L’identità del prodotto olio sugli scaffali della Gdo
Al supermercato domina il disordine visivo, quando si è davanti al reparto oli. Tutti gli sforzi che le aziende compiono per distinguersi vengono vanificati da una cattiva gestione nella sistemazione delle bottiglie, secondo il food designer Mauro Olivieri. Eppure, come sostiene l’architetto e designer Alessia Cipolla, si dovrebbe aiutare il consumatore a scegliere ciò che gli serve e sta cercando. Si riuscirà a progettare uno “scaffale parlante” degli oli?
Il pensiero dell’architetto e designer Mauro Olivieri è netto e chiaro: “sugli scaffali domina il disordine visivo. Questo vale per l’olio come per gli altri prodotti in bottiglia. L’identità del prodotto – spiega – non riesce a emergere, in virtù del fatto che tutti gli sforzi che le aziende compiono per distinguersi vengono vanificati da una cattiva gestione del personale di gondola* nella sistemazione delle bottiglie. Non esiste – precisa Olivieri – una guida strutturata del posizionamento, e in più c’è anche da rilevare che non si dedica il tempo che sarebbe invece necessario per valorizzare i prodotti. La chelf cromatic ci insegna le modalità ma, tuttavia, puntualmente queste non vengono utilizzate per gli oli extra vergini di oliva”. E allora? “Categorizzare per colore, per tipologia, per caratteristica – conclude il food designer ligure, di Arma di Taggia – aiuterebbe molto il consumatore a indagare sia sui livelli di qualità, sia sui criteri di acquisto”.
Mauro Olivieri ci segue da anni nel nostro percorso virtuoso con cui stiamo puntando a migliorare la presentazione degli oli nei punti vendita. Tra l’altro ricopre il ruolo di presidente della giuria dei contest Forme dell’olio, Forme dell’aceto e Forme design. Con lui nella giuria anche Alessia Cipolla, architetto e designer, la quale giustamente evoca l’idea di uno “scaffale parlante”, per valorizzare gli oli extra vergine di oliva.
“Sugli scaffali – afferma l’architetto Cipolla – dovrebbe esserci una differenziazione di provenienza e di tipologia di olio. Gli scaffali devono essere intesi come tali, certo, perché fanno parte di un sistema di vendita, ma dovrebbero avere anche delle indicazioni in più, per aiutare il consumatore a scegliere ciò che gli serve e sta cercando. Lo scaffale dovrebbe essere parlante, come anche le bottiglie di olio, altrimenti la scelta ricade su prezzo e sul design dell’etichetta”.
Fin qui il parere autorevole di due designer, ma cosa pensano gli operatori della Gdo? Noi abbiamo dedicato un intero numero, il 14 di OOF International Magazine al tema (potete leggere QUI). Ma siamo sicuri che vi sia la reale volontà di valorizzare gli oli extra vergini di oliva al supermercato? La questione resta aperta. Siamo in una fase decisamente interlocutoria, ma senza slanci in avanti. Forse interessa poco assegnare il giusto valore agli oli. Sicuramente domina un grande caos, seppure vi sia comunque una maggiore sensibilità rispetto al passato. Chissà, vedremo. Chissà…
Illustrazione di Doriano Strologo per Olio Officina (particolare)
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