Fotografia dell’olio Dop Umbria
I costi di certificazione, le principali varietà, i dati sulla produzione. In un periodo in cui le sollecitazioni del marketing e della promozione pubblicitaria sembrano orientare il consumatore verso oli di monocultivar, la riflessione sulla tradizione umbra sembra un richiamo opportuno alla razionalità e alla saggezza

Proseguiamo con la tesi di laurea della neo dottoressa Agnese Pascale in Scienze e Tecnologie agro-alimentari, dal titolo “Olivicoltura Dop in Umbria”. Cliccando QUI si può leggere la prima puntata (“L’olivicoltura Dop in Italia”), QUI invece la seconda puntata (“Il mercato dell’olio Dop”), QUI la terza (“L’olivicoltura Dop in Italia”), e QUI si può prendere visione e lettura della quarta puntata puntata (“L’olivicoltura Dop in Umbria”). (5. continua).
2.5 I costi della certificazione
I prezzi (Iva esclusa) riportati nel tariffario del Parco Tecnologico Agroalimentare sono riferiti alle attività indicate nel Dispositivo di Controllo applicabile all’olio extravergine di oliva a Denominazione di Origine Protetta “Umbria” approvato dal Mipaaf.
Le tariffe riportate nelle Tabelle 2.2 e 2.3 includono il controllo documentale e la visita ispettiva presso l’operatore.
A questi costi si aggiungono quelli delle prove chimico-fisiche e organolettiche che vengono eseguite mediante il prelievo di un campione. Il prelievo di ciascun campione costa al produttore € 35,00.
Il produttore può usufruire di prestazioni aggiuntive:
– Visite ispettive in seguito alla rilevazione di non conformità o per verifica delle azioni correttive, secondo quanto previsto dal Dispositivo di Controllo. Ciascuna visita di accertamento/verifica costa al produttore € 100,00.
– Analisi chimiche e/o organolettiche aggiuntive (analisi di appello), per la verifica delle caratteristiche del prodotto (a seguito di richiesta di controanalisi per le quali i costi vanno attribuiti alla parte soccombente).
2.6 Le varietà principali della Dop
Le varietà di olivo impiegate per la produzione di olio extravergine di oliva Dop Umbria, come si è visto, sono presenti nel disciplinare di produzione in quantità percentuali variabili, a seconda delle menzioni geografiche.
Le tre varietà principali, e quindi più presenti nel panorama olivicolo regionale, sono: Frantoio, Moraiolo e Leccino.
La Tabella 2.4 riassume le caratteristiche più interessanti delle tre varietà principali di olio della Dop Umbria.
L’osservazione dei dati della Tabella 2.4 consente di comprendere i motivi della scelta di queste varietà, basata sulla lunga esperienza degli olivicoltori umbri. Si veda, ad esempio, che i requisiti di grande qualità del Moraiolo (elevata qualità sensoriale ed elevato contenuto di polifenoli totali), sono bilanciati da una notevole sensibilità alle gelate e a una malattia molto frequente, l’occhio di pavone.
Un quadro sostanzialmente opposto si ha con il Leccino, una varietà che ha una bassa sensibilità alle gelate e all’occhio di pavone. Il Leccino garantisce pertanto un buon raccolto proprio negli anni più critici per il Moraiolo, come il 2014.
Un dato ulteriore interessante deriva dalla considerazione che sia il Leccino che il Moraiolo sono autosterili. E’ pratica comune piantare insieme a queste varietà una pianta impollinatrice molto efficace, il Pendolino (una pianta su 50 deve essere Pendolino). Anche con l’eventuale crisi del Pendolino, il Frantoio che è autofertile garantisce tuttavia un certo raccolto.
In un periodo in cui le sollecitazioni del marketing e della promozione pubblicitaria sembrano orientare il consumatore verso oli di monocultivar, la riflessione sulla tradizione umbra sembra un richiamo opportuno alla razionalità e alla saggezza.
2.7 Produzione della DOP
Il numero di produttori inseriti nel circuito Dop Umbria nel 2013 risultava essere di 1.134 per gli olivicoltori, 91 per i frantoi e 77 per i confezionatori. Invece nel 2014 gli olivicoltori erano 1.186, i frantoi 47 e i confezionatori 36. Si può osservare come il numero degli olivicoltori sia aumentato (+4,5%) rispetto all’anno precedente, mentre è diminuito il numero dei frantoi (-48%) e dei confezionatori (-53%).
Questi dati rappresentano una realtà che si può considerare, per l’olivicoltura umbra, drammatica. La diminuzione del 48% dei frantoi e del 53% dei confezionatori alla richiesta di certificazione Dop, significa un’analoga diminuzione della produzione Dop.
Una constatazione che aggrava la considerazione precedente è che alla diminuzione dei frantoi e confezionatori corrisponda un aumento seppur piccolo degli olivicoltori: significa che ad un reddito quasi dimezzato corrisponde un numero di aziende olivicole addirittura più alto.
Un ulteriore elemento negativo si deduce dal fatto che le calamità che hanno prodotto questo forte calo della produzione, cioè la straordinaria infestazione da mosca e da occhio di pavone, avrebbe potuto essere fortemente contenuta da una razionale applicazione dei metodi di lotta integrata (Peri 2015, comunicazione personale).
Nella Tabella 2.5 sono riportati il numero degli oliveti iscritti alla Dop con i corrispondenti ettari e il numero delle piante a seconda delle diverse menzioni geografiche nell’anno 2013.
La Figura 2.3 mostra la percentuale della distribuzione degli oliveti nelle cinque zone.
Si può osservare che la zona con il maggior numero di oliveti iscritti è quella dei Colli Assisi-Spoleto (52%); a seguire vi sono i Colli Martani (23%), i Colli del Trasimeno (15%), i Colli Amerini (7%) e i Colli Orvietani (3%).
Nella Tabella 2.6 sono riportati i litri di olio Dop Umbria certificati dal 1998-1999 al 2013 per menzione geografica.
NB: le ultime tre righe sono espresse con il singolo anno a fronte del disciplinare vigente che prevede come termine ultimo per la raccolta delle olive il 31 dicembre (invece del 15 gennaio).
I dati relativi al raccolto del 2014 non sono attendibili e consolidati al momento della redazione di questa Tesi. Tuttavia dati provvisori ottenuti dall’ente di certificazione 3A annunciano una caduta della produzione veramente eccezionale e drammatica per l’olivicoltura umbra (al 19.12.2014 le quantità certificate erano 24.185 litri).
Nella Figura 2.4 sono stati messi a confronto in un istogramma i totali dei litri certificati Dop Umbria per campagna olearia. Dalla figura emerge che vi è una tendenza generale ad un aumento della produzione (come indicato dalla linea tratteggiata), con delle variazioni dovute alle diverse condizioni climatiche nei vari anni.
(5. continua)
La foto di apertura è del Consorzio dell’olio Dop Umbria
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