Visioni

Informatissimi, frenetici idioti

Alfonso Pascale

Dritto e legnoso come una freccia che si conficca nel cuore, ma anche suadente e morbido come la sontuosa arte affabulatoria del suo autore, il volume La parola e l’immagine di Franco Ferrarotti ci fa capire cosa stiamo perdendo su un piano estetico e antropologico con il pervasivo, tentacolare mondo dell’immagine rispetto a quello riflessivo ed evolutivo della parola, del “verbo” parlato, scritto e tramandato.

«La cultura cessa di essere auto-coltivazione», cedendo il passo ad una sinistra semina del Banale, al “maestoso mutismo” del visuale allargato che ha soppiantato quasi del tutto la forza etica e politica del nostro mondo interiore, del senso del tempo, della nostra autenticità profonda, della delicata filigrana che unisce il passato al futuro passando per il progetto dell’umano.

Un’alluvione di segni, informazioni, stimoli sensoriali, tastiere da pigiare e news da cui farci sommergere in quello che Ferrarotti definisce “confusionarismo pratico” e “disordine teoretico, miscellaneo e gratuito”, ci ri-territorializza incessantemente sui non-luoghi delle mode, del virtuale, dei facili stupori, delle interfacce telematiche che ci assorbono senza più educarci e sollecitare il nostro spirito critico. Trasformandoci in una platea di “informatissimi, frenetici idioti”.

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