Visioni

Un sistema efficiente, un’organizzazione adeguata

Alfonso Pascale

Che cosa fu la corte di Federico II? Sicuramente non ebbe sede fisica in nessuna capitale. Fu infatti una corte itinerante. Si trovava lì dove era il sovrano: lo accompagnava in tutti i suoi viaggi e in tutte le sue spedizioni. Era dunque una corte accampata. Raramente poteva giovarsi di edifici accoglienti collocati in un unico centro. I letterati, gli scienziati e gli artisti che erano in contatto con Federico non sempre e ovunque lo potevano seguire.

È stata l’idealizzazione mitizzante successiva a generare molti degli aneddoti che rappresentano l’imperatore svevo a colloquio diretto e costante con l’uno o con l’altro uomo di scienza o di lettere. Tuttavia, un centro fisicamente più individuabile fu certamente l’Università di Napoli, destinata a permanere nei secoli come il prodotto più duraturo del genio di Federico II. Essa costituì il fulcro del sistema di governo federiciano: offrendo la porta di accesso al sapere e, dunque, alla nobiltà d’animo e “di toga”. Nacque per fornire personale competente e perfettamente istruito agli apparati amministrativi. E si sviluppò nel tempo come “studium generale” aperto a un maggior numero di insegnamenti, oltre quelli iniziali del diritto e delle discipline funzionali al suo apprendimento.

Quella vicenda storica ci dice ancora oggi che le funzioni di governo, a qualsiasi livello, si possono esplicare se sono strettamente connesse ad un sistema efficiente della conoscenza. E’ per questo che occorre insistere su questo tasto: non ci saranno mai istituzioni all’altezza dei propri compiti senza un’organizzazione adeguata della cultura e dell’istruzione.

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia