Il potere delle parole nella bottiglia d’olio Evo
Ovvero, come la PNL, la Programmazione Neuro-Linguistica, può valorizzare l’olio extra vergine di oliva. Ciò che è bene sapere è che le parole non descrivono, ma creano. E, a proposito del vocabolario dell’olio, stiamo davvero parlando al cervello giusto? Quali sono gli errori più comuni nella comunicazione? E, soprattutto, come si può utilizzare la PNL al servizio dell’identità?

Cosa succede quando leggiamo la parola “fruttato” su un’etichetta di olio extra vergine? O quando troviamo termini come “intenso”, “persistente”, “armonico”?
La nostra mente comincia a costruire un’immagine, a evocare sensazioni. In pochi istanti si forma un’aspettativa. E l’aspettativa è tutto: guida la percezione, l’esperienza e persino il gusto.
Ed è qui che entra in gioco la Programmazione Neuro-Linguistica (PNL).
Le parole non descrivono, creano
La PNL ci insegna che il linguaggio non è solo un mezzo per comunicare, ma uno strumento per modellare la realtà. Le parole attivano immagini mentali, risposte emotive, decisioni.
Quando un’azienda dell’olio comunica – attraverso un’etichetta, un sito, un video – dovrebbe chiedersi:
➡ “Cosa sto facendo immaginare a chi legge?”
➡ “Quale emozione sto evocando?”
Un esempio pratico:
- “Olio dal profumo deciso e piccante” → attiva una sensazione forte, netta, quasi aggressiva.
- “Olio che sorprende il palato con una nota vivace e speziata” → mantiene l’intensità, ma la incornicia in una sensazione più raffinata e positiva.
Il vocabolario dell’olio: stiamo parlando al cervello giusto?
Ogni parola comunica a una parte diversa del nostro cervello.
- Parole visive: chiaro, verde, brillante, limpido
- Parole uditive: armonico, squillante, silenzioso
- Parole cinestesiche: vellutato, pungente, corposo, avvolgente
Una comunicazione efficace mixa questi registri per coinvolgere più canali percettivi.
Un’etichetta che dice “olio verde brillante, al naso elegante, in bocca avvolgente” parla alla vista, all’udito interiore e al tatto/gusto.
Questo approccio multisensoriale è potentissimo, perché crea esperienza ancor prima dell’assaggio.
Errori comuni nella comunicazione dell’EVO
- Lessico tecnico e freddo: il consumatore medio non ha ben chiaro cosa sia un panel test
- Frasi vuote: “olio di alta qualità” è una frase che non dice nulla, perché non specifica né cosa né perché.
- Messaggi senza anima: parlare solo del prodotto, dimenticando la storia, il territorio, le persone.
La PNL al servizio dell’identità
Applicare la PNL nella comunicazione dell’olio significa saper raccontare un’identità con parole strategiche, capaci di toccare emozioni, valori e desideri.
Ogni bottiglia può diventare un’esperienza, un viaggio sensoriale e narrativo.
E ogni parola scelta con consapevolezza può trasformare un olio “come tanti” in un olio indimenticabile.
Se sei un produttore o un comunicatore, ricordati:
Le parole non sono solo etichette.
Le parole sono esperienze in potenza.
Le parole vendono… se scelte con intelligenza.
In apertura, illustrazione realizzata da AbCommunication
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