Saperi

Ti ho vista che ridevi

“Corsi e ricorsi storici” si potrebbe intitolare questo libro di Lou Palanca, che invece, più efficacemente, evoca uno dei rari sorrisi che illuminano il volto di uno dei personaggi chiave

Ilaria Santomanco

Ti ho vista che ridevi

Il racconto si snoda da Riace, in Calabria, terra solare, generosa, ma con pregiudizi impossibili da scalfire negli anni Sessanta, e il Piemonte, in un frangente temporale in cui le campagne si andavano spopolando per la corsa all’impiego fisso nelle grandi industrie.

Ai nostri giorni Luigi, da Catanzaro, arriva a Riace per celebrare il funerale della madre. Una lettera, inaspettata, fa crollare in un attimo tutte le sue certezze. Dai lidi calabresi parte alla ricerca del proprio passato nelle Langhe piemontesi. Una ricerca che investe anche il suo presente, la sua persona, i suoi stessi sogni.
Sono così rievocate le storie di tante “calabrotte” e i loro matrimoni combinati con uomini delle campagne del nord Italia.

È Angiolino, il bacialé, a fare da mediatore tra queste vite da un capo all’altro della Penisola, ad accomunare storie di lavori campestri, da un lato condite di olio e peperoncino, dall’altra innaffiate di Barbera, Barolo, Pelaverga.

Un libro che appassiona fin dalle prime righe, da leggere tutto d’un fiato. Lou Palanca identifica un collettivo di scrittori in una fucina di idee.

Lou Palanca

Ti ho vista che ridevi

Prefazione Carlo Petrini

Rubbettino Editore

pp. 214

14 euro

La foto di apertira è di Luigi Caricato e ritrae un particolare di un’opera esposta all’Orto di Artista, mostra degli artisti di Arte da Mangiare

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