Che economia circolare è
Bloccata dal fenomeno Nimby e dalla burocrazia, in Italia ancora non decolla. Sono diversi gli ostacoli all’attuazione della direttiva europea. L’End of waste (ovvero, la cessazione dello stato di rifiuto) è stato bloccato in Parlamento dal movimento 5 Stelle e non ha trovato soluzione neanche nel recente decreto Semplificazione. Al convegno di Legambiente, intanto, è stata formulata la proposta di avviare un’operazione culturale e una cabina di regia formata da tutti gli attori della filiera

In un convegno a Roma il 6 febbraio Legambiente ha evidenziato a rappresentanti del Governo e del Parlamento che l’economia circolare è ampiamente ostacolata in Italia dal fenomeno Nimby e dalla burocrazia. La normativa europea di recente approvazione (Direttiva quadro sui rifiuti) che peraltro guarda soltanto ai rifiuti urbani (oltre 30 mln di ton/anno in Italia) dispone che entro il 2035 dovrà essere avviato a riciclo almeno il 65% dei rifiuti e conferito un massimo del 10% in discarica, indirizzando così il rimanente 25% a recupero energetico.
Legambiente evidenzia che in Italia non c’è un’adeguata rete impiantistica a supporto di queste operazioni e la scarsità degli impianti fa sì che in molti contesti territoriali si assista ad un trasferimento dei rifiuti raccolti in altre regioni o all’estero, come a Roma. La deputata Chiara Braga (PD) intervenuta ha sottolineato la presenza di una «prevenzione ideologica» verso imprese e impianti utili all’economia circolare e il presidente del consorzio Cic Alessandro Canovai ha confermato che non c’è più consenso intorno a strutture positive di trattamento rifiuti a partire da impianti compostaggio e biometano.
Tutta la filiera impiantistica si trova in grave sofferenza. Per ovviare al problema si è proposta una migliore comunicazione ambientale, e un maggiore coinvolgimento degli stakeholder. Tuttavia se manca capacità e volontà politica di fare sintesi non si uscirà dal deficit di intervento. L’End of waste (cessazione dello stato di rifiuto) è stato bloccato in Parlamento dal movimento 5 Stelle e non ha trovato così soluzione neanche nel recente decreto Semplificazione.
Sono «55 milioni le tonnellate di rifiuti, su un totale tra urbani, speciali e pericolosi di 165 milioni di tonnellate, pari quindi al 33% del totale complessivamente prodotto in Italia di questi decreti che semplificherebbero il loro riciclo e ridurrebbero il loro conferimento in discarica, negli inceneritori o il loro smaltimento illegale. Il ministro Costa ha replicato che il Governo sta lavorando sull’End of waste e spera che il Parlamento legiferi in materia molto presto. Un’altra proposta uscita dal convegno è stata di creare una cabina di regia che metta intorno al tavolo tutti gli attori della filiera, dai produttori fino ai consumatori, passando da chi progetta e chi ricicla.
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