Il mercato cinese del food
I principali “diver” della crescita. Il prestigio e la fama mondiale di cui gode la cucina italiana hanno avuto un peso determinante. (2. continua)
A cosa è dovuto il successo dell’agroalimentare italiano, o meglio quali sono i fattori favorevoli che influenzano il gusto e quindi la scelta del consumatore cinese nei confronti del prodotto “Made in Italy”?
Sicuramente, il prestigio e la fama mondiale di cui gode la cucina italiana hanno avuto un peso determinante. I prodotti nostrani vengono infatti percepiti come i più adatti nella ricerca di una migliore qualità della vita, tanto che, tra i consumatori cinesi più giovani e abbienti, essi sembrano non avere rivali in termini di immagine e di status symbol.
Ma il successo del cibo italiano è legato anche e soprattutto al fatto che è diventato sinonimo di qualità, con la conquista del primato in Europa e nel mondo della sicurezza alimentare per il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite (0,3 per cento); risultati questi inferiori di cinque volte a quelli della media europea (1,5 per cento d’irregolarità) e addirittura di 26 volte a quelli extracomunitari (7,9 per cento di irregolarità).
Dopo gli scandali del latte alla melanina e della carne contaminata, il Governo cinese ha fatto della sicurezza alimentare una delle sue priorità e vede nel modo di produrre italiano una garanzia di sicurezza che dovrà essere implementata. Non sarebbe quindi inopportuno parlare della sicurezza alimentare come nuovo fattore trainante dell’aumento delle importazioni: una recente indagine (2012) ha evidenziato come il 41% dei consumatori cinesi ripone ora grande attenzione alla sicurezza di ciò che mangia, con la conseguenza che più del 70% è poco propenso ad acquistare un certo marchio se questo è stato coinvolto in scandali alimentari.
Secondo una ricerca Ipsos, più del 60% dei consumatori mostra di preferire i brand stranieri di importazione, a conferma della scarsa fiducia dei cinesi nelle imprese alimentari nazionali. Questi fattori hanno poi avuto un impatto determinante anche nel modesto ma crescente interesse per i prodotti organici, sia di importazione che a produzione locale.
Al di là dei dati economici e statistici, bisogna evidenziare che nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile senza un radicale cambiamento nelle abitudini alimentari e l’aumentato potere economico dei consumatori cinesi.
Il reddito medio pro capite delle famiglie cinesi che vivono in zone urbane è cresciuto da CNY 1,516 (€186) nel 1990 a 23,979.2 (€2,939) nel 2011. Le famiglie di classe medio-alta spendono una percentuale maggiore del loro reddito in prodotti alimentari di qualità più elevata, compresi il mangiare fuori, i cibi preconfezionati, i prodotti lattiero-caseari e gli alimenti importati.
Grazie allo sviluppo della ristorazione internazionale e a un maggior contatto con modelli alimentari occidentali, la dieta di molti cinesi si è notevolmente ampliata e modificata e conseguentemente le importazioni dei prodotti agroalimentari si sono diversificate seguendo le tendenze del mercato, offrendo ai prodotti tipici del Made in Italy un punto di sbocco ideale.
LEGGI la prima puntata: L’agroalimentare italiano in Cina
La foto è di Luigi Caricato
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