Economia

Esiste la bioeconomia circolare

Un seminario a Bologna, all’Eima Energy, con esperti del settore, cercherà di mettere a fuoco le proposte per la valorizzazione delle biomasse. Ci sono nuove prospettive per il futuro; tra queste, la bioeconomia è l'insieme di attività economiche relative all'invenzione, sviluppo, produzione e uso di prodotti e processi biologici destinati a migliorare e rendere più sostenibili i risultati del settore sanitario e la produttività dell'agricoltura e dei processi industriali

Marcello Ortenzi

Esiste la bioeconomia circolare

Eima Energy, salone ospitato all’interno di Eima International dal 9 al 13 novembre, per evidenziare le innovazioni nel campo delle fonti di energia rinnovabile di origine agricola e forestale, non poteva esimersi di organizzare un seminario sulla Bioeconomia, che sempre più appare come il nuovo modo di pensare all’economia del nostro tempo.

Bioeconomia è l’insieme di attività economiche relative all’invenzione, lo sviluppo, la produzione e l’uso di prodotti e processi biologici per migliorare e rendere più sostenibili i risultati del settore sanitario e la produttività dell’agricoltura e dei processi industriali. L’Unione Europea ha lanciato nel 2012 la Strategia sulla Bioeconomia per promuovere la produzione di risorse biologiche rinnovabili e la loro conversione in prodotti vitali e bioenergia. Uno tra i diversi obiettivi è quello di sostituire l’uso di petrolio e carbone con alternative naturali, per cercare di ridurre l’effetto serra: un esempio già attivato da alcuni anni è l’uso di plastiche basate su polimeri di origine naturale.

A dicembre 2015 è stato adottato il Piano d’azione per l’economia circolare che si richiama ai processi tendenti a minimizzare l’impatto dei prodotti anche dopo il loro utilizzo fino a prevederne, già in fase di progettazione, il riutilizzo degli scarti o delle materie prime secondarie. L’economia circolare mira a mantenere più a lungo il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse – promuovendo l’allungamento della vita dei prodotti e tagliando la produzione dei rifiuti, recuperando e riutilizzando quanto più possibile gli scarti.

L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha pubblicato recentemente il documento n. 2/2016 “Circular Economy in Europe – Developing the knowledge base”, definendo in modo razionale le modalità applicative per il raggiungimento degli obiettivi dell’economia circolare. Per garantire una crescita sostenibile dell’Unione Europea si vorrebbe usare le risorse a nostra disposizione in un modo più intelligente e sostenibile. Sempre più l’opinione pubblica ritiene che il modello lineare di crescita economica seguito nel passato non è più adatto alle esigenze delle società moderne in un mondo globalizzato e rientra anche nell’interesse economico delle imprese fare il miglior uso possibile delle loro risorse.

Il modello dell’economia circolare può creare posti di lavoro sicuri in Europa, promuovere innovazioni che conferiscano un vantaggio competitivo e un livello di protezione per le persone e l’ambiente di cui l’Europa sia fiera, offrendo nel contempo ai consumatori prodotti più durevoli e innovativi in grado di generare risparmi e migliorare la qualità della vita. A questo punto si evidenziano i concetti di eco-design, riparazione, riuso, manutenzione, condivisione dei prodotti, ricostruzione, prevenzione della produzione di rifiuti e loro riciclaggio.

Si tratta di concetti e attività non nuovi nel panorama economico e sociale, ma il loro coordinamento in un sistema organizzativo complesso costituisce un compito complesso per chi abbia responsabilità di definizione delle politiche di sviluppo, a ogni livello operativo, europeo, nazionale e locale. Dal punto di vista economico e produttivo le previsioni di sviluppo a livello mondiale prevedono al 2020 ancora l’immissione di 82 miliardi di tonnellate di materie prime, mentre solo un terzo dei 60 metalli di più comune utilizzo fa riscontrare un tasso di riciclo a fine utilizzo superiore al 25%. Per il 2030 sono previsti tre miliardi di nuovi consumatori, che richiederanno il soddisfacimento di una ben più elevata domanda di beni e servizi rispetto ai livelli attuali.

Si deve operare per eliminare i freni allo sviluppo dell’economia circolare, quali vincoli legislativi e amministrativi, per cui risulta necessario un orientamento strategico da parte dei decisori nazionali e comunitari.
Il seminario “Bioeconomia: le filiere promettenti per l’impiego delle biomasse”, organizzato il 9 novembre ( pomeriggio) all’Eima da Itabia, Chimica Verde Bionet e il Crea cercherà proprio di sollecitare proposte di sviluppo del settore biomasse all’interno della Bioeconomia. Oltre all’impiego energetico le biomasse costituiscono una preziosa risorsa per molti settori industriali fortemente interessati a produrre secondo criteri sostenibili in un’ottica di economia circolare. Questi, tra gli altri, interessano la nutraceutica, la cosmesi e detergenza, gli imballaggi, le molecole attive, le fibre, la bioedilizia, ecc.

La foto di apertura è di Luigi Caricato, la foto in chiusura è di Marcello Ortenzi

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