Saperi

Storia di Uliviero

Il romanzo di Milagros Branca, edito da Baldini + Castoldi, racconta un amore proibito dalle convenzioni sociali - quello tra Baldovino, figlio del barone Benci, e Nennella, figlia del mezzadro - con sviluppi imprevisti e un indicibile segreto che si scioglie solo quando ormai nulla è più ricucibile. Una storia d’amore struggente, ambientata tra le campagne pugliesi, Roma, Venezia, Los Angeles e New York, con un finale inevitabile e sconvolgente

Luigi Caricato

Storia di Uliviero

Siamo alla fine del secondo ventennio del Novecento, nelle campagne pugliesi, in una masseria circondata dagli olivi. I protagonisti sono Baldovino, il figlio del barone Benci, e Nennella, la figlia del mezzadro. Tra i due giovani nasce un intenso amore, che non è solo attrazione fisica. Il legame tuttavia è malvisto, proibito com’è dalle convenzioni sociali. C’è anche l’imprevisto di una gravidanza vissuta come colpa, di cui nemmeno lo stesso padre, paradossalmente, viene portato a conoscenza.

La giovane donna partorisce. È un segreto che condivide solo con la sorella. Il neonato viene posto nel tronco di un olivo secolare, in attesa di intuire una soluzione, ma l’indomani l’albero viene furtivamente sradicato per essere venduto a un ricco signore, un emigrante italiano che vive in America.

Solo durante il viaggio in nave si scopre la presenza del piccolo. Parte da qui il romanzo Storia di Uliviero, di Milagros Branca, edito da Baldini + Castoldi.

L’autrice è alla sua seconda opera narrativa, dopo l’esordio nel 2010 con Conseguenza d’amore. Il nome del bimbo, Uliviero, ha a che fare proprio con questa scoperta così incredibile da sembrare una favola. La trama è ben congegnata e apre in continuazione a svolte continue, fino a giungere alla verità finale.

I capitoli, brevi, procedono con ritmo. Le vicende narrate sono tante, come tanti sono gli intrecci e le molte e suggestive ambientazioni, tra le campagne pugliesi, Roma, Venezia, Los Angeles e New York.

Non c’è solo la vita rurale, con le tenute agricole in Italia e in California. Fa capolino con grande enfasi l’arte della fotografia, la pittura e perfino il cinema, con l’ingresso in scena di grandi celebrità della cultura, dell’arte e dello spettacolo.

Storia di Uliviero è un romanzo polifonico che piace sia perché scritto bene, senza alcuna pedanteria o zavorra letteraria, sia perché racconta con efficacia il distacco, a volte anche doloroso, in ogni caso necessario e inevitabile, che i protagonisti hanno vissuto sulla propria pelle, rispetto ai legami che li univa a una famiglia tradizionale e a un contesto sociale che stava irrimediabilmente mutando nel profondo, pur senza dare segni esteriori visibili.

Questo cambiamento è anche nei costumi, come l’omosessualità di alcuni personaggi, a partire dallo stesso Uliviero, mai dichiarata pubblicamente, ma vissuta nel segreto, con consapevole serenità e naturalezza. In tutto ciò, vi è un incrocio di generazioni che non hanno saputo creare tra loro occasioni di dialogo, ma che si sono imposte di compiere con determinazione e tenacia un grande salto in avanti, passando da un contesto rurale chiuso in se stesso ad uno ricco di molte prospettive e attese di successo.

Il legame tra Baldovino Benci e Nennella – che in seguito diventeranno lui pittore affermato, lei attrice incompiuta, con il nome di Floriana Venier – è una storia d’amore struggente con un finale inevitabile, che proprio per questo rende il romanzo lo specchio di un tessuto umano realistico e pertanto più apprezzabile.

Così, se a prima vista il lavoro di Milagros Branca può apparire un romanzo d’appendice, scritto con grande garbo, di fatto è un’opera narrativa ben congegnata, capace di esplorare i sentimenti umani, scavando nel profondo, senza rendere mai nulla banale e prevedibile.

Questa recensione è stata pubblicata sia in prima edizione cartacea (QUI) , sia in edizione digitale sfogliabile (QUI) sul numero 11 di OOF International Magazine, in versione billingue italiana e inglese.

La foto di apertura è di Luigi Caricato

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