Visioni

Perché uccidersi in piena salute?

Sante Ambrosi

È successo anche recentemente che una persona per bene, nel pieno della sua vita e senza motivi particolari causati da una malattia, si è tolta la vita. Purtroppo, in questi ultimi tempi si sono ripetuti spesso casi di questo genere, e le domande che si sono affacciate alla mente di molti, in qualche modo, sono anche giunte alle mie orecchie. Le domande più comuni possono essere così precisate: l’uomo usa la sua libertà anche davanti alla sua vita, anche quando non ci sono motivi particolari come certe dure malattie.

La persona umana non è forse libera anche di fronte al momento della sua fine? Dal momento che sono, in più occasioni, coinvolto per tentare una risposta che tenga presente tanti punti di vista consolidati da una lunga tradizione cristiana e non solo, tento di offrire non tanto una risposta esaustiva, quanto semmai alcune riflessioni che già da tempo mi frullano nella mia mente.

Queste mie considerazioni non intendono entrare nel merito di un gesto particolare. Non conoscendo la persona o le persone di cui la stampa, anche recentemente, ha sottolineato, mi limito a esprimere una qualche riflessione che ho maturato non tanto leggendo i Vangeli (anche qui non sempre è facile individuare delle precise e circonstanziate indicazioni), piuttosto limitandomi a ricordare qualche indicazione da autori che magari non si sono riferiti esplicitamente all’insegnamento di Gesù, ma che hanno saputo cogliere indicazioni che ritengo ancora attuali. Potrei parlare del grande filosofo greco Socrate, maestro dello stesso Platone. Invece, mi fermo al nostro Seneca, un filosofo che lessi con cura mentre lo traducevo dai suoi testi che ebbero grande successo nell’ultimo periodo dell’Impero romano. Rileggendolo ancora oggi, lo trovo di estrema attualità per alcuni motivi che vedo ritornare anche nella società tanto evoluta come la nostra.

Non pretendo esaurire le tematiche che fanno parte del suo pensiero, e che troviamo nelle sue opere di filosofo stoico.

Mi fermo solo su due aspetti che mi sembrano particolarmente importanti e attuali, e che ribadisco con estrema sintesi con il solo scopo di focalizzare due atteggiamenti del suo pensiero e della sua vita. Come sappiamo, Seneca era nato a Cordova ed era figlio di un grande rètore, studiò a Roma e divenne maestro di filosofia e retorica al punto che dopo varie traversie (come l’esilio in Corsica), fu chiamato a occupare la funzione di precettore del giovane imperatore, che al tempo era Nerone. Divenne grande maestro e anche un importante funzionario dell’imperatore. Ma per vari motivi cadde in disgrazia e Nerone gli ordinò di suicidarsi. Quando seppe che questo era l’ordine, di fronte al magistrato che glielo comunicava, rispose più o meno con questa sentenza: “riferisci all’imperatore che non ha bisogno di abbruttire la fine della mia vita in modo indegno. Io stesso finirò liberamente la mia vita riconsegnandola a quel Dio (era uno stoico) dal quale mi è stata donata. La ridono in piena libertà per non deturparla in modo indegno.”

È questo un gesto che ebbe una lunga storia non solo ai suoi tempi, ma anche altrove. Possiamo aggiungere che nello stesso pensiero cristiano il gesto ebbe grande risonanza. Ne ricordo almeno uno: Dante stesso, nella sua Divina commedia, colloca come custode del Purgatorio Catone Uticense, pagano e suicida per contrastare la figura di Giulio Cesare. Ebbene, Dante, seguendo le indicazioni di san Tommaso, pensava che talora anche il suicidio, quando è attuato per valori supremi, non doveva essere giudicato negativamente. Anzi, san Tommaso afferma che esso stesso può essere considerato come una specie di Battesimo che salva la persona che lo attua.

La risposta che Seneca ha consegnato all’imperatore Nerone può essere utilizzata anche per molte situazioni nuove nelle quali l’uomo si può trovare, quando una malattia perdurante rende la vita stessa impossibile e senza soluzioni umane. Quindi, non è tanto la presenza di un qualche Nerone oggi, ma piuttosto una tecnologia troppo avanzata che potrebbe rendere impossibile una fine serena e libera.

Per cui, il gesto di Seneca che con libertà e amore riconsegna a Dio la vita, può diventare un gesto altamente simbolico e attuale.

Altra cosa, invece, si verifica quando una persona per diversi motivi si trova a essere in crisi. In crisi perché non riesce a dare più un significato al suo vivere, in quanto ha perso il valore fondamentale dell’esistenza, e addirittura della sua professione, della sua attività.

Come sappiamo, Lucio Seneca ha scritto molte lettere a un suo discepolo, Lucilio, che gli riferiva sempre questioni pratiche di vita. Ne ricordo una, in particolare. Il suo amico e discepolo Lucilio una volta gli manda una lettera nella quale si lamenta di non essere capito e ascoltato: “Caro Seneca, ti dico che sono stanco di impegnarmi come politico e come maestro quando nessuno mi da retta e mi ascolta: la mia vita è ormai inutile.”

Lucio Anneo Seneca gli risponde sempre con cura, e discute con il suo discepolo sui vai argomenti che lo toccano e lo disturbano. Gli argomenti sono molti e uno più prezioso dell’altro. Ne ricordo uno in particolare che ritengo, come sempre, di estrema attualità.

Il suo discepolo, come abbiamo detto sopra, gli parla dell’inutilità di continuare il suo impegno nella vita e nell’agone politico, dal momento che nessuno gli dà retta. Lucio Anneo gli risponde con queste parole, che traduco e trasmetto in modo sintetico, ma credo corretto: “Caro Lucilio, ti ho sempre detto che la tua felicità non riposa nel consenso che verifichi nella tua attività. La tua felicità riposa solo e sempre nel fare bene la cosa buona che credi sia importante. Fai solo quella e lasciala andare nel cammino della vita tua e nella società e nel mondo, anche se da’ l’impressione di essere con la testa altrove: essa troverà la forza di emergere e continuare la sua azione buona.”

Sante Ambrosi

TAG:

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia