Saperi

Una visione geografica dell’olio

Cosa è accaduto a Genova giovedì 25 giugno, alla presenza di Luigi Caricato. Presentiamo tutto nel dettaglio, compresi tre video e una breve narrazione per capire cosa si è detto, e visto, in un luogo culturale prestigioso in cui l’olio da olive, il re dei grassi, ha avuto un ruolo di assoluto primo piano

Tree Dream

Una visione geografica dell’olio

Giovedì 25 giugno, alle ore 17.30, presso la Biblioteca universitaria di Genova, nell’ex Hotel Colombia – si è assistito, nell’ambito delle iniziative collaterali alla mostra “La mensa dei poveri, la mensa dei ricchi” – la presentazione dell’ultimo lavoro editoriale di Luigi Caricato, l’Atlante degli oli italiani, libro edito da Mondadori.

Con l’autore era presente Maria Novaro, presidente della Fondazione Mario Novaro. A presentare la serata vi era Carla Artelli, responsabile delle attività culturali della Biblioteca Universitaria di Genova; ed era pure presente Cecilia Troiano, sempre della Biblioteca Universitaria di Genova.

I VIDEO

Prima parte

Seconda parte

Terza parte

Nel discorso introduttivo Carla Artelli ha ricordato come la cultura olearia abbia da sempre investito mille campi, dal punto di vista storico, architettonico e religioso. In particolare, seguendo le antiche prescrizioni rituali, l’olio permetteva di evitare il contatto con altri grassi animali e quindi permetteva un approccio “puro” con l’alimento.
Tale approccio è alla base di quel tesoro che abbiamo ereditato e che abbiamo chiamato dieta “mediterranea”: se oggi questa cultura olearia è stata anche esportata all’estero, il merito è soprattutto dell’Italia.

Maria Novaro ha commentato e letto tre interessanti brani letterari. Il primo è l’estratto di un contributo di Luigi Caricato apparso nel 2008 su “La Riviera Ligure”, il quadrimestrale della Fondazione Mario Novaro.

Nell’articolo, dal titolo L’altro volto della “Riviera Ligure”, Caricato scrive:
“Nel contesto operativo nel quale ci si muoveva allora, l’idea di concepire una rivista che promuovesse le scelte consumistiche è stata a dir poco un’idea fuori del comune …”.

Il secondo brano presentato da Maria Novaro è tratto da La crisi dell’olivicoltura in Liguria di Giovanni Boine, apparso sulla rivista letteraria “La Voce” del 6 luglio 1911.
Commentando il noto testo di Boine, Maria Novaro ha sottolineato che la coltivazione dell’olivo ha contribuito in modo determinante all’economia della Liguria, e soprattutto del Ponente Ligure.
Scriveva Boine:
“Perché gli ulivi lentissimi a crescere, tardissimi a dare, solo i popoli ricchi li han coltivati; solo le generazioni a cui altre generazioni han tramandata una ricchezza sicura”

Il terzo brano, meno noto, è tratto dal libro “Dei modi e costumi d’Italia” di Giuseppe Baretti, libro pubblicato in inglese a Londra nel 1768.
Baretti scrisse che:
“l’olivo prospera laggiù [nel Ponente Ligure] forse meglio che in qualsiasi altra parte del mondo conosciuto”.

Un’opera di alta divulgazione scientifica

L’Atlante degli oli italiani è il trentatresimo libro sull’olio scritto da Luigi Caricato. L’autore si è soffermato innanzitutto sullo stile che ha adottato per questa importante opera di alta divulgazione scientifica, spiegando di avere scelto come linguaggio quello della narrazione, così che la lettura risultasse più piacevole.

Un pregio del libro è la presenza di molte immagini selezionate anche per la loro bellezza. Dando una “visione geografica” dell’olio, l’opera costituisce una sintesi culturale che, nel nostro Paese, mancava. Nel libro sono presenti sintesi storiche mai sganciate dalla geografia: il cosiddetto “genius loci” in Italia ha un senso importante. Nell’Atlante sono presenti tutte le Regioni d’Italia, nessuna esclusa.

Luigi Caricato ha quindi spiegato il contenuto del libro, soffermandosi in particolare sui capitoli che precedono quelli dedicati alle singole Regioni.

Raccontare l’olio in modo diverso

Il libro inizia con un titolo significativo: “L’olio siamo noi”. Infatti all’estero, noi Italiani siamo proprio visti come “quelli dell’olio”.
A questo proposito, lo scrittore ha commentato:
Anche se è certo che noi Italiani siamo molto bravi, dobbiamo guardare al futuro. E’ il tema del prossimo Olio Officina Festival del gennaio 2016: L’olio del futuro. E’ più che mai urgente l’esigenza di raccontare l’olio in modo diverso.
La rivista “La Riviera Ligure”, ad esempio, sapeva raccontare l’olio non solo in maniera poetica: ciò che manca oggi è innanzitutto questo aspetto culturale.

Illustrazione di Plinio Lomellini per l’Inno all’Olivo di Giovanni Pascoli,

pubblicato sulla rivista La Riviera Ligure nel 1901

Il capitolo “Olio di frutti” spiega che la superiorità dell’olio da olive deriva da un fatto facile a comprendersi: le sostanze presenti nel frutto dell’olivo, al fine di proteggerlo, sono le stesse sostanze protettive che confluiscono nell’olio che da esso è estratto.

Riguardo al successivo capitolo, Luigi Caricato ha dichiarato:
Sono orgoglioso di avere scritto il capitolo “Famiglie dell’olio”. Famiglie come i Novaro, i Bertolli, i Carapelli sono state fondamentali. Però non tutte le famiglie importanti hanno conservato i documenti della loro storia.

Nel libro sono anche indicati cento oli italiani: “Non sono i cento oli migliori d’Italia, ma una scelta di oli eccellenti insieme a una scelta di oli rappresentativi dell’ingegno e della creatività.”

Per ogni regione sono presenti brani letterari perché – dice Caricato – io amo la letteratura. Oltre che autore di trentatre libri sull’olio, sono anche autore di un romanzo: L’olio della conversione, dedicato alla vita di San Giuseppe da Copertino.

Quando noi raccontiamo, c’è sempre poi qualcuno che raccoglie

Lo scrittore ha anche rivelato che è stato spinto a scrivere sull’olio da un importante scrittore e saggista, Giuseppe Pontiggia.
Il nostro, più che un rapporto di amicizia era di tipo genitoriale: io avevo per lui un affetto filiale. Avendogli confidato certe mie aspirazioni, Giuseppe Pontiggia mi ha detto: “devi creare questo movimento culturale”.

Luigi Caricato ha anche avuto parole di apprezzamento per il movimento TreeDream, che ha raccolto in modo operativo la sua indicazione di “differenziare” l’olio prodotto da oliveti d’alta quota.

Quando noi raccontiamo, c’è sempre poi qualcuno che raccoglie, e trova fiducia e forza.
Ad esempio, il movimento culturale TreeDream partendo dal basso sta recuperando oliveti abbandonati, riunendo i contadini.

Le ultime parole dell’applauditissima conferenza sono un esplicito invito all’azione:
Per me la cultura è questo e l’Atlante respira questa cultura. La tradizione non deve essere archeologia.
Non si può ragionare ancorati al passato, la tradizione serve per andare avanti!

L’immagine di apertura riprende una antica carta d’Italia, risalente al 1541, una xilografia realizzata secondo gli studi di C. Tolomeo e tratta dalla celebre Geographiaestampata a Vienna dalla tipografia Trechsel per gli editori Pirckheimer e Villanovanus. Tratta da Internet

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