Ladri di nocciole
Tutti le vogliono, e c’è chi ne approfitta. E così la nocciola viterbese è diventata olandese. Non solo quelle della Tuscia, anche quelle campane e piemontesi sono al centro dell’attenzione. Il comparto corilicolo sta conoscendo una fase di grande sviluppo, complice la richiesta dei mercati internazionali e il prezzo salito sino a 400 euro. Intanto i parlamentari europei italiani hanno sporto denuncia contro l’Olanda: non è possibile commercializzare una pianta che reca il nome geografico di un altro Stato membro

La contraffazione dei prodotti agroalimentari italiani, fa passi da gigante e ogni giorno si scoprono nuovi prodotti rubati al made in Italy. Ultimamente è toccato alle nostre nocciole Dop, campane, piemontesi e della Tuscia.
Le nocciole stanno avendo una grande richiesta sul mercato internazionale e il prezzo del prodotto è salito sino ai 350/400 euro. In questa situazione la Ferrero ha stipulato un accordo con la Regione Lazio e l’Ismea per sostenere l’innovazione della filiera nella Tuscia. La Regione incentiverà il comparto corilicolo con i bandi del PSR 2014-2020. L’Italia vanta circa il 12% della produzione internazionale di nocciole e il 27% di tutte le nocciole nazionali vengono dalla provincia di Viterbo.
L’aumento della richiesta di nocciole Dop sul mercato è probabilmente alla base della avvenuta registrazione in Olanda, come cultivar nazionali, delle varietà di nocciole che sono alla base della Dop Romana e delle Igp Piemonte e Giffoni, denominazioni di origine italiane tutelate in Ue.
La nocciola tonda gentile Romana, insignita dalla “Dop nocciola Tonda Romana” è tipica dei Monti Cimini e anche di altre zone viterbesi. La registrazione olandese è una violazione che, per fortuna, non è passata inosservata ai parlamentari europei italiani, che hanno sporto denuncia alla Commissione Europea per violazione dei regolamenti europei sulle Dop e il Mipaaf sta indagando con il proprio ufficio delegato alla repressione frodi.
La base dell’azione è l’articolo 6 del Regolamento comunitario 637/2009 per il quale non è possibile commercializzare una pianta che reca il nome geografico di un altro Stato membro. L’iniziativa dei Paesi Bassi reca un danno d’immagine e commerciale alla nocciola italiana e quindi un danno alla quota di mercato nazionale.
La foto di apertura è tratta dal sito internet della cooperativa Coopernocciole, con sede a Capranica, in provincia di Viterbo
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