Economia

Chiara Coricelli: “La nostra parola chiave? Tracciabilità”

Anticipazione. Secondo l'ad della Pietro Coricelli Spa, "la tecnologia aiuta a rendere visibile non solo ciò che sta dentro, ma anche quel che sta dietro ogni singola bottiglia di olio. Il prodotto - precisa - siamo noi, noi siamo l’olio contenuto nelle bottiglie. Proprio per questo abbiamo ritenuto che il nostro olio extra vergine di oliva classico, il prodotto più venduto, sia trasparente e alla portata di tutti". Un utile approfondimento su temi di grande attualità. È in distribuzione, a breve, il tabloid edito da Olio Officina interamente dedicato a tracciabilità e sostenibilità

Luigi Caricato

Chiara Coricelli: “La nostra parola chiave? Tracciabilità”

I lettori di OOF International Magazine riceveranno a breve il tabloid dedicato al tema tracciabilità e sostenibilità, con protagonista Chiara Coricelli, ad della storica casa olearia umbra Pietro Coricelli, di Spoleto.

Chi vuole prendere già diretta visione può cliccare QUI per leggere la versione digitale sfogliabile e,volendo, scaricarla in formato pdf.

Noi ne riportiamo di seguito alcuni stralci. Buona lettura.

INTERVISTA A CHIARA CORICELLI

Il riconoscimento della qualità non può che rientrare in una logica fondata su due concetti chiave: “trasparenza” e “sicurezza”. Ecco allora il motivo del nostro incontro, a Spoleto, con Chiara Coricelli, amministratore delegato della nota casa olearia Pietro Coricelli Spa.

Un tema così fondamentale e significativo ci è parso giusto affrontarlo con chi, come è stato pubblicamente ribadito in più occasioni, rappresenta “la prima industria olearia italiana a puntare sulla blockchain per garantire la qualità dei propri prodotti, offrire massima sicurezza e trasparenza e, al tempo stesso, aiutare i consumatori per un acquisto più consapevole”.

Per dare un senso concreto a una parola come “tracciabilità”, abbiamo pensato bene di visitare l’azienda della famiglia Coricelli. Siamo entrati con grande curiosità all’interno dello stabilimento, proprio là dove si può verificare in prima persona l’operato di una impresa, là dove è possibile rendersi conto di quel che accade “dietro le quinte”, là dove il fruitore dell’olio nemmeno immagina come sia impostata una struttura operativa, ma di quell’azienda ne riconosce marchio e prodotto.

La conversazione con Chiara Coricelli ha inizio mentre percorriamo a piedi la vasta area dello stabilimento. Siamo a Spoleto, in provincia di Perugia, in Umbria.

È uno spettacolo percorrere in lungo e in largo uno stabilimento, fino a stancarsi, visti anche i grandi spazi di cui si compone l’area. È per certi versi paragonabile a una cittadella, dove opera una comunità che il consumatore forse nemmeno immagina. Per me, per il lavoro che svolgo, di opifici industriali ne ho visitati tanti, ma non tutti sono così ben concepiti e organizzati. Mi sembra giusto complimentarmi…

Grazie, fa piacere che sia così evidente la passione e l’attenzione con cui curiamo ogni particolare. Non tutti possono prendere visione di uno stabilimento, sarebbe impossibile accogliere tutti i nostri clienti. Poterlo fare attraverso questa conversazione è un po’ come renderlo in qualche modo familiare ai lettori. Come ha notato, la nostra sede comprende uno spazio esteso, di dimensioni industriali. Sapere da lei che quel che è stato concepito per essere funzionale risulti tale anche agli occhi di chi lo sta visitando è per la mia famiglia un motivo di orgoglio.

Ecco, mi sembra di capire che l’espressione orgoglio sia pronunciata da lei senza alcun timore di definirsi per quello che si è: una realtà “industriale”. Oggi la parola industria sembra non essere compresa, eppure la storia delle grandi famiglie di oleari che hanno reso celebre l’olio ricavato dalle olive nel mondo parte proprio dall’impegno degli industriali oleari che hanno avuto l’intuizione di far viaggiare ovunque in bottiglia l’olio rendendolo un alimento popolare e universale, non più relegato a un consumo confinato all’interno dell’area di produzione…

Sì, siamo orgogliosi e fieri di essere un’entità definita per quello che è: un’industria olearia. La parola industria può ingenerare oggi equivoci, ma noi, con la nostra attività, siamo impegnati da oltre 80 anni, partendo dal campo fino a giungere al prodotto finale. Siamo prima di tutto produttori con gli oliveti di famiglia, anche se questi non potranno mai soddisfare le grandi richieste di olio. Siamo uno storico Paese produttore e consumatore da sempre deficitario di prodotto. Per questo, è inevitabile che occupandoci di olio si debba attingere a una pluralità di produzioni, espressione di una pluralità di olivicolture. Noi siamo qui, e, come ha potuto vedere visitando ogni settore dello stabilimento, la nostra struttura racconta fedelmente la nostra storia. È il motivo per cui abbiamo deciso di adottare l’appellativo di “Casa Coricelli”, perché il luogo in cui lavoriamo è come se fosse per noi l’estensione della nostra casa. Le aziende familiari hanno questo di speciale: quello di sentirsi a casa e di far sentire a casa anche chi viene a visitarci.

È per questo che uno dei vostri claim più efficaci è “Racconti di famiglia”. Il vostro obiettivo – se ho ben compreso – è rendere familiare, attraverso il prodotto, anche l’operato stesso della vostra impresa. È per questo che avete deciso di puntare moltissimo sulla tracciabilità?

Sì, anche per questo, ma non solo. Quando un ospite entra nella tua casa, vuole sentirsi accolto ed essere parte viva. Noi che già entriamo da molti decenni con le nostre bottiglie nelle case di chi ha deciso di acquistare i nostri oli – proprio nell’intimità di una casa, nel cuore pulsante che è la cucina – non possiamo esimerci dall’aprire idealmente anche noi la nostra casa, rendendola visibile. Possiamo farlo simbolicamente, ma anche in modo concreto attraverso la tecnologia. Il prodotto siamo noi, noi siamo l’olio contenuto nelle bottiglie. Proprio per questo abbiamo ritenuto che il nostro olio extra vergine di oliva classico, il prodotto più venduto, sia trasparente ed alla portata di tutti. La tecnologia ci aiuta a rendere visibile non solo ciò che sta dentro, ma anche quel che sta dietro ogni singola bottiglia di olio.

C’è una parola che svela al consumatore questa tecnologia: blockchain. Cosa significa?

È una tecnologia al passo con i tempi di cui siamo fieri di aver creduto e investito.

Cosa fa?

Permette di offrire garanzie certe ai nostri clienti. I nostri oli parlano una lingua in grado di esprimere tutta la qualità implicita a ciascuno dei prodotti presenti in commercio. Abbiamo però voluto andare oltre la fedeltà e la buona reputazione di cui gode il nostro cognome, e con esso il nostro marchio aziendale, il nome del fondatore Pietro Coricelli. Così abbiamo deciso di aderire al progetto IBM Food Trust, allo scopo di tracciare il percorso qualità dell’olio, andando ben oltre l’origine della materia prima. Questo progetto offre al consumatore contenuti digitali di qualità tracciata, massima sicurezza e lo aiuta a fare una scelta di acquisto più consapevole applicata al prodotto più venduto, il nostro Extravergine Pietro Coricelli. Il rapporto con il consumatore è la nostra priorità e su questo stiamo indirizzando i nostri sforzi.

La tecnologia è alla portata di tutti, ma non tutti sono nativi digitali. Possiamo spiegare bene in cosa consiste questa tecnologia attraverso un esempio pratico?

Certo. Abbiamo siglato un accordo con SAS Informatica, di Perugia, business partner di IBM.

Nel nostro caso come prima industria olearia italiana a scegliere la tecnologia blockchain di IBM Food Trust abbiamo deciso di puntare sulla trasparenza e creare etichetteintelligenti dove condividere il percorso di qualità del nostro olio, che diventano quindi una carta d’identità immutabile sul prodotto.

Bene, siete partiti proprio dal vostro prodotto più popolare e democratico, quello che raggiunge un pubblico più vasto…

Sì, perché le garanzie vanno date proprio a partire dal prodotto più venduto e distribuito proprio per fare in modo che tutti i nostri consumatori possano accedere alla referenza certificata.

Il nostro “Classico” è stato il primo prodotto ad aver utilizzato la piattaforma blockchain IFT.

Come è possibile prendere visione di questo sistema di tracciabilità? Riescono a usufruirne tutti?

Sì, ormai lo smartphone è tra le mani di chiunque. Basta inquadrare il QR Code posto in etichetta. Tutto qui. La differenza sta in ciò che si vede. Noi offriamo contenuti digitali tracciati che permettono a chi acquista l’olio di appurare ciò che sta dietro con la massima trasparenza. Non forniamo qualcosa di generico, ma una serie di dettagli ben circostanziati, con tutte le analisi chimico-fisiche che stabiliscono natura e valore intrinseco dell’olio. Attenzione, però: vi si trovano i documenti degli Enti che rilasciano i certificati delle analisi, come pure i risultati del panel test, sia di quello effettuato all’interno della nostra azienda, dai nostri esperti, sia di quello che otteniamo da società esterne e indipendenti, e questo a ulteriore tutela del consumatore. Lo facciamo perché la qualità non è fatta solo di parole, ma di atti concreti, regolarmente certificati.

Una scelta razionale. Il consumatore che fruisce dei vostri extra vergini proprio perché li apprezza e perché si fida di un marchio storico, ora, con questa tecnologia, si può fidare ancora di più perché tutto è documentato, in un’ottica di massima sicurezza e trasparenza

Proprio così, il nostro impegno consiste proprio in questo: nel rendere maggiormente consapevole del valore dell’olio acquistato chi ha deciso di compiere una scelta ben precisa, portando nella propria cucina, l’olio Pietro Coricelli che diventa “l’olio di Casa”.

Spesso dicono che il consumatore non sia a conoscenza del prodotto – soprattutto in materia di oli – e acquista senza soffermarsi su nulla, se non puntando unicamente il prezzo più conveniente. È proprio così?

Direi di no, è un giudizio severo. Il consumatore oggi acquista secondo una logica differente rispetto al passato. Perché ha più elementi per capire e tutelarsi. Solo che le aziende devono a loro volta facilitare il compito del consumatore, impegnandosi nel creare le condizioni ideali per farlo decidere con piena cognizione. Riguardo al prezzo, chiunque cerca sempre di risparmiare, come è giusto che sia. Noi però, attraverso il nostro impegno, dobbiamo garantire il giusto rapporto qualità-prezzo, facendo in modo che anche il prodotto più popolare sia alla portata di tutte le tasche senza rinunciare alla fruizione di una qualità oggettiva, accertata e documentata. È il motivo per cui abbiamo puntato sulla blockchain. Vogliamo garantire la qualità dei nostri oli e valorizzarli in tutta la loro evidenza.

Sull’olio extra vergine di oliva circolano informazioni non sempre corrette. C’è una comunicazione imperfetta e imprecisa che non facilita i consumatori nel riconoscere il valore effettivo della qualità. È per tale motivo che avete voluto fare chiarezza ricorrendo a strumenti oggettivi che si basino solo su fatti e documenti concreti?

Sì, anche per questa ragione. Abbiamo voluto puntare sulla massima trasparenza perché sono convinta che quando si offrono ai consumatori tutte le informazioni possibili, ampiamente documentate, su quanto è contenuto in bottiglia, allora, sì, si è compiuto un passo importante, che è un po’ l’equivalente di un patto di fedeltà tra chi pone in vendita l’olio e chi ha deciso di acquistarlo.

Insomma, la tecnologia aiuta…

E quanto! Tantissimo. Su questo percorso virtuoso, cui abbiamo sempre creduto, continueremo investendo in risorse umane e finanziarie, proprio perché abbiamo a cuore i valori su cui si fonda la nostra famiglia, attiva com’è sul mercato da oltre 80 anni. Ci crediamo molto. L’aver voluto offrire garanzie, a partire dal nostro olio più venduto è motivo per me di grande orgoglio. La vera sfida, è averlo fatto sul prodotto più accessibile. La tecnologia blockchain è uno strumento formidabile.

Oggi lo scenario è diverso rispetto al passato, ma non crede che manchi ancora qualcosa? Non ravvisa la mancanza di una piena consapevolezza rispetto al grande valore intrinseco al prodotto olio extra vergine di oliva?

Posso essere diretta ed esplicita ed esprimere un mio pensiero sfacciato e impertinente al riguardo?

Certamente. Siamo qui per non trascurare nulla e informare…

Sono convinta che una piena consapevolezza della straordinaria natura e bontà degli oli extra vergine di oliva non sia stata ancora acquisita del tutto. Sono però ottimista. Pensi a come la tecnologia possa aiutare a comunicare correttamente il valore che ha l’olio. Io stessa ho creato nuove formule di comunicazione spiegando come utilizzare al meglio l’olio. Internet ci aiuta e facilita in questo compito di informare. C’è un problema.

Quale?

Ha presente il vino? Se si è in compagnia si finisce in pochi sorsi ma quando si è soli e avanza del vino dalla bottiglia c’è l’abitudine a prestare la massima accortezza, in modo da non lasciarla mai aperta, cercando di conservarlo bene. Con l’olio è diverso. Pensiamo che sia così buono da rimanere sempre integro e perfetto. Invece un tratto distintivo dell’olio, anche del migliore in commercio, è la sua precarietà, il suo essere soggetto a subire danni se non conservato correttamente. Ecco, queste informazioni mancano. Nelle etichette vi sono indicazioni utili ma essenziali. Invece occorre fare in modo che si prenda coscienza della vera natura fragile e sorprendentemente possente dell’olio. Come tutto ciò che è prezioso e ha valore, l’olio extra vergine di oliva è fragile. Ma lo stesso olio racchiude un patrimonio di molecole responsabili di profumo, gusto, sapidità e salubrità, ed è perciò possente. Ecco, noi dobbiamo educare a far percepire la vera natura dell’olio: fragile e possente allo stesso tempo. C’è una natura che lo rende unico: piace e fa bene alla salute. Esiste però un tallone di Achille: la sua fragilità, che impone di averne la massima cura. Noi di Pietro Coricelli ci stiamo impegnando anche su questo fronte, senza mai stancarci di investire sull’informazione. Poniamo in vendita l’olio ma offriamo con esso anche un servizio.

Visitando l’azienda ho potuto constatare che viene prestata ogni cura. Forse bisognerebbe far conoscere tutti i processi della produzione in ogni fase, dall’estrazione dell’olio in avanti, e renderli popolari. In modo da rendere familiare l’olio e ritenerlo per quello che è: un patrimonio di valori…

Sì, noi già lo facciamo. Per noi comunicare è importante quanto lo è l’olio. Come ha potuto constatare visitando lo stabilimento, niente viene trascurato, tutto è stato concepito per prestare la massima attenzione al prodotto, tenuto sempre sotto controllo, con analisi dettagliate e approfondite, panel test, perché attraverso la valutazione sensoriale sia possibile accertarne la qualità e la sua costanza nel tempo. La shelf-life è importante, ma occorre l’impegno di tutti. È come una corsa a staffetta. Tutti devono fare la propria parte: avere la massima cura dell’olio. Sono ottimista perché oggi la tecnologia, sulla quale investiamo tantissimo, ci è enormemente d’aiuto.

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