Si chiama la “Grande Cecità” quella che non ci consente di vedere in che precipizio stiamo cacciando noi, i nostri figli e tutto il pianeta. Di Maio è felice, perché adesso esportiamo in aereo le arance in Cina. Martina protesta, siamo stati noi per primi a permetterlo. Si contendono il merito di esportare arance in Cina.
Ora, l’arancio ha nome botanico Citrus sinensis. Sinensis, cioè cinese. La Cina è la patria dell’arancio. I cinesi lo sanno bene visto che sono il terzo produttore al mondo (14,4 milioni di tonnellate nel 2013). Noi siamo al nono posto (1,7).
È un mondo molto stupido e cieco quello che gioisce perché le arance in aereo (emissioni di CO2, cambiamenti climatici…) arrivano nel paese che per primo e di più le produce.
Si dirà: ma sono le magnifiche arance Tarocco e la Cina non produce arance rosse. Errore! La Cina le produce, e l’Università dello Hunan ha da qualche anno in coltivazione varietà rosse (le chiamano Lido Blood Orange) introdotte dall’Italia. Quindi tra pochissimi anni è presumibile che saranno loro ad esportare in Italia.
Ma noi, adesso, ciechi e stupidi, esultiamo e, per gli agrumicoltori italiani, per quelli che si prendono cura dei paesaggi agrari più belli del mondo, spendiamo solo chiacchiere.
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