Economia

Più economia con la bioenergia

Il 50% di tutta l'energia "green" nel nostro Paese è prodotta dai residui delle lavorazioni e da specifiche colture energetiche. Durante il recente salone Eima Energy a Bologna, sono stati diffusi i dati sull’impiego di fonti rinnovabili, che dimostrano come l’Italia abbia raggiunto, con due anni di anticipo, la “quota target” assegnata

Marcello Ortenzi

Più economia con la bioenergia

Con il 17% di energia da fonti rinnovabili, l’Italia ha già raggiunto, due anni in anticipo sulla scadenza, l’obiettivo fissato a livello europeo per il 2020. L’Ue ha fissato il prossimo traguardo al 2030 quando la percentuale da fonti rinnovabili (Fer) dovrà salire dal 20% al 32% del totale. In questo scenario le biomasse svolgono un ruolo di primo piano soprattutto per il nostro Paese, dove il 50% di tutta l’energia “green” è prodotto dai residui delle lavorazioni e dalle specifiche colture energetiche.

Diversi incontri di approfondimento si sono susseguiti nell’ambito di Eima Energy, il Salone dedicato proprio alle energie rinnovabili agricole e forestali, promosso da Itabia e FederUnacoma all’interno di Eima International. Tema forte dei convegni e dei workshop del Salone è stato proprio quello legato all’impiego ottimale e alla valorizzazione delle biomasse agro-forestali, una risorsa sostenibile ma non inesauribile che deve essere impiegata rispettando precisi criteri di sostenibilità.

Gli operatori intervenuti hanno evidenziato che la bioenergia deve essere utilizzata all’interno di filiere strutturate, tenendo conto dell’impatto ambientale, economico e sociale generato da una corretta gestione degli scarti agricoli, agroindustriali e di tutte le biomasse ricavate da uno sfruttamento virtuoso dei boschi.

«Il comparto delle bioenergie – spiega Matteo Monni, vicepresidente di Itabia – è un settore caratterizzato da una grande vitalità. In questi anni di crisi, grazie a un sistema d’incentivazione razionale ed efficiente per la realizzazione degli impianti, anche di quelli a biomassa, le rinnovabili hanno dato un grande sostegno al reddito degli agricoltori e, più in generale, alla nostra economia».

Se ancora il comparto delle bioenergie è ancora legato in parte secondo i comparti agli incentivi, tuttavia ha iniziato a camminare sempre di più autonomamente, facendo dell’Italia uno dei principali esportatori di know how e di tecnologia e dando posti di lavoro. E tra le eccellenze produttive citate nei quattro giorni di Eima Energy, c’è quella del biogas, con 1.500 agro-impianti per una potenza complessiva installata pari a quella di una moderna centrale nucleare.

La produzione di gas da fonti rinnovabili, ossia biogas e biometano, può consentire al settore primario di contribuire a contrastare il cambiamento climatico, se usate le recenti tecnologie sostenibili. Tuttavia, l’impiego di biomasse non è limitato al solo settore energetico perché interessa più comparti produttivi, dal tessile alla chimica verde, dalle plastiche compostabili e biodegradabili alla bioedilizia.

Esempio in evidenza negli ultimissimi anni la canapa, che è un prodotto molto duttile di cui s’impiega tutto e può essere coltivata per l’utilizzo in campo medico, alimentare e industriale. In quest’ultimo senso lo sviluppo dell’ambito edile si sta rivelando assai promettente e già impiegato in diversi luoghi in Italia.

Insomma, sull’onda dello sfruttamento energetico, è nata e si è sviluppata velocemente una vera Bioeconomia basata sulle biomasse, che ha nella prossimità, nella circolarità e nella sostenibilità i suoi principali punti di forza.

La foto di apertura riprende un’opera dal titolo “Petali d’arte. Orto della bellezza”, a cura del movimento culturale Arte da Mangiare

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