglia sono solo di passaggio, la bellezza e la storia dell’olio, e, di riflesso, la sua terra.

E poi, Puglia degli olivi e dell’olio, è un libro bello, dove niente è stato lasciato al caso, a partire dalla copertina che si presenta come un momento di rottura tra un prima e un dopo.

Vestita con un verde acceso e accompagnata solo da elementi grafici, si affaccia al nuovo panorama estetico su cui l’editoria sta puntando.

Perché è importante sottolineare questo aspetto? Perché l’Almanacco vuole dare gli strumenti per avvicinarsi a un comparto, in particolare quello pugliese, e porsi come omaggio alla storica tradizione olivicola della Puglia, con altri occhi, con un’altra voce.

Senza dimenticarsi della parte più difficile che da anni gli attori si trovano ad affrontare: il batterio Xylella.

Esiste, continua a danneggiare le distese degli ulivi, portando via un patrimonio culturale presente da millenni.

E il volume parte proprio da questo, portandoci così a riflettere sul come agire, sugli errori che sono stati commessi in passato, come rispondere a questa situazione.

Luigi Caricato, il direttore di Olio Officina, ha realizzato un progetto che è frutto dell’amore per questa terra, e lo si percepisce tutto.

E non lo dico solo perché ho potuto vedere il volume prendere forma, ma perché in questi giorni mi sono potuta dedicare, dopo un periodo molto pieno, alla lettura, in particolare dell’Almanacco e di altri libri che mi stanno facendo compagnia in questo torrido giugno.

E posso garantire che arriva forte e chiaro l’impegno, e la dedizione, di tutti gli autori che hanno prestato la propria testimonianza, contribuendo a rendere ancora più prezioso questo libro, che guarda al futuro, senza tralasciare nulla del presente, perché solo così si può andare verso un nuovo domani.

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