Economia

Cosa ci racconta l’Ismea della campagna 2024/2025

Le prime stime produttive indicano un aumento dei volumi mondiali rispetto ai 2,5 milioni di tonnellate dello scorso anno. La stima dei 3,1 milioni di tonnellate collocherebbe i volumi della nuova olivagione in linea con la media delle sei campagne precedenti, seppure risentano della scarsità delle ultime due. Sono in recupero tutti i principali paesi competitor, Spagna in testa, a eccezione dell'Italia, la quale con le 224 mila tonnellate previste, la collocano attualmente addirittura al quinto posto nel ranking mondiale

Olio Officina

Cosa ci racconta l’Ismea della campagna 2024/2025

Partiamo dalla campagna produttiva italiana 2024/2025. Secondo Ismea, l’Italia sconta una naturale alternanza e i problemi legati alla siccità che esasperano anche i suoi effetti. Pur essendo ancora le prime stime, passibili di aggiornamento e affinamento man mano che saranno disponibili informazioni sulle frangiture e quindi sulle rese, le 224 mila tonnellate (valore centrale di una forbice che va da un minimo di 215 mila tonnellate a un massimo di 235 mila tonnellate) collocano l’Italia addirittura al quinto posto nel ranking mondiale.

Potrebbe esserci – secondo quanto si evince dal documento pubblicato dall’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare – un recupero importante nelle regioni del Nord, +75% rispetto a un 2023 deficitario a cui si aggiunge il +70% del Centro. La presenza di attacchi della mosca olearia potrebbe incidere sulla qualità del prodotto. L’abbassamento delle temperature e la presenza di umidità elevata costituiscono un campanello di allarme che i produttori non possono sottovalutare.

Il recupero del Centro-Nord non serve a compensare la perdita nelle regioni del Sud (-41%), Puglia in testa per la quale si attende quasi un dimezzamento dei volumi rispetto allo scorso anno.

Nella regione olivicola più importante d’Italia, infatti, la fioritura e l’allegagione si sono mostrate abbastanza ridotte quest’anno, a causa dell’alternanza e di un andamento meteo-climatico non favorevole. Le poche piogge estive e le alte temperature hanno causato stress idrico alle piante; le recenti piogge di settembre hanno dato sollievo, sebbene le mutate condizioni climatiche abbiano generato l’allerta mosca.

Situazione analoga in Calabria e Sicilia dove si stimano perdite che al momento sembrano più contenute rispetto a quelle della Puglia. In Calabria la prolungata assenza di precipitazioni ha accentuato lo stress idrico delle piante, con conseguente riduzione della vigoria vegetativa e della fruttificazione. Si è registrata, inoltre, una caduta precoce delle olive, soprattutto nei frutteti più giovani o meno vigorosi. In Sicilia la fioritura e l’allegagione sono state buone ma una parte della produzione si è persa per il fenomeno della cascola dei frutticini nel mese di giugno e parte di luglio. La siccità di agosto ha ridotto ulteriormente le aspettative, anche se le prime indicazioni sulle rese in olio sembrano buone.

In linea generale, negli ultimi anni la variabilità delle produzioni va oltre la normale alternanza, esasperando le normali dinamiche di domanda e offerta.

Gli imbottigliatori si trovano a fare i conti con una disponibilità di prodotto nazionale sempre più incerta con le conseguenti ricadute in tema di programmazione degli approvvigionamenti. Questo si somma a monte con le difficoltà dei produttori, a valle con quelle dei consumatori finali che in due anni hanno visto aumentare i prezzi del prodotto soprattutto nei canali della Gdo.

L’andamento dei prezzi

Da gennaio a settembre 2024 i prezzi medi dell’Evo sono cresciuti di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo del 2023 sia in Italia che in Spagna. Questo aumento si aggiunge a quello già importante del 2023, quando in tutti i principali paesi competitor i listini avevano raggiunto livelli record. Con la fine dell’estate si sono cominciati a registrare ribassi generalizzati, soprattutto a seguito delle stime ottimistiche sulla produzione spagnola.

Il commercio estero

Gli effetti degli alti listini internazionali sono facilmente riscontrabili anche nelle informazioni sul commercio estero dell’Italia. Nei primi sei mesi del 2024, infatti, l’export italiano è cresciuto del 7% in volume a fronte di un +63 in valore che ha superato 1,6 miliardi di euro. Di contro, le importazioni in quantità sono scese del 16% con una spesa, arrivata a quasi a 1,7 miliardi di euro, in aumento del 33%.

Il documento Ismea

Redatto da Tiziana Sarnari con il coordinamento tecnico di Michele Di Domenico e Maria Nucera, si può leggere integralmente cliccando QUI.

 

In apertura, olivagione in Argentina da olive Coratina

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