Visioni

Quel che ho capito io dell’olio

Paola Cerana

Invitare una profana come me a raccontare cosa ha capito dell’olio è una sfida non facile da accettare. Soprattutto se il palcoscenico che la ospita è il regno comunicativo dell’olio per eccellenza, fondato sull’esperienza di chi ne ha una profonda conoscenza.

Tuttavia, una riflessione mi è sorta spontanea, anzi più che una riflessione si tratta di un sentimento. È quello che, in tanti anni di viaggi di piacere e di lavoro su e giù per il nostro bel Paese, ho assorbito dai volti delle persone che l’olio lo producono. Persone profondamente legate al territorio, alle tradizioni, alla famiglia, alla bellezza di trasformare i frutti del proprio lavoro in prodotti da offrire, in cui dentro non c’è solo la generosità della terra ma anche, e soprattutto, la passione e l’orgoglio di un annoso mestiere.

Ovunque io sia stata, in particolar modo nella bassa Italia e nelle nostre perle di isole, ho fatto tesoro prezioso degli sguardi di piccoli e grandi produttori d’olio che, insieme a piatti dall’indimenticabile impatto gustativo ed emotivo, mi offrivano l’immensa soddisfazione di poter condividere con gli altri il frutto del proprio lavoro. Storie semplici e colossali, vite dedicate all’agricoltura, conoscenze che si sono rivelate preziosi regali.

Grazie a queste persone ho capito che l’olio non è semplicemente l’accompagnamento perfetto per qualsiasi alimento, così come non è qualcosa che fa bene solo al corpo. È piuttosto una creatura, un po’ come un figlio: racchiude tutto l’amore, il sacrificio e la dignità di chi lo cresce e pertanto esige il rispetto di chi ha il desiderio e il piacere di conoscerlo.

Personalmente ho conosciuto tanti oli, dalle pendici dell’Etna ai colli del Garda, spaziando tra sentori e fragranze difficilmente ritrovabili altrove nel mondo. Da semplice consumatrice non addetta ai lavori mi sono istintivamente affezionata più a certe sfumature piuttosto che altre. Ma oltre al prodotto in sé, come fil rouge che unisce le mie esperienze, vince il sentimento di gratitudine per chi mi ha insegnato quanta umanità c’è dentro ogni goccia d’olio fatto con amore. Per questo, penso che non si ripaghi mai abbastanza i produttori talentuosi che meritano d’essere conosciuti per il loro valore.

Ho capito che l’olio non è semplicemente l’accompagnamento perfetto per qualsiasi alimento, è piuttosto una creatura, un po’ come un figlio: racchiude tutto l’amore, il sacrificio e la dignità di chi lo produce

Nel mio piccolo lo faccio anche scrivendo, raccontando le loro storie, e molti sono ormai amici. Ma lo faccio anche esportando le mie esperienze qui in Svizzera, dove da parecchi anni vivo. Il Canton Ticino non è certo conosciuto per la sua produzione d’olio, eppure ha anch’esso un piccolo orgoglio: l’olio del Ceresio. Un extravergine passato e pressato a freddo da olive coltivate sulle sponde del lago, nel Comune di Lugano e nel Malcantone. Le quantità sono relativamente limitate, anche per questioni climatiche: circa quattro tonnellate di olive all’anno, raccolte quasi esclusivamente a mano direttamente dalla pianta. Alla fine si producono circa sei quintali di olio all’anno, dentro il quale c’è la medesima umanità di chi ama la propria terra.

Spesso cammino lungo il Sentiero dell’Olivo, un percorso inaugurato nel 2002 che si snoda tra Gandria e Castagnola, a strapiombo sul lago di Lugano. È molto suggestivo ed è stato voluto dall’Associazione Amici dell’Olivo, persone evidentemente sensibili alla natura e ai suoi frutti. Ebbene, quando cammino qui sorrido guardando gli ulivi che costeggiano il sentiero. Esili alberelli impazienti di crescere, pallide creature rispetto ai loro robusti fratelli mediterranei scolpiti nel tempo. Eppure, questi giovani olivi baciati dal sole lacustre sono una promessa. Lasciano sperare che, in futuro, anche il Ticino possa incrementare la produzione di buon olio prendendo esempio da chi vanta maggiore esperienza.

Ci saranno nuovi volti, dunque, e nuove storie che spero di poter raccontare con l’immutata passione per una realtà che non conosce confini.

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