Economia

La bioeconomia è realtà

Nelle aree rurali dell’UE, un piano di attività per oltre 800 milioni di euro, in grado di generare un investimento complessivo di 2,7 miliardi con creazione di migliaia di posti di lavoro. E ora un nuovo Centro di conoscenze sulla bioeconomia ha iniziato a lavorare per fornire prove scientifiche a sostegno dei responsabili politici e stakeholder nazionali ed europei

Marcello Ortenzi

La bioeconomia è realtà

La bioeconomia può essere definita come un’economia basata sull’utilizzazione sostenibile di risorse naturali rinnovabili e sulla loro trasformazione in beni e servizi finali o intermedi (European Commission, 2012b). Quindi, la bioeconomia comprende oggi non solo settori tradizionali come l’agricoltura, la pesca, l’acquacoltura e la selvicoltura, ma anche settori economici più moderni come quelli delle biotecnologie e delle bioenergie.

Secondo il terzo rapporto sulla bioeconomia della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ci sono 1.650mila occupati nell’insieme dei settori che utilizzano materie prime rinnovabili. Per l’Unione Europea sta diventando sempre più d’interesse questa nuova economia e a luglio scorso la Commissione Europea ha dato il via a un nuovo Centro di conoscenza e per raccogliere, strutturare e rendere accessibili le conoscenze provenienti da un’ampia gamma di discipline e fonti scientifiche sulla bioeconomia, la produzione sostenibile di risorse biologiche rinnovabili e la loro trasformazione in prodotti di nuovo utilizzabili.

Il Centro agevolerà le politiche basate sulle prove in agricoltura, fornendo una conoscenza approfondita sulla bioeconomia, inclusi dati, informazioni e competenze. L’agricoltura in senso lato (foreste, colture, animali) svolge un ruolo importante nello sviluppo della bioeconomia, che include l’utilizzo di risorse biologiche rinnovabili terrestri e marine indispensabili per produrre cibo, bioenergia e materiali vari. In seguito a ciò la Commissione ha deciso di investire importanti risorse nel futuro di questo nuovo campo di sviluppo, promuovendone l’innovazione attraverso la politica di Sviluppo rurale.

Per il periodo 2014-2020 le Autorità di Gestione hanno programmato attività su questa linea per più di 800 milioni di euro che genereranno, tra l’altro, un investimento complessivo di 2,7 miliardi di euro destinati alla produzione di energia rinnovabile. Nelle aree rurali dell’UE, dove viene prodotta la biomassa agricola e forestale, un piano di questo tipo si dovrebbe tradurre nella creazione di migliaia di posti di lavoro. Tutto ciò incentiverà anche in Italia la ripresa della costruzione di impianti diffusi di energie rinnovabili, che ultimamente hanno rallentato nella installazione.

Il Centro di conoscenze sulla bioeconomia sosterrà la Commissione europea nel riesame della Strategia per la bioeconomia elaborata nel 2012 tenendo conto dei nuovi sviluppi politici e strategici, quali l’Accordo di Parigi del 2015 nell’ambito della COP21, gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e il pacchetto sull’economia circolare. Intanto a Gela fa passi avanti la riconversione della raffineria ENI in “green refinery” che diventerà la più importante struttura di economia circolare in Italia.

La foto di apertura (Calce e canapa) è di Marcello Ortenzi

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