Olio italiano: urge cambio strategia
Va effettuato un “cambio di passo”. A partire dalla cultura da diffondere al canale Horeca. Obiettivo: aumentare la percezione positiva degli oli nazionali presso i ristoratori. Se n'è parlato a Olio Officina Food Festival
Le leve di marketing sono tante, l’olio italiano non deve però puntare sul prezzo ma sulla valorizzazione delle sue caratteristiche distintive. Se ne è parlato a Olio Officina Food Festival, approfondendo le virtù dell’extra vergine, dell’olio di oliva fino all’olio di samsa. Per ognuna di queste tipologje va studiata una comunicazione in grado di affermarne i benefici e i vantaggi competitivi presso i pubblici di riferimento: “Per l’olio extravergine di oliva, ad esempio, vale la pena sottolineare il suo valore come ingrediente e alimento, le specifiche peculiarità territoriali e le caratteristiche sensoriali più stuzzicanti” ha detto l’esperto di marketing Massimo Occhinegro.
L’olio di oliva si presta a numerosi utilizzi e va valorizzato nel menù per ottenere fritture eccellenti, mentre l’olio di sansa, per quanto considerato un “fratello minore”, ha vitamina E e si presta per fritture standard”. Va effettuato, quindi, un “cambio di passo” a partire dalla cultura da diffondere al canale Horeca, con l’obiettivo di aumentare la percezione positiva degli oli nazionali presso i ristoratori.
Tra le idee particolari, suggerite da Rossella de Stefano, direttrice di “Ristoranti – imprese del gusto” e moderatrice dell’incontro a Olio Officina Food Festival, l’utilizzo dei social network per aumentare la cultura di prodotto e promuovere serate di degustazione e la proposta ai clienti di un carrello degli oli extra vergine per connotare i piatti in modo personalizzato.
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