Tra ignoranza e menzogne
Quando i populisti di ogni latitudine parlamentare, in compagnia degli xenofobi, sparlano senza ritegno dell’Unione europea come di una sorta di serraglio da cui si può uscire solo coi lanciafiamme, le rivolte o le guerre contro i poteri forti della finanza, dimostrano di non conoscere i Trattati europei
Nigel Farage, parlamentare europeo dal 1999, ha salutato l’esito del referendum che si è svolto nel suo Paese con queste parole: “Abbiamo vinto senza nemmeno sparare un colpo”. Eppure avrebbe dovuto conoscere l’art. 50 del Trattato Ue: “Ogni stato membro può decidere, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere volontariamente e unilateralmente dall’Unione”.
La procedura fissata è la seguente:
a) lo Stato membro notifica la richiesta al Consiglio Europeo;
b) l’Unione negozia e conclude un Accordo per definire le modalità del recesso;
c) il Consiglio europeo sigla l’accordo e delibera a nome dell’Unione, previa approvazione del Parlamento europeo.
Ovviamente lo Stato membro in uscita non partecipa né alle deliberazioni né alle decisioni che lo riguardano.
Dunque, dall’Unione europea si può sempre uscire quando si vuole. Nessun Paese, una volta entrato, è obbligato a rimanervi.
Nigel Farage non ha mai proposto di avviare formalmente la procedura prevista dall’art. 50 del Trattato ma ha dovuto fronteggiare il referendum concesso dal premier David Cameron e battersi per vincerlo anche ricorrendo alle menzogne. Altrimenti avrebbe decretato la sua fine politica. Con molta probabilità si è trattato di una sfida di cui avrebbe volentieri fatto a meno.
I populisti, gli xenofobi e gli euroscettici non sanno che anche dall’Unione economica e monetaria si può sempre uscire utilizzando la procedura dell’art. 50 del Trattato. Spesso si lamentano che nei Trattati non si dice come si esce dall’Euro. Ma lo fanno per ignoranza e supponenza. Quando fu scritto il Trattato di Maastricht non si volle ripetere la formula dell’art. 50 per non dare ai mercati un segnale di debolezza della moneta. Ma la procedura esiste eccome.
In Italia, alcune forze politiche si sono spesso dichiarate favorevoli all’uscita dall’Euro, ma nessun parlamentare ha mai presentato una proposta di legge per avviare la procedura prevista dall’art. 50 del Trattato Ue. Fortunatamente, noi non possiamo sottoporre a referendum la ratifica di trattati internazionali perché i padri costituenti vollero evitare di affidare al voto popolare materie incandescenti e complicate. Ma questo non significa che non ci sia il modo per cambiare i propri rapporti con altri Paesi e con l’Unione europea. Bisogna avere il coraggio di farlo, presentando specifiche proposte di legge in Parlamento e mettendo nel conto le conseguenze degli impegni che si prendono. Per non trovarsi in questa condizione scomoda, Beppe Grillo ha modificato il proprio pensiero sull’Europa. Lo faranno anche gli altri?
La foto di apertura è di Luigi Caricato
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