Economia

L’olivagione in Grecia

Una campagna olivicola molto ricca e di qualità in Grecia. Si stima un raccolto di circa 270 mila tonnellate, con Creta che farà la parte del leone. Non c’è stata la mosca olearia. L’unico colpo basso ai produttori lo ha dato il governo ellenico con una legge che mette in crisi l’export

Luigino Mazzei

L’olivagione in Grecia

Heraklion – La Grecia, dopo l’annata disastrosa nella campagna scorsa (circa 100 mila tonnellate – per la prima volta, da che io mi ricordi, che si è importato olio dalla Spagna per far fronte ai fabbisogni interni) presenta quest’anno una campagna molto ricca e sicuramente sana nella qualità delle olive.

Le previsioni stimano un raccolto di circa 270 mila tonnellate, più di qualcosa in meno rispetto alla favolosa olivagione di due anni fa, ma visto l’andamento climatico particolarmente favorevole, ci si aspettano basse acidità e qualità organolettiche al di sopra della media.

Tra l’altro a settembre ha piovuto sia a Creta che nel Peloponneso. Ciò potrebbe portare anche a rese superiori alla media, e a incrementare la produzione a consuntivo.

Creta farà la parte del leone. Aspettiamo, solo in questa area, dalle 80 alle 90 mila tonnellate, circa un terzo della produzione complessiva. Buono il Peloponneso, un po’ meno il centro della Grecia.

La Calcidica presenta un buon raccolto, ma, visti i prezzi molto alti delle olive da tavola, difficilmente si produrrà olio come due anni fa: andranno in frantoio giusto le olive di sottoclivo.

La mosca non è stata quasi mai presente, in tante zone a Creta. Hanno fatto un solo trattamento a luglio. Ad agosto e settembre la presenza degli individui nelle trappole sono risultate essere la metà rispetto al numero della soglia d’intervento.

Ci aspettiamo quindi una buona campagna, che è poi un’iniezione di fiducia alla asfittica situazione economica che attanaglia la Grecia da ormai cinque anni a questa parte.

Purtroppo, vi sono alcuni dettagli che possono minare il regolare svolgimento dell’export, o quanto meno, in qualche modo, frenarne la prospettiva, e mi spiego: a gennaio 2014, il governo ellenico ha varato una legge secondo cui i produttori con un giro d’affari annuo pari o superiore a 15 mila euro, o che percepiscano un contributo come aiuto alla produzione superiore a 5 mila euro, sono tenuti a tenere registri contabili e a pagare l’Iva. Il produttore sarà quindi incentivato a vendere all’esportatore con fattura + Iva (in Grecia l’Iva sull’olio è al 13%).

Non vi sarebbe nulla di strano se la corresponsione del credito di Iva, per chi vende all’estero, fosse nei termini di tempi medi di 2-3 mesi come avviene nel resto dell’Europa, ma qui, siamo al limite di 770 giorni, quasi due anni e mezzo.

In buona sostanza, giusto per fare un esempio, un esportatore che paga l’Iva al produttore e vende senza Iva in Italia, riceverà il suo credito dopo due anni e mezzo, e qui, il tasso che si paga alla banca per un prestito, per chi è fortunato ad averlo, è del 10%!

Questa nuova norma, sottrae quindi flussi di cash destinati all’acquisto dell’olio in maniera determinante e preoccupante. Per ogni cisterna venduta all’estero – circa 30 tonnellate – in buona sostanza l’esportatore deve lasciare in custodia allo stato greco per due anni e mezzo la somma di circa 10 mila euro – e questa è una stima molto vicina alla realtà, considerando una previsione di prezzo di vendita fra 2,80 – 3,00 euro al chilo.

Come si può notare, qui in Grecia non sono tutte rose e fiori, si aggiunga poi il fatto che le più importanti unioni di cooperative di Creta, come quelle di Pesà, Sitia, Heraklion e Messarà sono praticamente fallite, o non in grado di garantire al produttore il pagamento di acconti, se non interverranno le banche, ipotesi questa molto difficile, sarà un problema.

Vorrei poter un po’ sdrammatizzare la situazione, ricordando che quando ero studente, negli anni ’70, su un muro del paese di Lugo di Romagna, una mano anonima scrisse la seguente pillola di saggezza popolare: Se la merda fosse oro, i poveri nascerebbero senza culo!

Buona campagna olearia 2014/15 al direttore Luigi Caricato e ai suoi lettori.

La foto di apertura è di Luigi Caricato

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