Economia

Le Dop Olearie? Non un punto di arrivo ma di partenza

Intervista a Simone Padovani. Per affrontare il tema degli oli dall’origine certificata, abbiamo incontrato il presidente del Consorzio di tutela dell’olio Dop Garda perché a nostro giudizio rappresenta un unicum nel panorama nazionale. Le sue riflessioni sono utili a tutti perché dopo tanti anni dall’ingresso in scena delle attestazioni di origine è giunto il tempo di raccogliere i frutti di uno strumento operativo tanto prezioso quanto sempre più necessario

Luigi Caricato

Le Dop Olearie? Non un punto di arrivo ma di partenza

Presidente Padovani, più rifletto sulle attestazioni di origine assegnate agli oli e sempre più penso che la Dop Garda rappresenti, tra tutte le indicazioni geografiche riconosciute, la combinazione perfetta che rende tale Dop la più virtuosa tra quelle operanti in Italia nel settore olio da olive, un vero esempio da imitare. Immagino che non abbia alcuna obiezione in merito a questa mia osservazione. Quali sono i vostri punti di forza? Io ne ho individuato subito uno: la capacità di abbracciare una pluralità di territori riuscendo a tenerli tutti uniti nel nome del Garda: Regione Lombardia, Regione Veneto e Provincia autonoma di Trento. Non è un’operazione facile, visto che si opera in tre giurisdizioni differenti, ma voi ci siete riusciti. Concorda?

Certo, mi trova assolutamente d’accordo. In primis mi sentirei di risponderle: per la nostra capacità di abbracciare una pluralità di territori riuscendo a tenerli tutti uniti sotto l’egida del marchio olio Garda Dop. Infatti, i soci del Consorzio di tutela sono dislocati nelle tre regioni: Regione Lombardia, Regione Veneto e Provincia autonoma di Trento.

Tutti gli olivicoltori del Garda hanno capito che bisognava fare squadra ed è per questo che siamo riusciti a unirli.

Di fatto, non è un compito facile, visto che operando in tre giurisdizioni differenti anche i rapporti con le Istituzioni sono diversi.

La nostra denominazione sicuramente gode anche di altri punti di forza: il forte richiamo turistico dell’areale del Garda, soprattutto di turisti stranieri, ma anche la storicità e la cultura dell’olivicoltura in queste terre, marchio distintivo del paesaggio e della tradizione delle nostre aziende.

Inoltre, l’olio che si ottiene in questo territorio, l’olio Garda Dop, è celebre per la sua delicatezza che lo rende versatile.

Ho la sensazione che le Dop e le Igp abbiano avuto minore o maggiore successo anche in ragione della fortuna storica di questi territori. Per esempio, il Garda, è un’areale che ha visto il trionfo, in passato, del Grand tour. L’olio gardesano è stato sicuramente favorito proprio per il prestigio che questo territorio si è meritoriamente guadagnato nel corso dei secoli. È così?

Concordo con Lei, che gli ospiti del lago di Garda abbiano innalzato nel tempo il prestigio del territorio. Ma e bene evidenziare che il territorio gode di una rara bellezza grazie alla cura del paesaggio che gli olivicoltori hanno contribuito a preservare.

Anche illustri scrittori e poeti, tra i quali Goethe, Carducci e d’Annunzio, hanno contribuito a decantare le nostre terre nelle loro opere. Sicuramente ci troviamo immersi in un territorio invidiabile che gode di numerose mete attrattive, storia e bellezza, e gli olivicoltori sono tra i custodi di questo patrimonio.

Va, infine, sottolineato che la qualità e le caratteristiche uniche degli extra vergini che si ottengono in questa zona hanno certamente contribuito al successo della denominazione di origine protetta.

La percezione che ho avuto in tutto questo tempo, sin da quando sono state istituite le indicazioni geografiche, è che non sia lo strumento delle Dop e delle Igp come tale a rendere gli oli di un dato territorio degli extra vergini di successo, universalmente riconosciuti come produzione d’eccellenza, quanto, invece, sia proprio l’operato dei vari soggetti che lavorano negli oliveti, nei frantoi, negli stabilimenti dove si confeziona, a determinare il prestigio di un’areale produttivo. È così?

Le Dop e le Igp sono uno dei più importanti strumenti attraverso i quali i produttori possono difendere la loro produzione di qualità, ma solo l’operato di olivicoltori, frantoiani e imbottigliatori della filiera determina il prestigio di un areale produttivo. Per noi del Garda aver ottenuto il riconoscimento nel lontano 1997 non è stato un punto di arrivo ma un punto di partenza, perché ci ha permesso di mantenere l’elevata qualità nel rispetto del disciplinare di produzione e di valorizzarlo, ma, soprattutto, di tutelarlo da imitazioni ed evocazioni grazie all’intensa attività del nostro Consorzio di tutela.

Il riconoscimento Dop per l’olio del Garda ha ripagato lo sforzo degli olivicoltori e dei produttori che da sempre si impegnano nella ricerca della qualità.

In Italia abbiamo un’abbondanza di Dop e Igp che ci inorgoglisce, tuttavia, sul mercato vi sono molte attestazioni di origine non pervenute. Cosa consiglierebbe ai presidenti dei consorzi di tutela che non hanno ancora provato il piacere di trovare una giusta collocazione dei propri oli sugli scaffali dei punti vendita?

Consiglio di lavorare per permettere alla Dop o alla Igp di essere conosciuta e apprezzata sul mercato. Come dicevo, il riconoscimento è un punto di partenza non di arrivo.

Sicuramente c’è ancora molto lavoro da fare, ma ho la sensazione che la strada sia quella giusta, e mi auguro che in futuro il mercato possa valorizzare sempre più le Dop, anche quelle più piccole, aiutando il consumatore ad apprezzare maggiormente le molteplici sfumature degli extra vergini dando valore al marchio Dop come unica garanzia di origine.

In merito ai consigli, credo che la strada da perseguire sia quella di far comprendere il valore dei propri oli. Ammetto che anche la Dop Garda non sempre è presente nei punti vendita della zona, ma mi auguro che, anche grazie al lavoro del nostro Consorzio, questo aspetto possa cambiare.

La collocazione più difficile di un olio a marchio Dop o Igp non è più la grande distribuzione organizzata, la quale nel frattempo ne ha compreso il valore, ma la ristorazione. Ogni volta che si entra in un ristorante, che sia stellato o meno, e ciò vale per qualsiasi regione d’Italia, si fa molta fatica a vedere gli oli del territorio in sala. Perché? Perché questa resistenza nell’accogliere oli del territorio dall’origine certificata? Voi nel frattempo state lavorando per il futuro, visto che con il vostro concorso destinato alle scuole alberghiere state cercando in qualche modo di supplire a questa vistosa lacuna da parte della ristorazione. Prevedete altre azioni e iniziative similari per favorire un percorso virtuoso di avvicinamento all’olio dall’origine certificata?

Si, stiamo lavorando non solo con i concorsi dedicati alle scuole alberghiere ma anche con i percorsi gastronomici dove invitiamo gli chef giovani e meno giovani a utilizzare l’olio Garda Dop nelle proprie preparazioni, presentando i piatti con l’indicazione del nostro olio.

È vero, è molto complicato far comprendere l’importanza di portare in tavola un prodotto del territorio e di qualità come l’olio Garda Dop, ma come Consorzio ci stiamo lavorando da un po’, e pian piano iniziamo a vedere i risultati di questo lavoro. Sono certo che con il tempo qualche miglioramento arriverà. Sicuramente il concorso destinato agli istituti alberghieri è una delle nostre attività di punta, grazie al quale vogliamo far comprendere ai futuri operatori la fortuna e la preziosità di avere un olio Dop di alta qualità del proprio territorio, aiutandoli a capire come raccontarlo agli ospiti e come valorizzarlo nel piatto.

Ultima domanda. Quanto siete preoccupati per la crisi produttiva che ha investito in queste ultime due olivagioni tutti gli areali del Mediterraneo? Fa molta paura un periodo così agronomicamente difficile? Cosa succederà di qui in avanti? In alcune regioni il tasso di abbandono degli oliveti è elevato, come è la situazione nel territorio gardesano?

Certamente queste difficoltà si percepiscono. Delle ulteriori annate così drastiche potrebbero effettivamente concretizzare quanto da lei, ahimè, paventato, mettendo a serio rischio il comparto…

Gli olivicoltori sono preoccupati per questa situazione, ma come Consorzio ci siamo attivati sia con le regioni, sia con le Università di Padova e Verona per comprenderne le cause.

Ci auguriamo che nel breve periodo si possa ritornare alla normalità, così che gli olivicoltori del Garda possano ritrovare serenità.

Questa intervista è stato pubblicata sul numero 18 della rivista in edizione cartacea OOF Magazine, volume interamente dedicato agli oli a Indicazione geografica: “Oli con nome e cognome. Dop e Igp, l’origine certificata”

In apertura, il presidente del Consorzio dell’olio Dop Garda, Simone Padovani

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