Visioni

Il mondo agricolo continua a essere sordo

Giovanni Melcarne

È stato un cammino lungo 7 anni.

Ho creduto mi sono impegnato e battuto per il Territorio e per la Scienza, nella convinzione che il proprio bene passi per il bene di tutti.

Ho dedicato tempo, soldi e passione. L’ho fatto assieme a pochi altri. Ora però è arrivato il momento delle scelte.

La mia azienda, unica fonte di reddito per me e per i miei collaboratori, è stata per lungo tempo da me trascurata. Da oggi merita tutta la mia attenzione. Le ho sottratto troppo tempo prezioso e, serenamente, oggi torno ad occuparmene.

Il mondo agricolo, e non solo, continua a essere “sordo” anche di fronte ad un territorio distrutto da Xylella. Peccato.

A partire dal 26 settembre sospendo la ricerca dei semenzali spontanei e la ricerca sugli innesti che continuerà senza di me perché fa capo ad un progetto, avviato da un anno e mezzo circa, della Regione Puglia/CNR.

Mi limiterò solo a garantire i servizi essenziali e pattuiti con il CNR di Bari, finché lo stesso non troverà un’alternativa. Parlo di servizi “pattuiti” perché molti lavori li ho fatti per passione, con fondi miei e quindi fuori dal budget previsto dal progetto.

Sia ben chiaro, nessuno mi ha mai obbligato a fare quello che ho fatto.

In questi giorni si chiude una stagione difficile. Durante il lockdown è stato svolto un lavoro importante, grazie al CNR, al collega Francesco Specchia, ai miei collaboratori e al sottoscritto. In soli 4 mesi siamo riusciti a mettere sotto test molte cultivar e semenzali spontanei salentini di olivo.

In questo modo pensiamo di essere riusciti ad aumentare notevolmente le possibilità di ottenere nel prossimo futuro un’alternativa per questo territorio. C’è una serra stracolma di materiale genetico avviato alla sperimentazione. Per i primi risultati delle prove in essere c’è solo da accudire le piante e aspettare il tempo necessario.

Ovviamente non lascio la Ricerca. La mia azienda ha sempre investito in ricerca e innovazione. E oggi in Salento, in olivicoltura, innovazione significa soprattutto miglioramento genetico. Su questo, investirò il mio tempo e le mie risorse. Il Salento “de lu sule, lu mare, lu jentu” non mi appartiene. Il Salento che esce dal medioevo e osa, sì.

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