Economia

È guerra dell’aceto tra Italia e Slovenia

Il Governo italiano ha formalizzato l’atto di opposizione all’adozione della normativa tecnica in materia di produzione e commercializzazione di aceti con il quale si vorrebbe introdurre l’uso, per prodotti generici, della denominazione di “aceto balsamico”

Roberto De Petro

È guerra dell’aceto tra Italia e Slovenia

È diventato un apprezzato “condimento” utilizzato sempre più in cucina e nella gastronomia. Parliamo dell’aceto, che grazie al lavoro di chef, giornalisti, massaie e relative trasmissioni televisive hanno permesso al consumatore di comprendere che non serve solo per condire le insalate ed è un vero e proprio alimento con effetti tonici e corroboranti.

La materia prima da cui si ricava l’aceto di vino è, appunto, il vino, con colori che vanno dal giallo paglierino al giallo ambrato, se ottenuto da vini bianchi, al rosso più o meno intenso se da vini rossi.

“Anticamente” si interveniva sugli aceti prodotti nelle case, per renderli più gradevoli, mediante varie e più o meno intense aromatizzazioni, ottenendo i cosìddetti “aceti balsamici”.

Attualmente gli aceti di vino vengono realizzati con materie prime (vini) di eccellenza, come l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop e l’Aceto Balsamico di Modena Igp, molto apprezzati dal pubblico e utilizzati in cucina nei vari abbinamenti.

L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop è un prodotto richiesto per lo più da una fascia alta di consumatori, in abbinamento a eccellenze culinarie di alto livello. Mentre è l’Igp, un prodotto che in base a densità e quantità di mosto cotto contenuto, raggiunge fasce di consumatori medio-alte ed è molto affermato sui mercati.

L’Igp e il Dop dell’Aceto Balsamico rappresentano una filiera che sta crescendo sempre di più, ed è importante che il nostro Paese continui nel suo lavoro di tutela e di controllo delle eccellenze made in Italy e lo difenda (come molti altri prodotti italiani di qualità) dagli attacchi provenienti da più parti.

Nei giorni scorsi il Governo italiano ha formalizzato l’atto di opposizione all’adozione della normativa tecnica della Slovenia in materia di produzione e commercializzazione di aceti che introdurrebbe l’uso, per prodotti generici, della denominazione di “aceto balsamico”.

Questi i fatti.In data 2 dicembre 2020, tramite notifica alla Commissione (No 2020/0749/SI – C50A), le autorità slovene hanno avviato la procedura prevista dalla Direttiva (UE) 2015/1535 per l’approvazione di una norma sulla qualità dell’aceto e dell’acido acetico diluito che disciplini le condizioni in materia di qualità, etichettatura e tipologia che gli aceti sloveni devono rispettare.

Tale norma presenta diverse criticità riguardanti le denominazioni di vendita ammesse, in particolare l’introduzione all’articolo 14 delle definizioni di aceto vegetale, per tutti gli aceti prodotti a partire da piante o parti di piante, e di aceto balsamico, per tutti gli aceti contenenti succhi di frutta o mosti.

Oltre al grave pregiudizio per le produzioni italiane di Aceto balsamico di Modena Igp, Aceto Balsamico di Modena Dop e Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia Dop, e alla violazione dell’articolo 13 del Regolamento (UE) 2012/1151 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, che causerebbe l’introduzione della denominazione aceto balsamico, l’introduzione di altre denominazioni di vendita controverse, quali aceto vegetale, misto o di vino diluito, pregiudicherebbero anche una corretta informazione al consumatore.

Subito si sono levate le perplessità e le proteste del Governo italiano, del Mipaaf e delle associazioni e organizzazioni professionali agricole, seguite da un’interrogazione congiunta degli europarlamentari De Castro e Gualmini che hanno ribadito il no all’aceto sloveno che risulterebbe essere fortemente ingannevole per i consumatori.

“Tale norma – osservano De Castro e Gualmini – presenta diverse criticità, riguardanti le denominazioni di vendita ammesse, in particolare l’introduzione delle definizioni di aceto vegetale per tutti gli aceti prodotti a partire da piante o parti di piante, e di aceto balsamico per tutti gli aceti contenenti succhi di frutta o mosti”.

“Oltre al grave pregiudizio per le produzioni italiane e alla violazione dell’articolo 13 del regolamento Ue sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari che causerebbe l’introduzione della denominazione aceto balsamico – concludono gli eurodeputati – l’introduzione di altre denominazioni di vendita controverse, quali aceto vegetale, misto o di vino diluito, pregiudicherebbe anche una corretta informazione al consumatore”.

È stato prorogato al 3 giugno prossimo il periodo di “standstill” previsto dalla procedura comunitaria, tempo in cui gli Stati Membri saranno chiamati a prendere posizione sulle criticità segnalate dall’Italia e a esprimere una decisione sulla norma slovena sulla qualità dell’aceto e dell’acido acetico diluito. Ci auguriamo che anche questo “attacco” al made in Italy venga respinto energicamente.

In apertura, foto di Olio Officina

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