Economia

Come debellare il caporalato? Intervista ad Antonio Gagliardi

Segretario regionale di Flai Cgil Puglia, da anni lavora per contrastare tale forma di sfruttamento, la precarietà e il sotto-salario. Ciò che soprattutto manca, dichiara, è la volontà politica, di utilizzare i fondi per cancellare definitivamente le baraccopoli e, al tempo stesso, una presa di coscienza della dannosità di certe leggi

Roberto De Petro

Come debellare il caporalato? Intervista ad Antonio Gagliardi

Iniziata la stagione dei grandi raccolti emergono le criticità del settore primario con indagini e inchieste sul “sistema caporalato” che coinvolge da tempo le imprese di un settore strategico per l’economia italiana e pugliese qual è quello agricolo.

L’ultima è dei giorni scorsi, dove, come precisa la Flai Cgil a margine dell’inchiesta denominata “Caporalis”, sono state arrestate due persone ed indagate dodici.

Per Antonio Gagliardi, Segretario regionale della Flai Cgil Puglia che da anni è in prima linea nel contrasto al caporalato, alla precarietà e al sotto-salario, le prime vittime sono i braccianti immigrati la cui tesi è non tanto applicare un’azione repressiva quanto l’applicazione effettiva e totale delle leggi in materia, come la 116 del 2014 e 199 del 2016.

C’è da registrare un dato: diminuisce ancora il numero degli operai agricoli in Puglia: quali sono le province in cui si registra il calo maggiore e per quali motivi? “Negli ultimi sette anni – precisa Gagliardi – la nostra regione ha perso quasi 33mila braccianti e questa decrescita interessa un po’ tutte le province pugliesi tranne Foggia”.

E la situazione dei ghetti? “Quella dei ghetti – afferma Gagliardi – è una situazione intollerabile, che va avanti da tanti, troppi anni. E i caporali ringraziano, perché le baraccopoli sono diventate anche luoghi dove reclutare braccianti che poi finiscono per essere pagati poco o nulla”.

Allora cosa manca? “Manca la volontà politica – sottolinea Gagliardi – di utilizzare i fondi per cancellare definitivamente le baraccopoli, e al tempo stesso una presa di coscienza della dannosità di certe leggi. Prima fra tutte la Bossi-Fini.

Poi c’è la questione che alle aziende agricole pugliesi che non si iscrivono alla Rete del Lavoro agricolo di Qualità, anzi pare che ci siano delle defezioni? “Proprio così – dice amareggiato Gagliardi – a fronte di un già basso numero di adesioni, l’aggiornamento a maggio 2024, registra un deciso arretramento delle aziende iscritte alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità contro lo sfruttamento lavorativo ed il Caporalato”.

Ed i controlli da parte delle Istituzioni? “Gli accertamenti sulle irregolarità lavorative e in materia di sicurezza nel settore agricolo in Puglia hanno interessato nel 2023 solo il 3% delle imprese con dipendenti. Un risultato oramai consolidato che da un lato dimostra la necessità di aumentare gli organi ispettivi, dall’altro consegna purtroppo alla quasi casualità il controllo dello Stato e quindi la possibilità di agire in spregio alle regole”.

La Puglia dal punto di vista produttivo: si rilevano in questo periodo criticità per grano e vino, tanto che per quest’ultimo alcune esponenti ed esperti del settore parlano della necessità di estirpazione di vigneti. Poi l’olio, un comparto in leggera ripresa dopo la catastrofe.

“Ritengo che la Puglia stia difendendo bene le sue eccellenze sia a livello nazionale che estero. Per quanto riguarda il grano sta risentendo delle crisi mondiale soprattutto per le guerre in corso in Europa e Medio Oriente, mentre per il vino sarebbe dannosa una riduzione dei vigneti (un errore commesso in passato per altre produzioni) mentre metterei mano nel settore vitivinicolo ad una rivisitazione nell’intera filiera. Bene l’olio, anche se c’è ancora da lavorare molto per ritornare protagonisti”.

Qualche settimana fa si sono svolte le elezioni europee che hanno in parte cambiato alcuni equilibri politici. Queste elezioni sono state precedute nei mesi scorsi da imponenti e vibrate manifestazioni di protesta in tutta Europa, Italia compresa, contro le politiche tutte green che la stessa Europa ha messo in…campo.

“Ho seguito con grande attenzione sia le elezioni europee che le manifestazioni di protesta degli agricoltori, però ho condiviso le richieste di questi ultimi solo in parte in quanto ritengo necessario che l’Europa, a medio e lungo termine, debba dotarsi di politiche green che salvaguardino veramente l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente, oltre alla salute ed il reddito degli agricoltori”.

In apertura, Antonio Gagliardi

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