Economia

Il mercato nipponico ha bisogno dell’olio italiano

Il secondo Paese fornitore di extra vergine nel Sol Levante è l’Italia, e i dati registrati nel report Esportare olio extra vergine di oliva in Giappone sono molto positivi. Il progetto, realizzato da Ismea, fa emergere le forti difficoltà del mercato dovute alla pandemia, e alla relativa impossibilità di scambiare merci, ma si prospettano riprese importanti

Olio Officina

Il mercato nipponico ha bisogno dell’olio italiano

Il report Esportare olio extra vergine di oliva in Giappone nell’ambito del Programma Rete Rurale Nazionale 2014-2020, è stato realizzato da Ismea in collaborazione con Si.Camera. La pubblicazione del documento risale a dicembre 2021, mentre i dati riportati si riferiscono al periodo indicato.

Nel corso del 2020, il commercio mondiale di olio extra vergine di oliva ha segnato numeri importanti, traducibili in due milioni di tonnellate di prodotto e un valore in euro di 5,6 miliardi. Il report indica che negli ultimi cinque anni si è assistito a un incremento del 3,5% in termini di valore, sfiorando quasi il 40% in più di volume.

A livello mondiale, l’Italia è al secondo posto in produzione di valore, detenendo una quota al 22% dell’export totale, e in terza posizione in termini di volume, con quota al 15%, riporta Ismea.

Per Stati Uniti, Spagna, Francia e Brasile, l’Italia risulta essere uno dei principali Paesi fornitori di olio.

Il Giappone rappresenta un mercato fondamentale per l’Italia, in quanto le importazioni di olio raggiungono il 39% del valore importato nel complesso dal paese nipponico.

Principali paesi importatori in valore e quota di mercarto dei relativi fornitori

Il documento di Ismea mette in luce quanto l’arrivo della pandemia abbia inciso in modo consistente sulle importazioni e sugli scambi di merce di diversa natura, portando, rispetto al 2019, a una diminuzione del 14% in valore e del 4% in volume dell’extra vergine. Anche il reparto degli oli non vergini ha subito un forte calo in valore e volume, rispettivamente del 22% e del 6%.

Nel periodo precedente al Covid, e più in particolare tra il 2016 e il 2020, il report segnala che il Giappone in termini di valore, nel 2020, ha raggiunto 206 milioni di euro, aumentando del 2,7% nel lasso di tempo indicato. Il volume, sempre nel periodo di riferimento, ha avuto un incremento del 33%, corrispondente a 54mila tonnellate nel 2020.

Dinamica dell’import di olio extra-vergine di oliva del Giappone per paese di provenienza

L’Osservatorio ha registrato che nel 2020 la quantità di olio extra vergine italiano acquistato dal Giappone ha raggiunto le 16mila tonnellate, pari a 81 milioni di euro. I volumi hanno visto un aumento del 2% sul 2016, mentre i valori sono calati del 15%, sempre sullo stesso anno di riferimento.

Secondo il rapporto Ismea, nel 2020, il prezzo medio con cui il Giappone importava l’extra vergine era di 3,8 euro al chilo, diminuendo del 22,7% rispetto al 2016.

L’Italia, nei cinque anni di riferimento, ha visto un calo importante del prezzo medio, del 16,3%: se nel 2020 il costo al chilo era di 4,9 euro, nel 2016 l’olio extra vergine era venduto a 5,9 euro al chilo.

I prezzi medi all’import di olio extra-vergine di oliva in Giappone (euro/kg)

È possibile prendere visione dell’intero report CLICCANDO QUI.

In apertura, bottiglia dell’olio Nobs Gala, bicchiere d’oro al Miooa 2021 nella categoria fruttato maturo leggero

TAG:

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia