La mia nipotina Miriam è stata bravissima. Si è laureata in Studi letterari, linguistici e storico-filosofici dissertando su una tesi in Storia della Filosofia. La prova è stata valutata in 110/110 con lode. Il lavoro s’intitola “Il labirinto inestricabile del libero arbitrio. Il dibattito tra Lutero ed Erasmo”.
Affascinata dalla profondità del pensiero di entrambi questi pilastri della modernità, Miriam ha dapprima sintetizzato il profilo teologico-filosofico dei due e poi ha mostrato di prediligere l’impianto teorico della responsabilità etica individuale di Erasmo.
Sono rimasto colpito dalla lucidità con cui è passata dalla dimensione individuale a quella collettiva della lezione di Erasmo, quando questa si tramuta in impegno per la pace tra gli uomini, le chiese o le nazioni.
La pace è stata sempre il più grande programma sociale di Erasmo; un obiettivo perseguibile da parte di coloro che si assumono la responsabilità di agire rettamente e di occupare una posizione dottrinale equilibrata e ripulita dalle “esagerazioni”.
Egli è convinto che l’esito dell’azione riformatrice di Lutero non avrebbe portato ad altro che ad una nuova “teologia infatuata di sé stessa”, ad una nuova Chiesa; insomma a “scacciare un chiodo conficcandovi al suo posto un chiodo nuovo”.
A differenza di Lutero, non è nella sua indole porsi a petto scoperto contro il mondo: animo gentile e delicato, Erasmo prova una sincera avversione per i litigi, o per tutto ciò che appare torbido e disarmonico.
La pace e l’armonia valgono per lui più di ogni altra cosa, e assieme ad esse la dignità dell’uomo, la ragione, l’amore reciproco. Rimane fedele a questi valori soltanto piuttosto che ad un singolo partito.
“E se per questa sua natura appartata e paziente – conclude Miriam – per lungo tempo non è rientrato tra gli eroi della storia al fianco di figure passionali, temerarie nel furore della loro fede, oggi si rivela di un’attualità notevole: in un mondo infiammato ancora da diversità etniche, culturali, ideologiche, religiose, vissute come apparenenze in contrasto tra loro, la soluzione potrebbe risiedere in un confronto non violento e onesto tra presunti ‘nemici’, aperto in maniera franca e disinteressata verso le diversità”.
Si tratta di un’attualizzazione convincente del pensiero di Erasmo in un mondo come il nostro che ha bisogno di praticare il pluralismo e il rispetto reciproco tra i diversi ethos del mercato, le diversità culturali, gli stili di vita e i modelli di produzione e di consumo.
Complimenti a Miriam per il bel lavoro che ha svolto e molti auguri per il suo futuro.
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