Trasformare l’ordinario in straordinario. Il tocco taumaturgico di topylabris
Tutti i possibili modi per riutilizzare la plastica creando qualcosa con un’anima totalmente autentica. “Non ha senso buttare un oggetto, sprecare ulteriori risorse per farlo, sommando a quelle impiegate per la sua realizzazione, quando è possibile dargli una seconda vita”, chiarisce in modo inequivocabile l’artista Ornella Piluso
Riutilizzare dei materiali e ridargli una nuova vita è un tipo di arte che va oltre il significato che questa parola porta con sé. Ornella Piluso è topylabris, l’artista che da sempre usa la plastica in quanti più modi possibili, intervenendo sugli scarti di produzione per trasformare l’ordinario in straordinario.
Perché buttare un oggetto, sprecare ulteriori risorse per farlo, che si sommano a quelle impiegate per la sua realizzazione, quando è possibile dargli una seconda vita? L’artista lo accoglie nelle sue mani e lo reinterpreta, creando un qualcosa che ha un’anima totalmente autentica. Pensate che bellezza e che sensibilità, vedere nel riutilizzo una nuova energia. E questo deve essere il punto per far sì che l’uomo riparta, in tutto il suo essere vero, apocrifo e autentico. Ma questo sentimento non appartiene a tutti. Perché per lavorare in questo mondo serve uno sguardo che sappia cogliere ciò che ancora non è stato percepito o immaginato, ed è sempre più difficile riuscire ad avere una propria voce in un presente sommerso da prodotti di diversa natura, che cambiano con una velocità estrema, e riuscire a lasciare qualcosa di nostro diventa complicato, a tratti quasi impossibile.
Per l’edizione Green del Plast mondiale, topylabris ha presentato il progetto Affettati / guardare e guardarsi dentro. Il significato che racchiude in sé è molto forte, perché porta il pubblico a compiere una riflessione necessaria, ovvero quella di “avere la possibilità di guardare dentro alle cose, non fidarsi dell’immagine, delle parole, ma approfondire”. Approfondire. Scavare in qualcosa per coglierne un altro senso, è qualcosa a cui si è poco abituati oggi. Certo, non si può e non si deve generalizzare, ma è percepibile la superficialità con cui oggi vengono compiuti molti gesti.
In occasione del Greenplast mondiale, saranno protagoniste anche le opere Danzatrici e Danzatori e Collana del Drago, un’opera luminosa. Le installazioni sono state presentate presso il Museo Messina di Milano a settembre. A omaggiare l’evento, inoltre, ci sarà una scultura che emanerà il profumo di erba tagliata, una sperimentazione dell’artista nata dalle percezioni olfattive, frutto della collaborazione con l’azienda Visioni Olfattive.
Le collaborazioni sono sempre uniche, come quella con l’azienda Slide. Diversi anni fa sono nati i Globuli, dei personaggi pensati per ricordare delle gocce di acqua venute in nostro aiuto da un altro pianeta.
Quindi sì, parliamo di un’artista poliedrica, mossa dalla curiosità e dal bisogno di creare qualcosa che sappia arrivare forte e chiaro a chi lo osserva.
Lo spirito visionario di topylabris risale a molto tempo fa, e da oltre cinquant’anni il suo messaggio è «l’incentivazione al riciclo e riutilizzo del materiale plastico come grande risorsa». Così, queste parole hanno iniziato a prendere forma attraverso le tante e disparate esperienze vissute all’interno del mondo del design. Accolta in realtà come Montedison e Mazzuchelli di Castiglione Olona, è in quest’ultima che incontra il Rodhoid, materiale eco compatibile per eccellenza, per dedicarsi al suo utilizzo.
Per quanto sia conosciuta come l’Artistica “plastica” per via della conoscenza e per la passione verso i vari polimeri, topylabris si è dedicata anche alla scoperta di molti altri settori e materiali e alla fondazione dell’Associazione Culturale Arte da mangiare mangiare Arte, dove da anni vengono organizzati laboratori che vedono la partecipazione di artisti internazionali. Artisti accolti come vuole lo statuto dell’Associazione, ispirato alla realtà della Società Umanitaria in cui l’Associazione e il Movimento di pensiero è nato, per poi estendersi a tante altre realtà. L’Associazione si è poi affermata in tanti contesti, italiani e non solo, con iniziative uniche, riconosciute dal pubblico come all’avanguardia. Una parola importante, che segna la cifra del movimento.
Undici anni fa topylabris fonda il Museo Acqua Franca, Maf di Nosedo, curato da Monica Scardecchia. Una vera e propria avventura vissuta nei due Depuratori di MIilano, dove proprio in questo particolare contesto nasce il Festival Internazionale dei Depuratori.
Chi è Ornella Piluso, in arte topylabris
Nasce a Milano nel 1947, nel dopoguerra, un periodo caratterizzato dalla voglia di ripartenza, di rinascita. E questo spirito ha avuto una fortissima e decisiva influenza su di lei.
Il suo modo di approcciare all’arte è iniziato con la ricerca dei materiali, e da quel momento la sua carriera artistica ha iniziato a crescere e a perfezionarsi sempre di più. In particolare, è per quelli plastici che nutre un intenso amore, e da tutto ciò che maneggia vuole tirarne fuori l’anima.
Descrive la plastica come una sua amante, e utilizza queste parole per descrivere il tormentato ma bellissimo rapporto che scorre tra di loro: «come in tutti i rapporti amorosi ci sono stati litigi, incomprensioni, risse; la plastica è femmina: ha un nome femminile, ha la capacità tutta femminile di riprodursi, di essere morbida e rigida, di attrarre e respingere, di essere plastica e sinuosa, di essere avvolgente, umile, utile, paziente, di essere».
Le sue sperimentazioni, però, non si sono limitate a materiali quali polimeri plastici, ma il suo sguardo ha saputo cogliere altro, realizzando così lampade, contenitori, vestiti e gioielli unici e non replicabili, insomma, delle preziose sculture da indossare.
Da oltre cinquant’anni collabora con realtà quali Montedison, Mazzucchelli di Castiglione Olona, Slide, Elkar: tutti nomi che hanno saputo rendere grande il Made in Italy nel mondo.
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