Economia

Quel pasticciaccio brutto dell’Imu

Quello sui terreni agricoli ha suscitato proteste e malcontento. Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto accogliendo il ricorso presentato dall’Anci di quattro regioni. Il 21 gennaio, cinque giorni prima della scadenza dei pagamenti, si saprà qualcosa sulla sospensiva. Altro che “finanza creativa”, qui siamo al delirio. Una modesta proposta al presidente del Consiglio Matteo Renzi

Felice Modica

Quel pasticciaccio brutto dell’Imu

Ancora una volta il potere giudiziario si è sostituito a quello legislativo, esercitato, in Italia, da un’allegra brigata di dilettanti allo sbaraglio.

I fatti. Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto sull’Imu dei terreni agricoli, accogliendo il ricorso presentato dall’ANCI di quattro regioni: Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto. L’udienza collegiale chiamata a confermare la sospensiva è fissata per il 21 gennaio: cinque giorni prima della scadenza dei pagamenti, fissata per il 26 gennaio.

Leggendo il decreto 6651/2014 a firma del Presidente del Tar, Filoreto D’Agostino, si intuisce che il Tribunale Amministrativo confermerà lo stop. Sono stati infatti accolte tutte le osservazioni dei ricorrenti contro il decreto di Economia, Finanze e Politiche agricole che ha tracciato i nuovi confini dell’Imu sui terreni ex montani.

In particolare, scrive il Tar del Lazio che il decreto “determina eccezionale e grave pregiudizio per l’assoluta incertezza dei criteri applicativi”. Inoltre, arriva in ritardo per rispettare le regole di finanza pubblica senza produrre “effetti gravi” sui bilanci Comunali. Ancora, come avevamo scritto nella precedente “incursione”, stabilire l’applicazione dell’Imu in base all’altitudine registrata al centro del Comune, determina una evidente disparità di trattamento tra agricoltori. Infatti, con questo criterio, un terreno posto ad oltre 600 mt slm ricadente nel territorio di un Comune la cui sede centrale si trovi al di sotto dei 281 mt, pagherà interamente l’imposta, mentre non la pagherà un terreno in riva al mare riferibile ad un comune sopra i 600 mt! Ipotesi tutt’altro che peregrine, considerando che le campagne non si trovano proprio a ridosso dei municipi…

Ancora, i giudici amministrativi sottolineano come il provvedimento del governo Renzi costituisca “una palese violazione delle norme poste a tutela del contribuente in materia di irretroattività e di spazio temporale minimo per l’attivazione di adempimenti relativi a provvedimenti impositivi”. In altre parole, ogni imprenditore, perfino il “modesto” imprenditore agricolo, ha il diritto di programmare la propria attività e può farlo solo se conosce con ragionevole anticipo il livello di tassazione cui è sottoposto. Ragionevole anticipo che non può certo essere dell’ordine delle poche settimane di agonia concesse dai nostri governanti…

La sospensiva produce ripercussioni gravissime sulla finanza pubblica. Il Governo, infatti, ha tagliato 359,5 milioni a oltre 4mila Comuni in cambio del maggior gettito Imu che sarebbe dovuto arrivare nelle loro casse con questa nuova imposta. Lo hanno tirato fuori dal cilindro a fine novembre ed è stato pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» solo il 6 dicembre, quando “gli impegni finanziari da parte dei comuni erano stati assunti con effetti gravi sul pareggio di bilancio tali da ingenerare, in alcuni casi, una procedura finalizzata alla declaratoria di dissesto, e, comunque, con pesanti conseguenze sulla erogazione dei servizi alla comunità di riferimento”.

Per metterci una pezza, il Governo aveva approvato il rinvio dei termini di pagamento al 26 gennaio nel decreto confluito nella legge di stabilità, permettendo ai Comuni di effettuare un «accertamento convenzionale» dell’Imu da chiedere ai proprietari ex esenti.
Ma la toppa, come evidenzia il Tar, è stata peggiore del buco, poiché questo “accertamento convenzionale”, secondo i giudici, è “forzatamente non fedele ai non conosciuti dati reali». Ovvero non corrisponde ai numeri effettivi.

Mentre, quindi, la revisione dei criteri promessa dal Governo appare inevitabile e si spera almeno in una rimodulazione dell’imposta più “umana”, in ogni caso si dovranno trovare i 359 milioni tagliati ai Comuni, che è ormai impossibile incassare entro Gennaio.

Altro che “finanza creativa” di Tremonti! Qui siamo al delirio.
Una modesta proposta. Visto che il problema di fondo sono i famigerati 80 euro con cui Renzi ha vinto le elezioni (l’avesse fatta Silvio, un’operazione del genere, starebbe adesso in Siberia, a scontare la pena…), faccia una bella cosa, il nostro Presidente del Consiglio. Stampi una banconota da € 80, con impresso il suo faccione da boy scout. Risolva “creativamente” il problema e dopo si congedi, se ne vada così come è venuto: con una grande bufala.

La foto di apertura è di Luigi Caricato

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