Economia

Parola d’ordine: bioeconomia

In Europa il fatturato che ne consegue è di 2 mila miliardi l’anno, e conta su circa 20 milioni di posti di lavoro. L’Italia si piazza al terzo posto, e a Roma, presso la sede del Cnr, istituzioni e gruppi d'interesse hanno commentato la strategia nazionale sulla bioeconomia, economia ecologicamente e socialmente sostenibile

Marcello Ortenzi

Parola d’ordine: bioeconomia

La Bioeconomia ricomprende quelle attività economiche che utilizzano bio-risorse rinnovabili del suolo e del mare, quali colture agricole, foreste, animali e micro-organismi terrestri e marini, per produrre cibo, materiali ed energia.

L’Italia ha anch’essa una sua strategia che è stata presentata ufficialmente il 20 aprile, presso la sede del Cnr, alla presenza dei rappresentanti di tutti gli attori coinvolti nella sua stesura, quali il Mipaaf, il Mise, il Ministero Ambiente e di rilevanti stakeholder nazionali ed europei del settore. Elaborata sulla base del lavoro svolto dai gruppi Agrifood e Biobased Economy nell’ambito della Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente, la strategia mira ad offrire un quadro delle opportunità, degli strumenti attuativi e delle risposte che una bioeconomia fortemente radicata nei territori può offrire alle sfide economiche, ambientali e sociali nazionali – in linea con quanto già in atto in altri Paesi dell’Unione.

Il Cluster SPRING, nato per iniziativa di Biochemtex, Novamont e Versalis, è stato tra gli interlocutori che hanno contribuito in maniera decisiva alla redazione del documento, poiché essa rappresenta un’opportunità fondamentale per l’Italia di rafforzare la sua competitività e il suo ruolo nel promuovere la crescita sostenibile in Europa e nel bacino del Mediterraneo, partendo proprio dalle istanze dei singoli territori.

Il ministro alla Coesione Territoriale e al Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, ha illustrato in sintesi gli obiettivi della strategia: “Entro il 2030 aumentare del 20% il valore della produzione e del 15% l’occupazione nel settore della bioeconomia”.

In Europa “il fatturato delle produzione della bioeconomia è di 2 mila miliardi all’anno e conta circa 20 milioni di posti di lavoro”. L’Italia “è il terzo paese in Europa per dimensione della bioeconomia, dopo Germania e Francia con un fatturato di 250 miliardi di euro all’anno e un mln e 700 mila posti di lavoro”. L’obiettivo, ha concluso il ministro, “è promuovere azioni e investimenti di valore nazionale ed europeo, che creino le condizioni per il rafforzamento e lo sviluppo imprenditoriale”.Si tratta di una piattaforma comune che mette insieme diversi settori, dall’agricoltura alle bioraffinerie alla chimica verde che ora, grazie ad una regia, possono sviluppare una cultura della sperimentazione.

L’intento, dunque, è sviluppare progetti di sperimentazione che devono nascere sui territori. Catia Bastioli, Ad di Novamont, nel suo intervento si è chiesta come ora sia “ importante capire come andremo a declinare questa strategia, perché la vera sfida è essere capaci di ‘scaricare’ sui territori le opportunità della bioeconomia”. L’Italia, ha concluso la Bastioli, “può giocare questa partita al fianco dell’Europa riconnettendo economia e società”.

L’illustrazione di apertura è stata fornita da Marcello Ortenzi

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