Economia

Olivicoltura intensiva in Sardegna

Definiamolo pure “coraggio”, ma anche "intraprendenza”, “tenacia”, “determinazione”, desiderio di "andare controcorrente". Di questi tempi non tutti investono, né tanto meno si spingono a scommettere sul futuro, mettendo in campo danaro proprio. I più preferiscono vivacchiare, e a volte giudicano chi agisce. Non è il caso della famiglia Manca di Alghero, che, con il marchio San Giuliano, nell’olivicoltura ci ha sempre creduto, così tanto da scommetterci risorse ed energie proprie, nel nome dell’italianità

Luigi Caricato

Olivicoltura intensiva in Sardegna

È troppo facile dire “olio italiano”. Intanto c’è da osservare che di olio nel nostro Paese, pur di grande tradizione olivicola, se ne produce poco, molto poco. Eppure, in questa fase declinante, c’è chi non si lascia prendere dalla sfiducia o dalla paura e investe. Investe di proprio, attingendo dalle proprie tasche. Credendoci, credendoci con grande convinzione.

Ecco allora – che sia di buon esempio a tutti – chi si contraddistingue per la coerenza. Da sempre a confezionare olio esclusivamente made in Italy, in parte prodotto nei propri oliveti, e in parte acquistato da olivicoltori fidati, bravi e operosi.

Ad Alghero, in provincia di Sassari, la famiglia Manca rappresenta un solido punto i riferimento. Si tratta di una realtà aziendale che crede da sempre nell’agricoltura, proprietaria di tenute in Sardegna, impegnata a tutto tondo nell’olio, ma anche nell’allevamento e nel turismo rurale. Con grande caparbietà sempre impegnata a mettersi in gioco, anziché a lamentarsi.

L’olio prodotto in Italia non è sufficiente per soddisfare l’esigenza interna, perché i consumi richiedono grandi quantitativi e disporre di olio rigorosamente italiano non è semplice, non se ne trova in giro. La soluzione è semplice, ma occorre investire, piantare nuovi olivi. Ed ecco la Domenico Manca Spa, il cui marchio, prestigioso e riconosciuto a livello internazionale, è l’olio San Giuliano.

Non c’è olio extra vergine di oliva a sufficienza, ed ecco di conseguenza i nuovi oliveti. I costi di produzione sono elevati? Ed ecco la soluzione che tanti conoscono ma fin troppi preferiscono non affrontare: la coltivazione intensiva, l’alta densità d’impianto tanto vituperata (a torto).

Ed ecco il coraggio di chi osa e scommette sul futuro. Le prove? In queste foto che potete vedere.

Non solo cultivar italiane, ma senza rinunciare a una grande sfida, quella di valorizzare la cultura d’eccellenza sarda, la Bosana, coltivata secondo una visione moderna, scommettendoci e rischiano anche esiti non favorevoli – ma d’altra parte chi è imprenditore conosce il rischio d’impresa e se lo assume a proprio rischio e pericolo. In Italia si parla tanto, ma poi nessuno si è preoccupato di sperimentare. I Manca, Domenico con il figlio Pasquale, credono fortemente nella Bosana e così l mettono alla prova, sperando ovviamente che tutto vada per il verso giusto.

Abbiamo evidenziato il grande coraggio, ed ecco gli elementi sui quali si è aperta la grande sfida imprenditoriale.

Superficie: circa 70 ettari
Piante di olivo: circa 120.000
Sesto di impianto: 4 x 1,5 m
Coltivazione: irriguo e in regime di agricoltura biologica
Cultivar: Bosana, Arbequina, Koroneiki e Chiquitita.
Zona di produzione: Nord Ovest Sardegna.
Tipo di terreno: arenoso – calcareo

Le foto testimoniano un impegno, e, nel contempo, il coraggio di osare, di crederci con i fatti, non con le parole. Noi non facciamo altro che riconoscere i meriti. Conosciamo i Manca da molto tempo e sappiamo bene che la svolta l’Italia può portala avanti solo con il buon esempio. lamentarsi non serve a nulla, individuare capri espiatori per non riconoscere le proprie responsabilità serve a poco. Ciò che importa è investire, e soprattutto credere in una visione olivicola nuova, perché la tradizione è movimento, dinamismo, futuro, modernità.

L’olivicoltura italiana non può essere relegata a museo e monumento, ma è vitalità, dinamismo, corpo vivo, vene e arterie, vita proiettata al futuro, presente che è già domani. I Manca costituiscono un buon esempio da seguire.

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