Economia

Cosa si dice sull’olio

Iniziamo, a partire da questo numero di Olio Officina Magazine, una accurata rassegna stampa su quanto emerge nel corso della settimana intorno al prodotto olio da olive e al comparto che gli ruota attorno, senza trascurare nemmeno le olive da tavola, né, tanto meno, quanto attiene all’economia generata dalla pianta dell'olivo

Mariangela Molinari

Cosa si dice sull’olio

Da una lettura delle principali testate specializzate nel settore oleicolo e non solo, apparse in rete negli ultimi giorni, si ricava l’immagine di un comparto piuttosto dinamico.

La rivista spagnola Oleo, per esempio, sottolinea come nell’ultima campagna in diversi Paesi si siano registrati incrementi decisamente sostenuti nella commercializzazione di olio di oliva, rispetto all’anno precedente, con percentuali nella maggior parte dei casi a doppia cifra: 73% in Australia, 38% in Brasile, 32% in Cina, 20% in Canada, 16% in Giappone fino al 4,5% negli Stati Uniti. I dati sono stati resi noti dal Consejo Oleícola Internacional (COI), il Consiglio oleicolo internazionale, che per il mercato russo dispone delle sole cifre riferite al mese di dicembre 2016, in cui, comunque, si è registrato un +9% rispetto alla campagna precedente.
In quanto all’Unione europea, secondo il COI nei primi tre mesi della campagna attuale gli scambi commerciali tra i Paesi dell’Unione e le importazioni extra Ue sono aumentate dell’11%. Entrando, poi, nello specifico degli oli da tavola, nei primi cinque mesi della campagna, da settembre 2016 a gennaio 2017, hanno conosciuto un incremento del 26% in Brasile, del 7% in Australia e del 4% negli Usa, mentre il Canada ha registrato una flessione del 2%. In Ue, invece, nei primi quattro mesi della campagna 2016-17 sono aumentate del 5% le importazioni extra Ue.

A questi dati internazionali si sono affiancati su pagine e siti web quelli relativi al mercato italiano, in occasione dell’apertura di Sol&Agrifood, in programma dal 9 al 12 aprile a Verona. Secondo quanto pubblicato da L’Arena, l’olio extra vergine di oliva sarebbe uno dei comparti più “luccicanti del made in Italy alimentare”, con un valore del solo export di 1,4 miliardi di euro, secondo al mondo per produzione con 400 mila tonnellate all’anno (ma, a dire il vero, il dato sulla produzione, apparso sul quotidiano veronese, non risulta affatto in linea con la realtà, come più volte dichiarato da Luigi Caricato) e con una filiera composta da 815mila aziende agricole e 3.760 frantoi, per un milione di ettari coltivati a olivi, dei quali 170 mila a biologico. Proprio dalla manifestazione veronese è partita la campagna di comunicazione istituzionale del Mipaaf per la promozione dell’olio extravergine di oliva. Il ministro Maurizio Martina ha scelto il Salone Internazionale dell’Agroalimentare di Qualità per dare l’annuncio dell’avvio dell’iniziativa a fine mese. Testimonial della campagna, che rientra tra le attività del Piano Olivicolo Nazionale, saranno la food blogger Chiara Maci e gli chef Antonino Cannavacciuolo e Davide Oldani.

Ma i dati positivi riguardano anche altri mercati. Gnet, Global net, riporta per esempio, che in Tunisia nei giorni scorsi il presidente e direttore generale de l’Office National de l’Huile, Chokri Bayoudh, ha dichiarato ai microfoni di Express FM, che l’annata 2017 sarà eccellente per l’olio di oliva prodotto nel Paese, tanto da accrescere sensibilmente le esportazioni e ridurre lo scarto che lo divide da importanti produttori quali Italia e Spagna: una scalata che continua senza sosta dal 2006, quando le tonnellate esportate erano solo un migliaio, contro le 20mila dello scorso anno.

In Marocco, invece, secondo quanto apparso sulla rivista spagnola Mercacei, la Fao e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (EBRD), in collaborazione con Interprolive, la federazione interprofessionale marocchina, hanno organizzato nelle scorse settimane un evento che ha puntato a comprendere come migliorare la qualità dell’olio marocchino, un comparto che ha tutte le carte in regola per contribuire alla crescita e allo sviluppo economico nazionale.
Secondo la stessa Fao, l’aumento del consumo mondiale di olio di oliva rappresenta un’interessante opportunità per il Marocco. È però necessario lavorare per massimizzare il potenziale degli oli di oliva del Paese, prevedendo iniziative di appoggio, destinate a incrementare l’integrazione della catena di valore per migliorare gli standard di qualità e sviluppare le esportazioni.

Al di là dei numeri, le novità riguardano anche le proprietà dell’olio. Sul sito di Ansa è stata pubblicata la notizia della recente ricerca condotta dall’Università del Cile e pubblicata sulla rivista Lipids in Health and Disease, che ha portato alla scoperta di un ingrediente chiave dell’olio extravergine di oliva, l’antiossidante “idrossitirosolo”: assumerlo a basse dosi significherebbe evitare i danni di una dieta troppo ricca di grassi saturi, come l’aumento del colesterolo cattivo e della resistenza all’insulina, ormone che regola la glicemia e che quando non funziona comporta la comparsa del diabete.

La foto di apertura è di Luigi Caricato

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