Preoccupa la disponibilità di olio fino alla nuova campagna olearia
Intervista a Marcello Scoccia. Dopo due anni da considerare unici e, si spera, irripetibili, abbiamo incontrato uno storico selezionatore di oli, operativo sin dal 1985, e noto anche per l’attività di docente di analisi sensoriale applicata gli oli da olive nell'ambito di Onaoo. “Per un determinato periodo – sostiene Scoccia – l’olio italiano era addirittura più a buon mercato, rispetto a quello spagnolo e greco. Molte aziende compravano l’olio italiano da inserire nei blend comunitari. Oggi, tuttavia, qualcosa è cambiato. Si registra una maggiore stabilità degli oli italiani
Marcello Scoccia è un nome tra i più conosciuti e apprezzati del comparto oleario internazionale. Lo è sia per il ruolo di responsabile blending e analisi sensoriale, ricoperto sin dal 1985 per aziende leader mondiali, sia in quanto assaggiatore professionista, nonché capo panel e vicepresidente Onaoo, l’Organizzazione nazionale assaggiatori olio di oliva. Da notare che la “n” di Onaoo va un po’ stretta all’organizzazione, visto che, tra tutte, oltre a essere la prima scuola di assaggio ad essere stata fondata, è anche quella di maggior peso e storia a livello internazionale. Scoccia è anche docente in coirsi tecnici professionali di assaggio e co-autore, con me, di Olio puro succo di oliva, edito da Tecniche Nuove nel 2005. Ora, in questa estate che lascia tutti nella grande incertezza di cosa ci riserverà la nuova, prossima, campagna olearia, lo abbiamo incontrato e intervistato per Olio Officina.
INTERVISTA A MARCELLO SCOCCIA
Il mondo dell’olio internazionale ha dovuto affrontare un anno difficilissimo. Produzione in netto calo, come non si era mai verificata, scorte al minimo, prezzi dello sfuso in fibrillazione e prezzi sullo scaffale alle stelle, anche per gli extra vergini da primo prezzo. Possiamo dire che si tratta di una condizione unica e si spera irripetibile? Cosa ci insegna questo contesto operativo così inedito che si è venuta a creare per una serie di fattori concomitanti?
Sì, possiamo affermare che questi ultimi due anni possono essere considerati unici. Le due campagne di scarica consecutive in Spagna sono state la causa principale di questa situazione difficile che abbiamo vissuto. Quando manca sul mercato il Paese che produce circa la metà del prodotto mondiale, è chiaro che i mercati subiscano rialzi di quotazione continui. Non trascuriamo inoltre il fattore guerra in Ucraina, che è il più grande produttore di olio di girasole. Con l’inizio del conflitto, nel febbraio 2022, era difficilissimo reperire olio di girasole, e l’industria conserviera, grande utilizzare di olio di girasole, ha invaso il mercato dell’olio di oliva con richieste importanti di prodotto e conseguente brusco rialzo delle quotazioni.
Da esperto selezionatore di oli quale sei, avendo operato per decenni per conto di grandi aziende olearie espressione di storici e celebri marchi, che cosa hai potuto constatare in questa ultima olivagione così anomala da non avere certo precedenti nella storia? C’è stata una grande difficoltà nel reperire materia prima, peraltro nemmeno con profili qualitativi adeguati ai prezzi. Qual è la reazione delle grandi imprese? Cosa stanno pianificando per il futuro? Intanto c’è da osservare che in Spagna sta diminuendo via via la quota di olio sfuso disponibile, anche perché ormai puntano con grande determinazione e tenacia a confezionare e a vendere direttamente l’olio in bottiglia, esportando nei principali Paesi del mondo. Secondo te, potranno esserci, da parte delle aziende italiane, investimenti diretti in olivicoltura?
Pensiamo alle quotazioni degli oli comunitari e nazionali, in continuo aumento per diversi mesi, nel periodo finale del 2023. Per un determinato periodo, l’olio italiano era addirittura più a buon mercato rispetto a quello spagnolo e greco. Infatti, molte aziende compravano l’olio italiano da inserire nei blend comunitari. Oggi, il differenziale tra olio italiano e comunitario è invece molto elevato, in quanto in questi ultimi mesi abbiamo assistito a una discesa continua degli oli comunitari e a una certa stabilità degli oli italiani. Sì, la selezione degli oli, soprattutto quelli provenienti dalla Spagna è stata più difficile rispetto agli anni precedenti, anche perché, oltre a un discorso di scarsità di olio prodotto, gli oli disponibili risultavano in buona parte non perfetti: vi erano molti vergini, o comunque oli border line. E poi, sì, è vero, molte aziende spagnole che vendono olio sfuso hanno cominciato a vendere l’olio in bottiglia, con il proprio marchio, e questo ha limitato ulteriormente la quantità di olio buono disponibile.
Alla luce di queste riflessioni, cosa succederà a partire da dopo l’estate?
Preoccupa la disponibilità di olio fino alla nuova campagna olearia. Gli ultimi dati indicavano uno stock di circa 400 mila tonnellate in Spagna, ma consideriamo che un po’ meno della metà sono in stoccaggio presso i confezionatori. Non dimentichiamo inoltre che in questo dato rientrano gli oli extra vergini, così come i vergini e i lampanti. Pertanto, la quantità di olio extra vergine di oliva da qui al nuovo raccolto è molto bassa.
Il 2025 per Marcello Scoccia è un anno importante professionalmente. Possiamo dire perché ai lettori di Olio Officina?
Sì, sarà un anno importante perché nel 1985, presso una storica azienda di Imperia, la Olio Sasso, è iniziata la mia attività professionale e con essa la passione per l’olio di oliva: sono quant’anni di assaggi, di blend, di viaggi e visite in tanti frantoi e aziende del mondo, di acquisti e di studi del mercato oleario. Tanti anni, sono davvero tanti, ma la passione per l’olio è così forte e intensa che sembrano molto meno, tant’è che lo stimolo a continuare per tanti altri anni è ancora molto forte e solido.
Che progetti hai in ballo, se lo si può dire, per il tuo anniversario?
Al momento nessuno. Essendo Olio Officina Festival la prima manifestazione importate di ogni anno, può essere un’occasione buona per brindare insieme ai miei primi quarant’anni da oleofilo.
Infine, c’è l’Onaoo, l’Organizzazione nazionale assaggiatori oli di oliva. Ormai è una scuola di assaggio storica, la prima al mondo a essere stata fondata. Cosa si annuncia per il 2025?
Quasi tutta la mia attività professionale da assaggiatore e da master blender, ha convissuto in parallelo con l’altra mia attività, di formatore. Sono tanti i decenni di attività corsistiche, svolte in tutto il mondo: in Asia, America, Africa, Europa. Come Onaoo abbiamo formato moltissime persone e continuiamo a farlo con grande entusiasmo. La mia è una grande passione, e insegnare ad assaggiare e a parlare di olio in pubblico mi dà tanta adrenalina. Cosa si preannuncia per il 2025? Progetti sempre più ambiziosi e tanta voglia di portare il nome di Onaoo in giro per il mondo, trasferendo ad altri tutta la mia esperienza maturata sul campo in quarant’anni di professione.
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