Economia

I veri numeri dell’olio

Le comunicazioni emerse dal registro Sian hanno scoperto il velo di omertà intorno allo stato reale del comparto oleario. E’ da qui che si deve finalmente ripartire. Una volta chiarito quanto e cosa effettivamente produciamo, è ora di individuare i necessari rimedi per un settore ai limiti dell'asfissia

Luigino Mazzei

I veri numeri dell’olio

Gentilissimo Direttore, è con soddisfazione che finalmente riesco a leggere i dati ufficiali di produzione …e non solo…. del Sian, da lei puntualmente pubblicati (QUI).
Ero a conoscenza dei numeri solo “ufficiosamente”…ed ero quindi in “trepidazione” prima di potermi lasciare andare ad un minimo di commento. Apprezzo ancor più il suo aplomb nel pubblicare lo studio del Dr. Peluso, voglio dire… senza lasciarsi andare ad alcun intervento in proposito, liberando così la platea ai lettori per le interpretazioni del caso.

Considero i dati e la presentazione del Sian come una sorta di secondo tempo di una partita di calcio in cui abbiamo assistito ad “un primo tempo” fatto dall’inchiesta di Paolo Berizzi su “ Repubblica”… (dicembre 2012), lo speciale TG1 (Nov 2013) e per finire a “Presa Diretta” (Pusceddu e Iacona) del marzo 2014, dove, senza lasciare spazi ad un minimo di contradditorio, si è pontificato su una produzione Italiana “surreale”, utilizzando dati non corretti e non verificati, sviando così l’attenzione da quello che era il vero motivo degli enormi quantitativi importati, ovvero: l’insufficienza cronica dell’offerta di olio extra vergine nazionale.

Il secondo tempo… ovvero la pubblicazione di questo studio, inappuntabile in quanto verificato “in campo”, e stilato da un organismo assolutamente tecnico e non politico o di parte, che mette in luce problematiche che si trascinano da anni, che si sono messe a più riprese in evidenza da addetti ai lavori consapevoli che a nulla, avrebbe giovato al settore il fatto di nascondere la testa sotto la sabbia, e che puntualmente hanno lasciato il tempo che hanno trovato.

Senza dover approfondire ogni dettaglio, voglio solo sottolineare due o tre cose: la media di produzione italiana delle ultime sei campagna olearie che si attesta a circa 370 mila tons, quindi ben lungi dalle 600/700 mila che ci venivano fornite da Ministero, Ismea e Associazioni dei Produttori… la quota di produzione di extra vergine, che sul totale prodotto, per esempio, nella ultima campagna scorsa (2013/14) è circa il 45% del totale (circa 150 mila tons) e, per ultimo, il numero iperbolico di frantoi (quasi 5 mila) che, considerando la media di produzione degli ultimi sei anni porterebbero alla modestissima capacità produttiva di 74 tons /cadauno (… in Spagna circa 1800 frantoi hanno prodotto quest’anno circa tons 1.800.000).

Da qui si deve finalmente ripartire… una volta chiarito quanto e cosa effettivamente produciamo, per ritrovare, in sintonia con tutti gli elementi della filiera (Ministero dell’Agricoltura, Associazioni dei Produttori e Frantoiani, Industria di confezionamento, Grande Distribuzione) i necessari rimedi a un settore ingessato e ai limiti dell’asfissia ormai da anni.

Hiraklio (Creta) 03/07/2014

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L’immagine di apertura è una foto di Luigi Caricato

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