La democrazia liberale non è solo un sistema di istituzioni. È anche un sistema di valori fondato sull’idea che l’identità si riconosce nell’alterità, che l’individuo è attraversato dalla voce dell’altro. Il termine “persona” deriva da “per-sonare”, che significa “suonare attraverso”.
La crisi della democrazia liberale dipende sicuramente dal fatto che non c’è un pensiero nuovo sulla democrazia oltre lo Stato. Ma ciò che ha scardinato l’idea stessa di democrazia è la rimozione della relazionalità e della socialità come pratica del nostro vivere quotidiano. È lo spazio offerto all’odio, all’aggressività verbale, alla maleducazione senza freni, all’incompetenza esibita.
Uno degli esiti negativi della globalizzazione è la logica corrosiva della divisione, è il rancore che impedisce il dialogo e la comprensione reciproca, è la paura che chiude in difesa del presente, con una visione del futuro comune che diventa così sempre più buia.
Non basta, dunque, assumere un impegno generico a tornare ad un linguaggio consono. Ci vuole un lavoro di lunga lena per riprendere a costruire e praticare comunità di relazione e ambienti educativi coerenti. Dobbiamo, tuttavia, essere convinti che quest’opera ha un senso di portata storica: difendere e rivitalizzare la democrazia liberale.
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