Che cosa fu la corte di Federico II? Sicuramente non ebbe sede fisica in nessuna capitale. Fu infatti una corte itinerante. Si trovava lì dove era il sovrano: lo accompagnava in tutti i suoi viaggi e in tutte le sue spedizioni. Era dunque una corte accampata. Raramente poteva giovarsi di edifici accoglienti collocati in un unico centro. I letterati, gli scienziati e gli artisti che erano in contatto con Federico non sempre e ovunque lo potevano seguire.
È stata l’idealizzazione mitizzante successiva a generare molti degli aneddoti che rappresentano l’imperatore svevo a colloquio diretto e costante con l’uno o con l’altro uomo di scienza o di lettere. Tuttavia, un centro fisicamente più individuabile fu certamente l’Università di Napoli, destinata a permanere nei secoli come il prodotto più duraturo del genio di Federico II. Essa costituì il fulcro del sistema di governo federiciano: offrendo la porta di accesso al sapere e, dunque, alla nobiltà d’animo e “di toga”. Nacque per fornire personale competente e perfettamente istruito agli apparati amministrativi. E si sviluppò nel tempo come “studium generale” aperto a un maggior numero di insegnamenti, oltre quelli iniziali del diritto e delle discipline funzionali al suo apprendimento.
Quella vicenda storica ci dice ancora oggi che le funzioni di governo, a qualsiasi livello, si possono esplicare se sono strettamente connesse ad un sistema efficiente della conoscenza. E’ per questo che occorre insistere su questo tasto: non ci saranno mai istituzioni all’altezza dei propri compiti senza un’organizzazione adeguata della cultura e dell’istruzione.
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