Visioni

Il Natale della madre di Gesù

Sante Ambrosi

Ho tanta voglia di uscire da questo turbinio di luci che si accendono per il Natale.

Sono come stordito da tanta esasperazione che mi circonda e mi avvolge, carica di auguri e parole, che non so dove portino.

Tante parole per dire le stesse cose e niente di nuovo e di consolante.

Si diffonde in tutti i modi e in ogni angolo della città l’invito alla gioia, che si è persa da tempo.

Tutti a ripetere un invito alla festa quando non c’è più niente da festeggiare, forse perché il cuore di noi ha spento ogni fiamma di gioia.

Per tutti questi motivi, sono tornato da te, Maria, per cogliere il tuo Natale, quello che hai vissuto in prima persona quando ti ha scosso, dal tuo silenzio, l’angelo Gabriele.

L’evangelista Luca racconta che tu vivevi lontana dalle piazze e lontana anche dal Tempio Santo che è in Gerusalemme. Eri avvolta nel tuo silenzio, nella tua casa di Nazaret.

La voce dell’Angelo ti ha subito sconvolta perché ti ha strappata da quel misterioso silenzio in cui eri. Per questo l’Angelo ha dovuto rallegrarti subito: “rallegrati o prediletta da Dio.”

Mi affascina oggi più che mai questo tuo silenzio nel quale ti ha trovato l’angelo Gabriele e il tuo sbigottimento per essere stata strappata da esso.

Eri in silenzio, non per disprezzo degli altri, ma solo perché sentivi il bisogno di conversare con Dio, a tu per tu. A te bastava il suo misterioso parlare, un parlare diverso dal parlare di noi mortali.

In quale lingua parlavi con il tuo Dio? Anch’io vorrei saperlo. Forse ti lasciavi guidare dal cuore e dallo spirito che parla e prega in noi e per noi.

Un silenzio che ti ha accompagnato anche dopo, quando ti hanno costretta per ordine di un procuratore di Roma di andare a Betlemme per un censimento ostile, per te che, aspettavi la nascita. E sei andata senza protestare, in silenzio anche di fronte alle porte chiuse, per te, nella Città Santa.

Sempre in silenzio con tante domande che certamente ti facevi e che ciascuno di noi può tranquillamente immaginare.

Meno male che ci sono stati i pastori, gente semplice, gente anch’essa abituata da sempre al silenzio, a farti compagnia. E ancora gli angeli, che sono usciti dal loro eterno silenzio per dirti “rallegrati, prediletta da Dio”. Tutti quelli che vengono dal silenzio e si nutrono di silenzio cantano in coro insieme e non hanno bisogno di prove, perché sono insieme da sempre.

Amo il silenzio, corpo fecondo che genera sempre di nuovo l’Eterna Parola nel mondo.

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