Economia

Più olivi per l’Italia

Per anni eravamo abituati al declino, e ora qualcosa sta cambiando. L'orgoglio e la consapevolezza che non vi è altra possibilità per il Paese. Ecco allora i 150 ettari di oliveto sul mare a Menfi, un grande progetto della famiglia Planeta, che ha inizio con il 2017, piantando 13 mila alberi di olivo in Sicilia

L. C.

Più olivi per l’Italia

Il paesaggio potete ben immaginarlo. Chi è stato in Sicilia lo conosce bene, lo scenario che si presenta agli occhi: il mare, le colline, gli olivi. E c’`e anche l’orgoglio di chi non accetta che non si facciano più investimenti.

“Abbiamo iniziato il nostro 2017 piantando altri 13 mila alberi di olivo a Capparrina, a Menfi, e altri 50 ettari che si aggiungono ai 100 già esistenti, formando così un oliveto a corpo unico, tra i più estesi in Sicilia”. A sostenerlo con grande determinazione sono Alessio, Francesca e Santi Planeta.

“La coltivazione dell’olivo e la produzione dell’olio fanno parte da sempre delle nostre tradizioni familiari”, dicono. “Per secoli si è trattato solo di una produzione riservata al consumo della famiglia e delle tante persone che nel tempo hanno vissuto e lavorato con noi”.

I Planeta sono noti per i loro vini, ma anche i loro extra vergini meritano la medesima fama. La nota famiglia di imprenditori agricoli ricavavano l’olio da un unico vecchio impianto, “quello plurisecolare dell’Ulmo, da sempre curato e coltivato con grande cura e rispetto”.

Cura e rispetto. Senza cura l’olivo, pur essendo una pianta rustica, resiste, ma non è l’albero che ha contribuito a edificare la civiltà. Attraverso il rispetto nasce l’attenzione che ogni albero merita. “Dal 1998 – sostengono i Planeta – la produzione dell’olio è diventata un progetto che si è affiancato a quello del vino con pari dignità”.

Ecco allora la collina di Capparrina. Tanti olivi che raccontano una passione. Questa collina, spiegano, è racchiusa tra due piccoli fiumi e il mare, e si affaccia sulle spiagge bianche di Menfi, ed esattamente sulla costa tra Capo San Marco e Selinunte.

Sia a Est, sia a ovest della collina gli olivi ricoprono il suolo. “Piantare olivi ha per noi un forte valore ambientale. A vista d’occhio il paesaggio “è una grande macchia di piante mediterranee, a protezione della costa, un’oasi in cui convivono rari esemplari di flora, dalla palma nana ai gigli di mare, e trova un habitat naturale la fauna selvatica, dagli istrici alle upupe a vari rapaci notturni e diurni; è il luogo di passaggio delle grandi migrazioni, dove quasi ogni anno depongono le uova le tartarughe di mare Caretta Caretta”.

È qui che si producono i tre extra vergini Planeta: il “Tradizionale”, dalla spremitura di olive Nocellara del Belice, Biancolilla e Cerasuola, un blend ben congegnato; poi i due denocciolati, a marchio Dop, per valorizzare l’origine.

Se un tempo eravamo al centro dell’attenzione, ora è tempo di ritornare alle glorie del passato. “Se pensiamo che l’Italia, pur con oltre un milione di ettari di oliveto, copre solo il 35 per cento del proprio fabbisogno d’olio, è facile intuire quale enorme opportunità sia per il Paese l’investire nella creazione di nuovi oliveti, dando anche un tangibile e decisivo contributo alla salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio”.

I Planeta non demordono, e ci offrono una suggestiva galleria immagini, che proponiamo in visione ai nostri lettori. L’Italia può farcela, e riprendere il proprio ruolo di Paese dell’olio per eccellenza. Gli imprenditori di tutte le regione devono però fare la propria parte. Non basta attendere le Istituzioni, perché il Paese lo fanno le persone che ci vivono e lavorano.

“Ci auguriamo che la Sicilia, centro del Mediterraneo, rappresenti il rinascimento dell’olivicoltura, come da millenni è stata culla dell’olivo, che alla civiltà si è da sempre accompagnato”, è questo il pensiero con cui animano il proprio impegno Alessio, Francesca e Santi Planeta. Ma anche gli altri debbono fare la propria parte.

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