Economia

“Anche se la crisi morde, intendiamo aprire una porta sul futuro”

Speciale 50 anni Assitol / 4. L’Associazione italiana dell’industria olearia è una galassia in cui si intersecano diverse filiere, che, in un modo o nell’altro, finiscono tutte per completarsi. Un osservatorio privilegiato che consente di avere il polso esatto dell’agroalimentare italiano. Così, nonostante la non autosufficienza produttiva, nonostante la burocrazia, nonostante l’aggravio di norme obsolete, le aziende sono riuscite a valorizzare le produzioni e creare prodotti straordinari, inventando un vero e proprio brand. Il brand dei brand: l’Italia del gusto. Gli interventi del presidente Riccardo Cassetta

Olio Officina

“Anche se la crisi morde, intendiamo aprire una porta sul futuro”

Riportiamo, in questo speciale dedicato ai 50 anni di Assitol, le versioni integrali dei due interventi del presidente Riccardo Cassetta, pronunciati in apertura e a conclusione dell’incontro che si è tenuto la sera di mercoledì 21 settembre a Roma.

 

Il saluto Iniziale. Buon pomeriggio a tutti e benvenuti al nostro compleanno. Ringrazio fin d’ora tutti gli ospiti presenti e quelli che seguiranno a breve: politici, diplomatici, accademici, soci e rappresentanti di altre associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali. È un grande onore, oltre che un vero piacere, avervi qui.

Per noi questa è una giornata di festa, certamente, ma anche di confronto e di riflessione. Assitol compie 50 anni, in un momento delicato per il Paese, ma non per questo rinuncia a celebrare questa ricorrenza. Anche se la crisi morde, noi intendiamo aprire una porta sul futuro: questa giornata vuole essere una risposta a chi vede sempre nero, parla sempre male dell’economia italiana, attacca senza mai proporre idee e soluzioni. Al contrario di idee e soluzioni l’Associazione, in questi 50 anni, ne ha presentate tante. Siamo industriali che, in questi decenni, hanno sempre lavorato a stretto contatto con le filiere e con il settore primario: Nomisma oggi ci aiuterà a disegnare il complesso scenario in cui ci siamo mossi dal 1972, delineando l’evoluzione non soltanto delle filiere ma della spesa alimentare degli italiani. Un’evoluzione che ci porta dritti fino ai giorni nostri, alle conseguenze della crisi ucraina, ai rincari e al ruolo che l’industria agroalimentare e Assitol possono rivestire nell’affrontare i problemi attuali.

Buon convegno a tutti.

Discorso a conclusione della tavola rotonda. Grazie agli amici che hanno partecipato alla tavola rotonda e grazie a Denis Pantini che, come sempre, ha saputo rendere semplice e comprensibile un’analisi che invece è molto complessa.

Abbiamo voluto fortemente questo studio, consapevoli che, per parlare del futuro, occorreva prima fare una retrospettiva su quello che, in questi decenni Assitol ha rappresentato. Ci è sembrato opportuno partire dallo scenario agricolo che ci ha riguardato da vicino in questi ultimi cinque decenni.  La nostra Associazione è una galassia in cui si intersecano filiere diverse, ma tutte, in un modo o nell’altro, finiscono per completarsi. In altre parole, siamo un osservatorio privilegiato, che ci permette di avere il polso esatto dell’agroalimentare italiano.

Cosa ci ha detto l’indagine di Nomisma? Innanzitutto ha dimostrato che per decenni abbiamo dato da mangiare agli italiani nonostante i tanti nodi strutturali del nostro agroalimentare. Non solo: fino alla pandemia, abbiamo consentito agli italiani di mangiare prezzi più convenienti. L’industria ha fatto, come si suol dire, di necessità virtù. Nonostante la non autosufficienza produttiva, nonostante la burocrazia, nonostante l’aggravio di norme obsolete, le aziende sono riuscite a valorizzare le nostre produzioni, a creare prodotti straordinari, a inventare un vero e proprio brand, oserei dire il brand dei brand: l’Italia del gusto. È questo marchio storico che ci ha fatto grandi e che ha consentito anche ad Assitol di crescere. E, cosa ancora più straordinaria, ci siamo riusciti grazie al commercio internazionale, ampliando la nostra rete di scambi. Anche qui, come ci ha spiegato la ricerca di Nomisma, noi italiani ci siamo dimostrati l’eccezione che conferma la regola: gli altri prima costruiscono un solido mercato nazionale, poi vanno all’estero. Noi siamo cresciuti all’interno andando prima all’estero.

Assitol ha subito compreso che doveva sostenere i suoi associati aiutandoli in questa avventura, in Europa e nel mondo. È il suo vero scopo, la sua mission: rappresentare gli interessi dei soci e aiutarli a sciogliere i tanti nodi della quotidianità aziendale. Negli anni ’70, abbiamo aperto la strada all’internazionalizzazione. Oggi cerchiamo di dare indicazioni ai soci in un mondo globalizzato e sempre più online, in cui spesso è difficile distinguere la verità dalle fake news.

Oggi come nel 1972, l’intensità del nostro impegno non deve cambiare, semmai rafforzarsi. Il periodo in cui siamo nati ha rappresentato un momento difficilissimo per il Paese. C’era l’austerity, con la crisi del petrolio e la gente che andava in bicicletta per risparmiare. C’era il terrorismo e un odio feroce per chi faceva impresa. Il 1972 è stato l’anno del Watergate e dell’omicidio Calabresi, due vicende diversissime ma che hanno lasciato una scia terribile dietro di sé. Eppure, quel 27 aprile di 50 anni fa, 48 aziende si sono messe insieme per costruire un futuro diverso. Hanno siglato l’atto costitutivo convinte che bisognasse andare avanti e che, facendosi scudo l’una con l’altra, anche la tempesta sarebbe passata.

È curioso: 50 anni dopo ci troviamo in una situazione molto simile. Non c’è il terrorismo, ma l’atmosfera pesante che sentiamo è molto simile. I rincari energetici con i quali ci confrontiamo ricordano da vicino la crisi petrolifera. Anche oggi viviamo in un teatro di guerra, l’Ucraina è pericolosamente vicina e la violenza è spesso protagonista delle nostre cronache. Riteniamo però che, oggi come allora, a vincere non debba essere lo sconforto, ma il coraggio. Noi possiamo contare su un’eredità, un mandato che è quello dei nostri 48 fondatori. Un gruppo di coraggiosi, se volete, o di incoscienti, che però hanno saputo creare qualcosa di importante e di valido, arrivato fino ad oggi.

Essere qui a celebrare il nostro cinquantesimo anniversario significa rinnovare l’impegno a combattere e a mantenere la rete di sostegno e competenze che ha caratterizzato Assitol. Per certi versi, noi siamo qui a rinnovare e a confermare il progetto nato 50 anni fa.

L’ho detto anche quando ho avuto l’onore di essere eletto presidente dell’Associazione: sono tanti i fronti su cui l’associazione oggi è chiamata a impegnarsi per il cambiamento. Basti pensare al coacervo di norme praticamente archeologiche che appesantiscono l’attività industriale. Se vogliamo ridare slancio al nostro agroalimentare, oltre alla semplificazione di norme e regolamenti, dobbiamo puntare su una sempre maggiore collaborazione con le istituzioni, la pubblica amministrazione e, al tempo stesso, con le organizzazioni agricole.

Ma come fare a rilanciare il nostro impegno al fianco dei nostri soci? Le idee non ci mancano, ma non possiamo fare tutto da soli. Ecco perché chiediamo alla politica, quella del fare e non quella del chiacchierare, alla pubblica amministrazione, agli enti e alle istituzioni di settore, di ascoltarci. Non ci bastano le promesse, chiediamo azioni concrete e tempestive. Solo così possiamo sostenere l’enorme patrimonio economico e sociale rappresentato dalle nostre aziende, fatte da donne e da uomini che, ogni giorno, cercano di tenere in piedi il sistema Italia.

Per queste ragioni, riteniamo sia tempo di conciliare le necessità di industria, agricoltura e politica, in modo da essere più competitivi e coesi, come i Paesi nostri concorrenti. Se si vuole pesare, è fondamentale unire le forze e gli obiettivi.

La ricerca di Nomisma ci parla di frammentazione delle superfici agricole e di sottodimensionamento delle aziende. Condividiamo l’idea che occorra lavorare per l’integrazione di filiera, obiettivo che Assitol ha sempre cercato di realizzare. Dobbiamo sfruttare con intelligenza gli strumenti normativi già esistenti come i contratti integrati di filiera, di distretto e di rete, ma anche l’associazionismo cooperativo e le Organizzazioni di produttori. In questo modo, si può crescere, incrementando il peso economico delle aziende e la loro efficienza.

La nostra ricetta non è molto cambiata, rispetto al 27 aprile 1972. Vogliamo unire, aggregare, costruire. Per queste ragioni Assitol vuole essere la casa di tutte le donne e gli uomini che abbiano voglia di impegnarsi nelle sfide che riteniamo giuste. Una su tutte: aiutare le aziende a garantire agli italiani alimenti buoni, sicuri e salutari, creando al tempo stesso benessere e sicurezza. Non solo ora, ma almeno per i prossimi 50 anni.

Riccardo Cassetta

Presidente Assitol

 

In apertura e all’interno foto Assitol

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