Alla fine degli anni ’70, Manlio Rossi-Doria firmò una illuminante prefazione al Quaderno della Cassa per il Mezzogiorno dedicato al Progetto speciale Aree Interne. Dopo aver messo in guardia i decisori pubblici dai due pericoli sempre in agguato in ogni politica di programmazione, la burocratizzazione e la politicizzazione, lo studioso si sofferma sul terzo pericolo: il dirigismo.
“Una politica come quella proposta richiede, per ogni zona elementare, una preparazione accurata e una chiara coscienza della natura e dei limiti degli interventi programmati. Occorrono tempo e riflessione per individuarne e studiarne i problemi, per valutarne le connessioni e le priorità e per indicare e definire le linee di azione, ma occorre principalmente tener presente che i risultati, ai quali si mira, più che dei programmi saranno il frutto del libero e in parte imprevedibile adattamento ad essi da parte dei singoli. Se pertanto nel programmare ci si spinge oltre il limite ragionevole, sino a voler prevedere ogni fase e ogni aspetto del processo, si incorre, appunto, nel pericolo del dirigismo. In tal caso anziché promuovere, si ostacoleranno le azioni spontanee, alle quali principalmente si deve mirare, e le conseguenze saranno di lasciare molte cose sulla carta, di essere smentiti dai fatti, di perdere credito e di dare spazio ai due pericoli rilevati precedentemente”.
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