Economia

La Xylella in Spagna

Nella rassegna stampa internazionale sono tanti i temi sviluppati, tra cui la presenza del temibile batterio con la conseguente intensificazione dei controlli. Spazio inoltre al settore delle olive da tavola, e alle nuove norme Ue per l’agricoltura biologica

Mariangela Molinari

La Xylella in Spagna

È la comparsa del primo caso di Xylella fastidiosa nella Penisola Iberica, individuata in un mandorleto di Alicante, la notizia che trova più spazio sulle pagine dell’olio degli ultimi giorni. Come si legge su Mercacei, la piantagione in questione annovera esemplari di oltre una trentina di anni e, dopo diverse campionature risultate negative, un’ultima analisi condotta dall’Instituto Valenciano de Investigaciones Agrarias (IVIA) ha purtroppo confermato la presenza di questo primo focolaio spagnolo. Dallo scorso 29 giugno, dunque, la Consellería de Agricoltura de la Comunidad Valenciana ha comunicato l’adozione di trattamenti specifici contro i vettori, sia nella parcella infetta sia nello spazio circostante, fino a un diametro di 100 metri. Saranno inoltre prese tutte le misure previste in questi casi, che comprendono la distruzione della parcella stessa e di tutto il materiale vegetale potenzialmente ospite del batterio, in una cintura di 100 metri.
La Consellería ha inoltre avviato un sistema intensivo di ricerca e analisi per determinare l’esistenza di eventuali altri vegetali infetti in prossimità della parcella, secondo i dettami delle normative europee a riguardo.
L’Andalusia, la Catalogna e la Murcia, nel frattempo, stanno intensificando i controlli sul proprio territorio, in particolare nei mandorleti e negli uliveti.

Sempre su Mercacei leggiamo della partecipazione di cinque realtà spagnole, tra cui il Grupo Acesur, S.A.T. Santa Teresa (Aceites 1881) e il Grupo IAN, a un progetto che si avvale del finanziamento della Comunità europea e il cui obiettivo è lo sviluppo di metodi rapidi per la valutazione della qualità delle olive e dell’olio di oliva.

Ci soffermiamo ancora tra le pagine di questa testata che torna a dare un quadro economico del settore spagnolo, rendendo note le analisi della Mesa Sectorial del Aceite de Oliva y la Aceituna de Mesa (il tavolo di settore dell’olio di oliva e delle olive da tavola) sull’evoluzione della campagna 2016-17, in base ai dati forniti dall’Agenzia di informazione e controllo alimentare (AICA) al 31 maggio.
Da essi si desume che la commercializzazione complessiva ha raggiunto le 988.200 tonnellate, con un incremento del 9% rispetto alla stagione precedente, e dell’8% rispetto alla media delle ultime quattro, con una media mensile di produzione in questo periodo di 123.530 tonnellate.
In concreto – secondo quanto si legge su Mercacei – la produzione di olio di quest’ultima campagna è salito a 1.282.000 tonnellate (+10% rispetto alla media delle ultime quattro); le olive frante sono state 6.489.399 tonnellate, con un rendimento medio del 19,73%: 0,8 punti percentuali in meno di quello della campagna precedente nello stesso periodo.
Dal canto loro, le importazioni con dati previsionali per il mese di maggio, si stimano sulle 64.800 tonnellate, mentre le esportazioni raggiungono le 654.100 tonnellate, pari a un +20% rispetto alla precedente campagna.
Per quanto riguarda le olive da tavola, infine, la produzione 2016-17 è stata di 596.350 tonnellate (-1% rispetto alla campagna precedente).

Restiamo in ambito economico, passando, però, sulle pagine di Olimerca, dove viene ripreso il report annuale realizzato dalla Federazione spagnola delle industrie alimentari e delle bevande (FIAB), dal quale il food & beverage emerge quale primo settore industriale del Paese. Nel 2016, infatti, ha raggiunto i massimi storici per quanto riguarda produzione, impiego ed esportazioni. Nella classifica dell’export, in particolare, l’olio di oliva si colloca al secondo posto dei prodotti più esportati, con un giro d’affari di 3.366 milioni di euro. Lo precedono solo carni e salumi, con una cifra superiore ai 4.420 milioni di euro, e lo seguono il comparto ittico (2.905 milioni di euro) ed enologico (2.745 milioni di euro).

Agroinformación, invece, dà conto del semaforo verde da parte dell’Ue alle nuove norme per l’agricoltura biologica comunitaria, che dovrebbero entrare in vigore a partire dal primo luglio 2020. Certamente, data la complessità della materia, non sono mancate le controversie, ma finalmente, dopo essere passato attraverso sei diverse presidenze dell’Ue, è stato stilato il testo preliminare dell’accordo.
In particolare, secondo Martin Häusling, capo negoziatore del Parlamento europeo della proposta di riforma del Regolamento sul biologico, sono stati fatti importanti passi avanti sul fronte delle importazioni, verso le quali i controlli saranno ancora più severi, dal momento che i prodotti bio di Paesi terzi dovranno rispondere agli stessi requisiti richiesti a quelli comunitari. Progressi anche sul fronte delle soglie di residui di sostanze non autorizzate. Gli agricoltori saranno obbligati, infatti, ad applicare più stringenti misure cautelari per evitare la contaminazione e, nel caso di presenza sospetta di un pesticida o fertilizzante non autorizzato, il prodotto finale non potrà essere certificato bio.
Dopo la prima approvazione del testo continueranno comunque i lavori per gli step successivi presso il Consiglio europeo e la Commissione europea.

Passiamo decisamente ad altri argomenti su Medicite, sito francese dedicato a salute, bellezza e benessere, dove dell’olio di oliva vengono decantate le virtù di antirughe naturale, idratante e nutriente, ottimo per pelli mature e molto secche. La sua composizione, infatti, e in particolare la ricchezza di vitamina E, lo rendono un potente antiossidante. L’olio extra vergine di oliva (meglio se bio) si può utilizzare alla sera, versandone qualche goccia su un dischetto di cotone, per pulire e idratare a fondo la pelle del viso con movimenti circolari. Se ne possono applicare infine alcune gocce anche su collo e décolleté, prima della normale crema idratante.

La foto di apertura è di Luigi Caricato ed evidenzia un olivo colpito da Xylella Fastidiosa, in Puglia

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