Economia

Cannabis light

C'è una occasione di reddito in più per chi coltiva la canapa. L’agricoltura si apre dunque a nuove coltivazioni. Un incontro a Roma, di Federcanapa, ha fatto il punto su produzione e vendita delle infiorescenze. I coltivatori potrebbero avere giusti redditi senza avere bisogno di sovvenzioni. È un comparto che si sta sviluppando fortemente, almeno come vendite nei negozi dedicati

Marcello Ortenzi

Cannabis light

La canapa industriale, dopo l’entrata in vigore della legge 242/2016 ha suscitato nuove attività di coltivazione e settori d’impiego e recente è la notizia del brevetto Enea per la bioedilizia antisismica.

Un comparto che si sta sviluppando fortemente almeno come vendite nei negozi dedicati è oggi quello che riguarda le infiorescenze della pianta, le cosiddette cannabis light. Le infiorescenze coprono quasi un terzo dell’intero stelo della pianta e anche nelle varietà conformi alla legislazione europea, con THC inferiore allo 0,2%, concentrano oltre al seme, le molecole a più alto valore aggiunto della pianta: flavonoidi, terpenoidi, acidi grassi, altri cannabinoidi, ecc.

A luglio, presso il CNR a Roma, Federcanapa ha promosso una discussione con i soci sul tema delle infiorescenze già vendute da anni e le critiche che a volte sono venute sulla natura di questo prodotto. Gli interventi nella riunione hanno evidenziato che da un po’ di tempo si è notato un boom della cosiddetta cannabis light, venduta in un barattolino di cime di canapa in negozi che si sono moltiplicati nelle città. In un momento in cui i coltivatori di canapa faticano a remunerare i costi la vendita a buon presso di questa parte della pianta sembra essere una nuova risorsa italiani.

Tutte le persone che si sono recate ad una fiera o ad un evento di settore negli ultimi anni, hanno potuto trovare infiorescenze di diverse genetiche di canapa, tutte di diverse varietà certificate a livello europeo e che sviluppano al massimo lo 0,2% di THC, impacchettate in diversi modi.

Due aziende in particolare Mary Moonlight ed Easy Joint, hanno iniziato a pubblicizzare i propri prodotti specificando di usare canapa nazionale coltivata legalmente e il rappresentante della Easy Joint è intervenuto nella discussione. E’ stato sottolineato che la legge nazionale entrata in vigore a gennaio non da prescrizioni sul tema infiorescenze né altra norma e questo sembra consentire di utilizzarle sia in campo alimentare sia a scopo ricreativo.

Secondo un report di mercato appena consegnato e redatto da un ricercatore italiano della Sorbona, Davide Fortin, che si occupa di cannabis “con un quadro legislativo ad hoc le attività commerciali di cannabis light in Italia potrebbero generare un fatturato annuo minimo di circa 44 milioni creando l’equivalente di almeno 960 posti di lavoro fissi. Inoltre, poiché la filiera produttiva è quasi totalmente confinata in Italia, le previsioni circa le oltre 20 tonnellate acquistate porterebbero all’erario una tassazione minima annua attorno ai 6 milioni di euro”.

Federcanapa, è favorevole a queste infiorescenze perché la commercializzazione di esse sta svolgendo un’azione utilissima per l’intera filiera. In breve tempo si è dato valore economico a una parte della pianta, l’infiorescenza, fino ad ora non utilizzata. Tuttavia per Federcanapa, come anche raccomanda il ricercatore, è necessario che si producano normative che regolamentino il mercato, indicando gli importanti temi della tracciabilità, l’etichettatura e altre variabili da normalizzare. I coltivatori potrebbero avere giusti redditi senza avere bisogno di sovvenzioni pubbliche, unendo lo sfruttamento sia la fibra sia l’infiorescenza della canapa, che la vendita dei semi.

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